(AGENPARL) – gio 27 luglio 2023 Interrogazione dei consiglieri regionali Bori e Meloni (Pd) sui Centri per
l’impiego
(Acs) Perugia, 27 luglio 2023 – “L’Agenzia regionale per le politiche
attive del lavoro (Arpal) è oggetto di una riorganizzazione contraria alle
direttive nazionali che, invece di andare incontro ai cittadini, li
penalizza”. Così i consiglieri regionali Tommaso Bori e Simona Meloni (Pd)
in una interrogazione nella quale si chiedono “interventi per bloccare
quanto sta avvenendo e i relativi disservizi per un soggetto che sarebbe
invece fondamentale per i cittadini umbri”.
“L’Arpal, nata nel 2018, per la gestione dei Centri per l’impiego e
l’individuazione e la diffusione delle opportunità di lavoro, è stata
oggetto, nel 2022, di una riorganizzazione – spiegano Bori e Meloni – voluta
dal direttore dell’Agenzia. Il provvedimento ha previsto la riduzione del
numero delle Sezioni operative specificatamente nel campo dell’occupazione
e della formazione. In tal senso, i Centri per l’impiego, il cui numero è
fissato da disposizioni regionali, sono stati accorpati in 2 sole Sezioni
rispettivamente per i Servizi per il lavoro e per le imprese – Area Nord e
Area Sud. Nell’Area Nord sono confluiti i Centri per l’Impiego di Perugia
e Città di Castello compresi, tra gli altri, gli Sportelli di Umbertide,
Gubbio e Bastia Umbra mentre nell’Area Sud sono stati aggregati i CPI di
Terni, Foligno e Orvieto compresi, tra gli altri, gli Sportelli di Spoleto,
Gualdo Tadino e Narni. Sono state quindi create due grandi strutture,
affidate ai responsabili delle due sole posizioni organizzative, il cui
compito, in tal modo, attiene alla complicata gestione diretta di 70
dipendenti ognuno, nonché all’erogazione dei servizi alla popolazione.
Questa nuova organizzazione – dicono Bori e Meloni – piuttosto che
agevolare i servizi per i cittadini, ne rende complesso il funzionamento, con
forti assunzioni di responsabilità su figure non dirigenziali, con carichi
di lavoro spropositati per i dipendenti. Le disposizioni nazionali indicano
infatti, come bacino ottimale, Centri per l’impiego funzionanti in un
ambito non superiore a 40mila abitanti. Un fatto che va in contrasto con
quanto deciso fino ad ora in Umbria, dove andrebbero invece individuati
bacini uniformi per numero di disoccupati, capacità di assorbimento di
lavoratori e sviluppo tendenziale, organizzati in maniera strutturale in
Centri per l’impiego, ed essere affidati ad una posizione organizzativa per
ogni ambito”.
“Sono state registrate criticità – continuano Bori e Meloni – anche
nella gestione del Collocamento mirato ex legge 68/99. Una sola sezione
regionale svantaggia infatti soggetti disoccupati e disabili o svantaggiati.
La norma nazionale, a tal proposito, prevedrebbe addirittura uffici
provinciali o a livello ancora inferiore. La territorialità dovrebbe essere
una priorità per gestire e contrastare la disoccupazione. In Umbria invece
la Giunta regionale, su indicazione di Arpal, ha intenzione di stabilire
liste con valenza regionale, superando gli attuali ambiti. Tutto in contrasto
e in difformità con gli obiettivi dei Centri per l’impiego. Altre
criticità anche sul personale dove dei 92 nuovi posti di lavoro messi a
concorso, gli assunti realmente sono molti di meno e chi è entrato è stato
inquadrato con profili diversi. Risulta chiuso lo sportello di Norcia, che
era un servizio fondamentale per tutta la Valnerina. Con un provvedimento del
direttore, chiuso anche il Centro di formazione professionale gestito da
Arpal a Terni. E così la riforma dell’Agenzia, tanto voluta dal
consigliere della Lega Daniele Carissimi, firmatario della legge di revisione
dell’Arpal del 2020, viene come minimo fortemente depotenziata”.
“Criticità – continuano Bori e Meloni – sono state riscontrate anche
sul fronte del sistema operativo, come segnalato in un’altra interrogazione
a firma del consigliere Bori. Siamo in presenza infatti di un sistema
operativo mai entrato in funzione e la cui scadenza del contratto arriva alla
fine del 2023. I malfunzionamenti del sistema esistente però erano diversi,
dalla banca dati il cui sistema di gestione non è stato collaudato, a quella
della banca dati dei lavoratori ex legge 68/99. Ecco dunque che al personale,
si aggiunge la problematica della gestione dei dati. Una situazione tale da
pregiudicare di certo il buon funzionamento del servizio”. RED/mp
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/75583