(AGENPARL) – mer 24 luglio 2024 Todi sempre più terra di vini, con il Grechetto punta di diamante
La DOC Todi protagonista nella promozione del territorio
Sabato 10 agosto occasione per incontrare i produttori, degustare i vini in abbinamento ai piatti dello chef stellato Michelin Giulio Gigli
Todi, in Umbria, è terra di vini. Lo dice la storia, che vede il Grechetto, vitigno autoctono per eccellenza, menzionato già da Plinio il Vecchio nelle pagine della Historia Naturalis (“Peculiaris est tudernis”, ovvero, è tipico di Todi). Lo dicono i documenti d’archivio, tra i quali figura un atto notarile del 1333 nel quale compare una compravendita di mosto di Greco di Todi. Lo dice l’economia locale, che ha visto nascere l’associazione “Todi Terra di Vini”, soggetto nel quale si riconoscono pressoché la totalità delle aziende viti-vinicole Doc del territorio. Quattrocento ettari di vigneti, oltre un milione e mezzo di bottiglie prodotte, un centinaio di occupati: sono queste le dimensioni del comparto enologico tuderte, che ha una ricaduta importante anche sotto l’aspetto turistico.
“L’associazione si è data come principale missione di promuovere la cultura della qualità delle produzioni – racconta Lorenzo De Monaco, Presidente dell’Associazione Todi Terra di Vini – valorizzando in particolare quella del Grechetto di Todi, cultivar che pur ricompresa nella grande famiglia delle “uve greche” è diversa rispetto alle altre tipologie coltivate nel centro Italia e al suo omonimo orvietano”.
Il Grechetto di Todi è infatti caratterizzato ed associato dal clone G5, differente dal clone G109 della varietà comune più diffusa, con recenti indagini sul patrimonio genetico che hanno riscontrato somiglianze con il Pignoletto e hanno marcato la distanza dal Greco di Tufo e dal Grecanico.
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