(AGENPARL) – gio 20 giugno 2024 MUSEI CIVICI DI SPOLETO
PROGRAMMA DELLE MOSTRE ESTIVE
Inaugurazione venerdì 28 giugno 2024, dalle ore 17.00
PALAZZO COLLICOLA
Concerto, mostra personale di Roberto Fassone
Inizio fine. Rotondo.Tutte le cose del mondo, mostra personale di Chiara Camoni
My End Is My Beginning, installazione di Lulù Nuti
La nuova debolezza, fotografie dalla Collezione Attolico
Performing across frontiers, mostra documentaria sull’Atelier di Formia
Dal Giorno alla Notte, installazione di Felice LeviniTrace_001, mostra personale di gammatrace-
Inaugurazione sabato 29 giugno 2024, dalle ore 10.00
CHIESA DEI SANTI GIOVANNI E PAOLO
Oggi, installazione di Luca Bertolo
CASA ROMANA
Paolina e il suo Doppio, installazione di Vettor Pisani
MUSEO DEL TESSUTO E DEL COSTUME
Umru: racconti da un paesaggio idrosociale, mostra di Cecilia Ceccherini e Alberto Valz Gris
Nelle giornate di venerdì 28 e sabato 29 giugno 2024, in concomitanza con l’apertura del 67° Festival dei Due Mondi, è prevista l’inaugurazione dei progetti espositivi dei Musei Civici di Spoleto. Come lo scorso anno, il programma è all’insegna della contemporaneità, filo rosso attraverso il quale connettere le sedi che compongono la rete dei musei comunali. Si tratta di una proposta culturale ampia e multidisciplinare che, insieme agli artisti invitati, vede il coinvolgimento di associazioni e realtà attive a livello nazionale così come sul territorio umbro, ognuna delle quali ha offerto il proprio contributo alla realizzazione delle varie iniziative.
Il programma partirà venerdì 28 giugno alle ore 17.00, con le inaugurazioni dei progetti espositivi a Palazzo Collicola.
Il piano terra accoglierà Concerto, la prima mostra personale in un museo pubblico di Roberto Fassone (Savigliano, 1986). L’esposizione, a cura di Saverio Verini, direttore dei Musei Civici di Spoleto, presenta una serie di opere realizzate dall’artista nel corso della sua carriera. La spiccata dimensione concettuale della pratica di Fassone, da sempre orientata alla riflessione sullo statuto dell’opera d’arte, si esprime attraverso lavori dotati di un carattere ludico e sperimentale, con i quali l’artista tenta di espandere il potenziale immaginativo dell’osservatore. Il progetto espositivo costituisce una prima e ampia lettura dell’intera opera di Fassone, attivo da oltre un decennio nell’ambito dell’arte contemporanea italiana e internazionale, recentemente insignito del prestigioso MAXXI BULGARI PRIZE for Digital Art.
Sempre al piano terra, nella stanza adiacente alla biglietteria, sarà allestita Performing across Frontiers, a cura di Gertrude Gibbons e Giulio Pampiglione. Il progetto espositivo intende celebrare il 40° anniversario dello spettacolo finale della compagnia teatrale Atelier di Formia, ll Ballo dei Manichini di Bruno Jasie?ski, tenutosi proprio al Festival dei Due Mondi nel luglio 1984. La mostra include l’esposizione di materiale d’archivio del direttore dell’Atelier di Formia, Giovanni Pampiglione, caratterizzandosi come un omaggio alla storia della compagnia teatrale e, insieme, a quella del Festival.
Gli spazi del Piano Nobile ospiteranno una mostra personale dell’artista Chiara Camoni (Piacenza, 1974), a cura di Saverio Verini, dal titolo Inizio fine. Rotondo. Tutte le cose del mondo. Le opere dell’artista dialogheranno con le stanze del palazzo e le sue preesistenze – gli arredi, i dipinti, le decorazioni –, creando un percorso espositivo che si snoda attraverso tutti gli ambienti: richiami al mondo naturale e vegetale, fortemente presenti nella pratica di Camoni, si incontrano con il fasto delle sale di Palazzo Collicola, in un confronto inedito che vede anche la presenza di opere realizzate appositamente per l’occasione. La mostra nasce grazie alla collaborazione con il Festival dei Due Mondi: Chiara Camoni, infatti, è anche autrice del manifesto di Spoleto67, aggiungendo il suo nome a una lunga lista di artisti di fama internazionale.
La stanza adiacente alla Biblioteca Carandente, al primo piano di Palazzo Collicola, ospiterà un intervento inedito dell’artista Lulù Nuti (Parigi, 1988), My End Is My Beginning. Il progetto, a cura di Spazio Taverna, è il frutto di una collaborazione dell’artista con l’Osservatorio Gravitazionale Europeo (EGO), il laboratorio CAOS dell’Università degli Studi di Perugia e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN). L’opera nasce infatti a margine di una residenza che Nuti ha svolto nella sede dell’Osservatorio Gravitazionale Europeo di Cascina (PI): l’incontro tra l’artista e i ricercatori ha portato alla realizzazione di una scultura di grande formato, che richiama un movimento di espansione e contrazione, la simmetria di un campo gravitazionale a riposo e la vertigine che l’immaginazione prova quando si raffigura la curvatura dello spaziotempo. Con l’opera di Lulù Nuti, questo spazio del museo intende caratterizzarsi sempre più come una vetrina per artisti emergenti, invitati a presentarsi con un “atto unico” che investe l’intera stanza.