(AGENPARL) – ven 07 marzo 2025 Nota di Maria Grazia Proietti (Pd) in occasione della giornata internazionale
della donna: “la Regione Umbria può e deve fare la sua parte”
(Acs) Perugia, 7 marzo 2025 – “Nei contesti di guerra, la violenza di
genere è usata come arma di oppressione: i corpi delle donne diventano campi
di battaglia. In occasione della giornata internazionale della donna, il mio
pensiero va ai milioni di donne che in Ucraina, a Gaza e in tutti i contesti
di guerra vivono una realtà drammatica e sono spesso dimenticate”. È
quanto dichiara la consigliera regionale del Partito democratico Maria Grazia
Proietti.
“Ritengo – spiega Proeitti – che la Regione Umbria possa e debba fare la
sua parte. È nostro dovere, come comunità regionale e come istituzioni,
mantenere alta l’attenzione su questi temi e promuovere azioni concrete.
Dobbiamo rafforzare i progetti di cooperazione internazionale già attivi,
favorire l’accoglienza delle donne rifugiate vittime di violenza e
sostenere iniziative per garantire loro un accesso adeguato alle cure mediche
e psicologiche. È anche necessario fare pressione sul governo nazionale e
sull’Unione europea perché adottino misure più incisive per la protezione
dei diritti delle donne nei contesti di guerra. Mi impegnerò in prima
persona, nelle mie capacità di consigliera regionale, per promuovere
iniziative in questo senso. Oggi più che mai non possiamo, non dobbiamo e
non vogliamo restare in silenzio”.
“Secondo il rapporto di UN Women del 2024, – ricorda Maria Grazia Proietti
– il 70% degli sfollati nei conflitti armati sono donne e bambini, e molte di
loro subiscono violenze sessuali sistematiche. La guerra in Ucraina, ad
esempio, ha esposto le donne a livelli allarmanti di violenza di genere:
un’indagine di ActionAid del 2024 ha rilevato che il 90% delle donne
rifugiate ha subito o assistito a episodi di violenza, con conseguenze
devastanti sulla loro salute sia fisica che mentale. Lo stesso vale per Gaza,
dove il sistema sanitario è al collasso e il 50% delle donne incinte non ha
accesso a cure prenatali adeguate. Secondo i dati più recenti dell’Oms,
l’80% delle donne nei conflitti soffre di disturbi post-traumatici, ansia e
depressione. A livello sanitario, le strutture ospedaliere vengono distrutte,
lasciando le donne senza accesso a cure essenziali”.
“Il Consiglio di sicurezza dell’Onu – prosegue Maria Grazia Proietti –
riconosce lo stupro come strumento di guerra. Lo statuto di Roma della Corte
penale internazionale considera lo stupro, la schiavitù sessuale, la
prostituzione forzata, la gravidanza forzata, la sterilizzazione forzata e
altre forme di violenza sessuale come crimini di guerra e crimini contro
l’umanità. Tuttavia -conclude – le organizzazioni umanitarie continuano a
denunciare la mancanza di un approccio di genere nella gestione delle
emergenze, affinché la protezione delle donne diventi una priorità nelle
risposte internazionali ai conflitti”. RED/dmb
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/79839
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