(AGENPARL) – mar 27 febbraio 2024 Nota di Donatella Porzi (Misto)
(Acs) Perugia, 27 febbraio 2024 – “Quale azienda privata riuscirebbe a
sopravvivere ad un cambio continuo dei propri dipendenti? Come potrebbe
essere efficace un pit stop in una gara di Formula Uno se il team dei
meccanici non ha alcun coordinamento al lavoro di gruppo? E come può la
scuola garantire la qualità dei percorsi formativi se un insegnante su
quattro è precario e c’è un turnover continuo che mette a dura prova la
sua tenuta? I dati emersi da numerosi rapporti, tra i quali il report
appena pubblicato dalla Uil, che ha messo a confronto gli anni scolastici
2015/2016 e 2023/2024, confermano un precariato nella scuola sempre più
marcato nel nostro Paese”. Lo evidenzia il consigliere regionale Donatella
Porzi (Misto).
“In Umbria – spiega Porzi – le cose non vanno diversamente: la percentuale
dei docenti supplenti è salita dal 13 ad oltre il 23 per cento, in pratica
uno su quattro ha un contratto a tempo; quella del personale ATA dal 12,55 al
23,33 per cento; particolarmente critica la situazione per il sostegno, dove
si sfiora addirittura il 65 per cento, con una crescita di poco inferiore ai
30 punti. Alimentare il precariato significa accrescere l’incertezza sul
proprio futuro di tanti lavoratori che, se non bastasse, restano senza
stipendio per mesi, come realmente sta accadendo, e sono costretti a grandi
sacrifici per pagare affitto o trasporti. Significa ostacolare il lavoro
della governance della scuola, che fa fatica a condividere Piani e progetti
di lungo termine con i docenti (pensiamo al PON) perché non c’è il tempo
necessario per farlo. Significa una discontinuità didattica che penalizza
fortemente la formazione di ragazzi costretti a cambiare insegnanti anche
nell’arco dello stesso anno scolastico, in particolare i soggetti più
fragili e paradossalmente meno tutelati perché i docenti possono scegliere
di lasciare il sostegno dopo 5 anni”.
“I numeri – prosegue Porzi – non sono altro che il frutto del fallimento di
politiche scolastiche che continuano a tamponare i buchi in situazioni di
emergenza. I prossimi concorsi sarebbero stati una buona occasione, ma è
certo che i posti a disposizione non saranno sufficienti a coprire il gap
attuale. Occorre prevedere sistemi di reclutamento più snelli e incrementare
le risorse per le nuove assunzioni e per stabilizzare il personale già in
forze. Perché non attivare anche sistemi incentivanti per far sì che le
persone siano motivate a restare, soprattutto per le tipologie di
insegnamento che determinano maggiore impatto sugli studenti, qual è quella
del sostegno? Crediamo davvero che ci costerebbe di più rispetto a quanto si
sta spendendo ora per alimentare il precariato?”. RED/mp
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/76699
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