(AGENPARL) – mar 11 marzo 2025 Nota del capogruppo Lega Enrico Melasecche
(Acs) Perugia, 11 marzo 2025 – “Sulla storia del TPL in Umbria occorrerebbe
scrivere un romanzo giallo per tutto quello che è accaduto, ma soprattutto
per quello che non è stato fatto nei decenni per migliorare i servizi,
rendendo efficiente e trasparente un sistema che ha viceversa portato a una
marea di debiti, con la fusione in Umbria Mobilità delle quattro società
preesistenti, poi alla privatizzazione con la cessione del ramo d’azienda
della gomma a tre società consortili fra inchieste e processi penali,
retribuzioni assurde e inchieste della Corte dei Conti che hanno fatto
epoca”: così il capogruppo Lega, Enrico Melasecche, inquadra la vicenda
relativa al Trasporto pubblico locale che ha riguardato l’Umbria negli
ultimi anni.
“Molti fanno finta di aver dimenticato – sostiene Melasecche – alcuni episodi
singolari in merito alle gare che avvennero circa venti anni fa con una coda
lunghissima fino ai giorni nostri. Se ne interessò la Procura della
Repubblica di Terni con una indagine condotta dalla Guardia di Finanza che si
concluse con la prescrizione rispetto a reati gravi. Fu accertato che la
sinistra mise in atto congegni che portarono ad avere un unico concorrente
che, con un ribasso prossimo allo zero, si aggiudicò l’appalto. Solo dopo
alcuni anni emersero dettagli che evidenziarono come i km posti a gara erano
stati gonfiati rispetto a quelli reali, in modo da far apparire insufficiente
il budget e allontanare qualsiasi altro concorrente. Le fatture venivano
prodotte con i km maggiorati e le casse pubbliche pagavano. Tutto agli atti.
Solo nel 2019, con la Giunta Tesei e il sottoscritto, assessore alle
infrastrutture e trasporti, si è voltata definitivamente pagina sulla base
di una cultura della legalità, del merito, della tutela dell’interesse
generale con la riduzione degli sprechi e una riforma rivoluzionaria rispetto
al passato. Dovemmo saldare 23 milioni di debiti a favore delle tre società
consortili private, fece seguito una transazione su decreti ingiuntivi per
altri 8 milioni, senza contare la penale di 6 milioni comminata nel 2016
all’Umbria e che la nostra giunta ha dovuto onorare fra enormi difficoltà.
In parallelo la decisione di risanare in modo serio Umbria Mobilità che,
ridotta a bad company, annegava in un mare di debiti. L’abbiamo trasformata
in Agenzia per la Mobilità con un risparmio su base quinquennale di 50
milioni di IVA non più dovuta. Ora, superato il guado, a nessuno è
consentito il ritorno a quel drammatico, vergognoso passato.
Dopo aver impostato una gara difficilissima, sollecitati dalla Corte dei
Conti che ha sempre spinto per il ritorno alla trasparenza, siamo riusciti a
portarla fino all’apertura delle tredici buste con altrettante
manifestazioni di volontà. Abbiamo dovuto resistere a una vera e propria
guerra da parte del PD e di alcuni sindacati che si vantano di aver indetto
ben otto scioperi per bloccarla, alimentando lo spauracchio dei licenziamenti
e attribuendomi affermazioni che non mi sono mai sognato di fare, con la
previsione di dover tutelare in ogni sede la mia onorabilità e la mia
reputazione da accuse farneticanti quanto ridicole, avendo il sottoscritto
garantito centinaia di volte che neanche un solo dipendente sarebbe stato
licenziato, grazie alla clausola sociale rafforzata richiesta al tavolo di
trattativa dai sindacati FIT CISL, UIL Trasporti e UGL ed accordata ben
volentieri dal sottoscritto.
Nel frattempo la campagna elettorale è stata caratterizzata da promesse
mirabolanti della Proietti con l’obiettivo dichiarato, indecente quanto
irresponsabile, di acquisire voti su impegni illegittimi o comunque
gravemente penalizzanti per il futuro dell’Umbria, come ricominciare la
gara dall’inizio impostandola su un unico lotto, ipotesi bocciata
recentemente dall’Autorità per la Regolamentazione dei Trasporti
recentemente per la Romagna, ma prima ancora con la Regione Lazio che ha
frazionato in modo ben più spinto di noi la suddivisione in lotti rispetto
ai nostri quattro, mediamente il triplo in km rispetto a quelli voluti da
Zingaretti. Ma oggi la FILT CGIL torna a terrorizzare nella disperazione di
proclami farneticanti auspicando il ritorno del servizio ‘in house’,
cioè riassumendo la Regione oltre mille autisti e meccanici tramite la
boccheggiante partecipata Umbria Mobilità cui la Regione sta praticando la
respirazione bocca a bocca, sottoposta com’è alla procedura prevista
dall’art. 67 della legge fallimentare.
Quei dipendenti delle tre società consortili con Busitalia socio di
maggioranza, che hanno creduto a Bori e alla Proietti, oggi chiedono il conto
sulla promessa che si sarebbe azzerata la gara nella pretesa del lotto unico,
nell’intenzione neanche troppo sottesa di far vincere e gestire l’unico
lotto regionale dagli attuali datori di lavoro. Intanto, il Presidente della
Sezione di controllo Corte dei Conti, nell’udienza del 13 febbraio scorso,
ha chiesto lumi sulle reali intenzioni della nuova giunta in merito alla
gara, ottenendo solo risposte confuse dalla Proietti. Bisogna fare chiarezza.
Le nuove direttive per la gara che emergono dalla campagna elettorale perché
non vengono formalizzate all’Agenzia per la Mobilità sbloccando la
procedura dopo quattro mesi dalla definizione dei tredici potenziali gestori?
Quali interessi si celano dietro questo ritardo nel procedere nella gara?
Le dichiarazioni della Proietti che assicura di imporre il lotto unico, in
barba al decreto sui ‘costi standard’, le hanno ascoltate sui social
migliaia di cittadini. Senza la gara per la modernizzazione e la
digitalizzazione del servizio c’è l’impossibilità di controllo sui
servizi espletati come è avvenuto per troppi anni. L’obiettivo della
sinistra è la minore concorrenzialità, minor trasparenza, maggiori costi,
un danno erariale di circa dieci milioni per ogni anno di ritardo? Perchè il
Comune di Perugia che ha i maggiori vantaggi ambientali e di efficienza dalla
costruzione del nuovo deposito autobus elettrici con impianto di ricarica,
autobus che sostituiranno gradualmente gli attuali a gasolio e metano,
soggiogato dalla nuova ‘idolatria del consumo di suolo’ da sei mesi
blocca qualsiasi indispensabile variante urbanistica? Perchè blocca anche
l’altra variante per la costruzione già finanziata della stazione
aeroporto a Collestrada?
È ora – conclude Melasecche – che qualcuno risponda a queste domande. Troppo
a lungo gli umbri hanno dovuto pagare per le prepotenze della FILT CGIL e
l’arroganza del suo segretario regionale, interessato a gestire le tessere,
ma totalmente disinteressato al futuro dell’Umbria e del miglior servizio
pubblico. Chiediamo a gran voce che la gara si svolga senza che qualcuno ne
vizi il risultato, come accadde 20 anni fa con le gravissime interferenze
passate tristemente alla storia di questa regione”. RED/
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/79864
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