(AGENPARL) – mar 06 febbraio 2024 A Bori (Pd) risponde l’assessore Coletto: “la Regione ha definito uno
specifico programma di recupero delle liste di attesa sia per le prestazioni
ambulatoriali che per quelle chirurgiche. Per rispondere al meglio stiamo
aspettando le dotazioni standard da parte del Ministero della Salute”
(Acs) Perugia, 6 febbraio 2024 – Nella sessione ‘Question time’ della
seduta odierna dell’Aula di Palazzo Cesaroni, il consigliere Tommaso Bori
(Pd) ha chiesto all’assessore alla Sanità, Luca Coletto gli intendimenti
della Giunta regionale circa la “Mobilità passiva e le liste di attesa,
agende di prenotazioni chiuse”.
Nello specifico, Bori ha chiesto all’Esecutivo di sapere “se corrisponde
a verità il metodo di calcolo utilizzato per nascondere i ritardi nelle
prestazioni indicato nell’inchiesta giornalistica; se corrisponde a verità
la notizia della chiusura delle agende di prenotazione per alcune visite
specialistiche, cosa che, se confermata, sarebbe contro la legge; cosa
intende fare per arginare il problema relativo ai tempi di attesa delle
prestazioni sanitarie; come intende procedere per compensare l’evidente
fenomeno della mobilità passiva; se è previsto un piano di assunzioni, da
realizzarsi in tempi brevi, sia del personale sanitario che di quello
tecnico, per evitare la fuga verso altre regioni; se ha preso in
considerazione l’ipotesi di un adeguamento retributivo del personale medico
e sanitario che opera nella nostra regione”.
Illustrando il suo atto ispettivo, Bori ha detto di “apprezzare
l’iniziativa della presidente della Regione Tesei e dell’assessore
Coletto che, prendendo esempio dai nostri sopralluoghi sanitari, stanno
visitando anche loro le strutture. Siamo contrari a piani straordinari per
l’abbattimento delle liste di attesa perché serve una normale gestione di
questa attività. Da un’inchiesta del Corriere della Sera (Dataroom) è
emerso che il problema è il metodo di calcolo dei tempi delle prestazioni: i
tempi di attesa monitorati dalla regione infatti prendono in considerazione
il numero dei giorni che trascorrono dalla chiamata del paziente al CUP per
prenotare, alla data dell’appuntamento. Se però gli rispondono che in quel
momento non c’è posto e lo invitano a ritelefonare dopo una o due
settimane, la data che farà fede è quella della seconda chiamata, nella
quale l’operatore fisserà effettivamente l’appuntamento, e non la data
della prima chiamata, della quale non resta traccia anche se in realtà la
sua attesa è iniziata da allora: in questo modo tutti i tempi di
prenotazione risultano più brevi. La stessa inchiesta pone in evidenza anche
come sia paradossale il fatto che prima si ha necessità di una visita, più
tardi si chiama; dai dati Agenas risulta infatti che soltanto il 18% dei
pazienti chiama per fare la prenotazione il giorno stesso che ha la ricetta,
se deve fare un esame entro 72 ore, il 41% se deve farlo entro 10 giorni, il
51% se deve farlo entro 60 giorni. Tale ragionamento porta all’ipotesi che
la telefonata di prenotazione venga fatta subito, ma soltanto al 18% dei
pazienti viene assegnata l’immediata disponibilità; gli altri vengono
invitati a richiamare la settimana successiva perché non c’è posto,
cosicché una buona parte si rivolgerà allora al privato mentre il resto non
avrà la visita nei tempi previsti; non avendo però lasciato traccia del
tentativo compiuto non entreranno nei dati monitorati: saranno registrati,
eventualmente, alla successiva chiamata se e quando sarà loro assegnato il
servizio. Con questo meccanismo, quasi tutti quelli che prenotano ottengono
la prestazione nei tempi previsti, per il semplice fatto che il calcolo non
parte dalla prima telefonata, ma da quella in cui viene fissato
l’appuntamento. È necessario superare la logica del piano straordinario di
abbattimento delle liste di attesa per iniziare a programmare il
funzionamento efficace, efficiente e ordinario del sistema, a partire
dall’accesso delle prestazioni per la prima diagnosi, e collocare
temporalmente, in modo corretto, il calendario dei controlli. La scelta del
privato convenzionato ha avviato un circolo vizioso nel quale a pagare sono
sempre i cittadini più deboli”.
L’assessore Coletto ha risposto che: “Rispetto al calcolo dei tempi di
attesa, esso avviene nel rispetto delle indicazioni ministeriali, tra data di
prescrizione, di prenotazione e di ingresso nel percorso di tutela: dipende
dal momento in cui l’utente procede effettivamente alla prenotazione, poi
influenzata dalla libera scelta dell’utente che decide volontariamente di
non entrare nel percorso di tutela se non è disponibile una data per la
prenotazione. Nonostante sia stato attivato il percorso per i fragili, over
65, oncologici ed invalidi, per i quali la zona di garanzia è il distretto
di residenza, esistono ancora molti utenti che preferiscono non entrare nel
percorso tutela per poter scegliere dove effettuare le prestazioni. Si
evidenzia che a livello regionale da sempre si monitora il tempo e gli utenti
che devono attendere oltre la soglia delle priorità cliniche. Rispetto alle
agende di prenotazione, queste, per i primi accessi sono aperte e non
risultano chiuse. C’è tra l’altro l’accesso diretto da parte della
amministrazione pubblica anche per quanto riguarda i privati convenzionati.
Quanto ai tempi di attesa per le prestazioni, la Regione ha definito uno
specifico programma di recupero delle liste di attesa sia per le prestazioni
ambulatoriali che per quelle chirurgiche. Il programma di recupero delle
liste di attesa richiesto dal Ministero prevedeva azioni per le prestazioni
di screening (esaudite in toto), le prestazioni di specialistica
ambulatoriale e le prestazioni di ricovero. La Regione, nel rispetto delle
indicazioni ha redatto il programma di recupero delle prestazioni per gli
anni 2020-2021-2022, trasmesso al Ministero lo scorso mese di luglio. Nel
rispetto del programma sono stati assegnati gli obiettivi ai Direttori
generali delle Aziende sanitarie. Per il recupero delle liste di attesa sono
state definite le azioni per le prestazioni ambulatoriali e implementate le
azioni di monitoraggio periodico della genesi, tipologia dei percorsi di
tutela che ha consentito la progressiva riduzione degli stessi. Il numero dei
percorsi di tutela è fortemente diminuito secondo i dati dello scorso mese
di gennaio. La percentuale di prescrizione prenotata attraverso lo smart cup
è passata dal 3,24 per cento del 2022 all’11,42 per cento del 2023. Il
numero delle prese in carico è passato da 276mila del 2022 a 1 milione
14mila del 2023. Rispetto al monitoraggio, in generale, è attiva una task
force regionale per il governo delle liste di attesa istituita nel febbraio
2023. Rispetto alla mobilità, al fine di adempiere al mandato normativo, il
Ministero della Salute, in collaborazione con Agenas, ha elaborato linee
guida in base alle quali ciascuna Regione ha redatto il piano di
miglioramento della mobilità sanitaria. La Regione Umbria, nello scorso mese
di settembre, ha provveduto a trasmettere il piano come richiesto dal
Ministero. Il Piano suddetto ha individuato le categorie prioritarie della
mobilità da recuperare. Abbiamo quindi trasmesso alle quattro Regioni
confinanti (Toscana, Emilia Romagna, Marche e Lazio) i documenti necessari
per avviare i lavori di stipula per gli accordi di confine. Con le Regioni
Toscana e Emilia Romagna si sono già svolte le prime riunioni per definire
accordi su base triennale. Si potranno definire attività di collaborazioni
specifiche con ospedali pediatrici. Il piano di reclutamento del personale
delle Aziende di servizio sanitario regionale viene annualmente definito
dalle stesse Aziende con l’adozione del piano triennale del fabbisogno. Il
documento individua le unità di personale che potranno essere reclutate nel
corso di ciascun anno di riferimento ed in via prospettica si protrae alle
successive annualità. La Regione ha esortato le Aziende ad esprimere, nei
piani di fabbisogno, la massima capacità assunzionale possibile. Sono stati
forniti tutti gli ulteriori strumenti consentiti dalla normativa nazionale
volti a massimizzare la possibilità assunzionale da parte delle Asl. Sono
state assegnate risorse da destinare ad assunzioni extra tetto per il
potenziamento dell’assistenza territoriale, riordino delle rete
ospedaliera. Agenas sta preparando le dotazioni standard di personale, a
livello nazionale, per cui sapremo precisamente quali saranno le dotazioni
minime, standard da assegnare per l’efficacia di erogazione delle
prestazioni. La Regione, al fine di fornire alle Aziende sanitarie regionali
strumenti operativi per consolidare e rendere stabili le preziose risorse
umane professionali che lavorano nel servizio sanitario regionale, oltre che
per ridurre la dispersione, lo scorso 18 ottobre ha sottoscritto e recepito
l’accordo per la valorizzazione delle professionalità acquisite dal
personale che ha prestato servizio durante l’emergenza Covid. Per quanto
concerne l’adeguamento retributivo va ricordato che a livello nazionale,
negli ultimi dieci anni sono stati tagliati 37 miliardi di euro. Mi auguro
che rispetto agli accordi collettivi nazionali, il Governo provveda al più
presto a coprire con risorse adeguate il ruolo di medici, infermieri, oss
collegati all’erogazione delle prestazioni sanitarie. La Regione, con
riferimento all’indennità di pronto soccorso, ha prontamente avviato un
confronto con le rappresentanze regionali delle associazioni sindacali allo
scopo di definire i criteri di riparto delle risorse, sottoscrivendo lo
scorso 14 giugno 2023 il relativo accordo procedendo a successivo atto per il
trasferimento delle risorse alle Aziende sanitarie regionali. In tema di
prestazioni aggiuntive, richieste dalle Aziende, sono state destinate risorse
volte a incrementare il valore delle tariffe orarie delle prestazioni in
argomento. Tale ulteriore strumento normativo consentirà alle Aziende
sanitarie, per il 2024, di valorizzare ulteriormente il lavoro dei propri
professionisti. Rispetto alle liste di attesa, si tratta di un fenomeno
generale presente, purtroppo, in tutte le regioni conseguente al fenomeno
pandemia che ha comportato l’ampliamento delle già lunghe liste di attesa,
che stanno aumentando sempre più e sono collegate all’invecchiamento della
popolazione. Per dare adeguate risposte stiamo aspettando le dotazioni
standard da parte del Ministero della Salute al fine di rendere
l’erogazione standard come avviene a livello nazionale”.
Nella replica, Bori, ha detto di confermare “una grave preoccupazione. Sono
contrario ai piani straordinari di abbattimento delle liste di attesa perché
bisogna andare su una gestione ordinaria del fenomeno. Dai dati risulta che
in Umbria il 97 per cento delle tac viene erogata nei tempi giusti, come pure
l’87 per cento delle risonanze magnetiche, il 90 per cento delle ecografie,
il 94 per cento delle visite cardiologiche. Questi dati però cozzano con la
realtà. Noi stiamo parlando con gli operatori sanitari e i pazienti, e tutti
lamentano che non c’è corrispondenza tra la prenotazione e
l’effettuazione delle visite. Le chiedo di verificare ed approfondire la
situazione perché se c’è una gestione non adeguata da parte di Punto Zero
o se ci sono trucchi messi in atto per manipolare la questione delle liste di
attesa va approfondito”. AS/
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/76581