IL GIAPPONE MIRA AD UTILIZZARE IL CARBURANTE DERIVATO DALL’ACQUA LUNARE PER L’ESPLORAZIONE NEGLI ANNI 2030
(AGENPARL) – Roma, 28 settembre 2020 – L’agenzia spaziale giapponese ha dichiarato lunedì che mira a impegnarsi a partire dalla metà degli anni 2030 nell’esplorazione lunare, utilizzando l’idrogeno generato dall’acqua estratta dai depositi di ghiaccio della Luna come combustibile.
Si prevede che l’uso del carburante derivato dall’acqua ridurrà i costi rispetto al trasporto di carburante dalla Terra.
Sebbene l’acqua in forma liquida non esista sulla superficie lunare, alcune vecchie ricerche suggeriscono che potrebbe esserci ghiaccio in un cratere vicino al polo sud lunare, che non è mai stato esposto alla luce solare.
Il Giappone prevede di collaborare con gli Stati Uniti per la costruzione della stazione spaziale in orbita lunare Gateway negli anni 2020 e costruire entro il 2035 una fabbrica di carburante al polo sud lunare.
Il carburante sarà utilizzato in un veicolo spaziale riutilizzabile in grado di trasportare quattro astronauti da e verso il Gateway e un veicolo di trasporto che può viaggiare fino a 1.000 chilometri sulla Luna, secondo la Japan Aerospace Exploration Agency.
Il combustibile derivato dall’acqua viene creato scindendo prima l’acqua nei suoi componenti di ossigeno e idrogeno utilizzando una cella solare.
L’energia viene creata ricombinandoli.
Il veicolo di trasporto, che consentirà agli astronauti di esplorare la superficie lunare, dovrebbe trasportare da due a quattro persone.
Poiché la Luna ha una gravità debole, si muoverà saltellando sulla superficie invece che con le ruote.
Secondo le stime della JAXA, 37 tonnellate di acqua sono necessarie per un viaggio da e verso il Gateway, mentre 21 tonnellate sono necessarie per ogni viaggio di esplorazione della superficie.
L’agenzia ritiene che sarebbe più economico usare il carburante creato con l’acqua della Luna piuttosto che portare l’acqua dalla Terra se si effettuassero da cinque a sette viaggi di esplorazione con equipaggio.
Altri paesi, tra cui India e Stati Uniti, sono intenti ad analizzare le risorse idriche sulla Luna.
La Cina, che ha già fatto atterrare un veicolo spaziale senza pilota sulla superficie lunare, prevede di inviare una sonda entro la fine dell’anno sulla Luna per raccogliere campioni di suolo.
E l’Italia?