(AGENPARL) – lun 22 luglio 2024 Mancini (Lega): “La burocrazia frena lo sviluppo delle nostre montagne
senza garantire sicurezza”
(Acs) Perugia, 22 luglio 2024 – Il capogruppo della Lega Valerio Mancini,
presidente della Commissione agricoltura, promotore dell’audizione svoltasi
il 19 luglio – alla presenza dei rappresentanti del Servizio prevenzione
animale Asl 1 e 2, dei delegati di Cia, Confagricoltura e Coldiretti,
dell’Associazione Difesa agricoltori allevatori italiani (Daai), del
direttore associazione regionale Allevatori Umbria Ara e dell’Associazione
Allevatori dell’Umbria e delle Marche – esprime totale disappunto in
merito all’applicazione di norme che in primis vengono dall’Europa,
“come tante altre che non aiutano l’agricoltura italiana, ma che il
Governo nazionale sta applicando in maniera ancora più restrittiva”.
Nel caso delle norme europee sull’identificazione dei bovini recepite con
decreto legislativo 134 del 2022, tra i molteplici metodi che lo stesso
regolamento europeo consente è stato autorizzato solo quello del bolo
endoruminale, in aggiunta al marchio auricolare convenzionale.
“Delle criticità di tale metodo – spiega Mancini – ho preso direttamente
conoscenza dagli allevatori umbri durante le tante visite effettuate nei
territori in questi mesi. In particolare tale sistema, vista l’invasiva
modalità di inserimento nell’apparato dirigente (secondo stomaco) presenta
rischi per l’animale, ma anche per gli operatori dell’azienda agricola
che devono effettuare tale difficile operazione su vitelli che pesano già
due quintali, tra l’altro alla presenza di bovini adulti. Questa procedura
– sottolinea l’esponente della Lega – appare sproporzionata rispetto alla
disponibilità di altre tecnologie già individuate dal regolamento europeo,
come il transponder iniettabile, già utilizzato per i cavalli. O del
tatuaggio, ad oggi previsto solo per gli ovini. Oltretutto i rappresentanti
convenuti hanno evidenziato l’imprecisione in alcuni casi del metodo del
bolo endorumininale per interferenze elettromagnetiche, nonostante
l’elevato costo di gestione per l’azienda. In più, il bolo in ceramica
che contiene il transponder una volta terminato il ciclo di vita
dell’animale deve essere smaltito come un rifiuto speciale, aggravando
ulteriormente incombenze e costi a carico dell’azienda agricola”.
“Un altro aspetto – ricorda il presidente Mancini – è quello delle
eventuali sanzioni, che appaiono vessatorie, anche alla luce del fatto che
tali capi vivono in stato di libertà in territori molto ampi, con sanzioni
amministrative pecuniarie da 150 a 1500 euro a capo qualora vengano superati
i termini perentori di 60 giorni dalla nascita dell’animale”.
Alla luce di quanto appreso e di quanto dichiarato dai soggetti auditi il
presidente Mancini annuncia il deposito di una interrogazione ulteriormente
conoscitiva e di una mozione che impegni la Giunta a intervenire presso il
Ministero della Salute e il Governo, affinché si riveda la disciplina della
materia, consentendo l’utilizzo di dispositivi alternativi al bolo
endoruminale già previsti dal regolamento europeo 2019/2035.
“La burocrazia – conclude il presidente Mancini – deve sostenere i
nostri allevatori che garantiscono prodotti di grandi qualità
organolettiche, preservando il territorio anche dal punto di vista
idrogeologico e limitando il rischio dello spopolamento delle nostre montagne
e non frenarne lo sviluppo”. RED/PG
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/78915