(AGENPARL) – mar 19 dicembre 2023 Le relazioni di maggioranza e minoranza
(Acs) Perugia, 19 dicembre 2023 – Iniziata la sessione di bilancio
dell’Assemblea legislativa: l’Aula di Palazzo Cesaroni ha ascoltato le
relazioni di maggioranza (Daniele Nicchi) e di minoranza (Simona Meloni-PD)
sul documento contabile di previsione per il 2024-2026.
Daniele Nicchi (Relatore di maggioranza – presidente Prima commissione):
“La manovra triennale di finanza regionale è composta dal Disegno di legge
di Stabilità regionale, contenente 8 articoli, con norme esclusivamente tese
a realizzare effetti finanziari con decorrenza dal primo anno considerato nel
bilancio di previsione, nonché dal Bilancio di Previsione medesimo,
costituito da 11 articoli, che rappresenta il documento contabile
fondamentale per lo stanziamento, la gestione, il controllo ed il
monitoraggio delle risorse finanziarie della Regione.
Il contesto economico finanziario nel quale avviene la presentazione della
manovra di bilancio è ancora caratterizzato da una generale incertezza dei
mercati; nonostante la diminuzione dei prezzi delle materie prime
energetiche, la domanda interna ha registrato una riduzione a causa
principalmente dell’elevato tasso inflazionistico, che ha determinato un
rallentamento del ciclo economico. Il quadro finanziario regionale di
riferimento per la programmazione 2024 – 2026 è quindi dettato
principalmente dalle politiche adottate dal governo centrale per contrastare
questa riduzione del potere di acquisto e del reddito disponibile a favore
delle famiglie e delle imprese, per favorire la ripresa della domanda. Gli
obiettivi delle manovre programmate dal governo sono quelle di orientare la
manovra del bilancio a principi di prudenza, cercando un punto di incontro
tra le politiche di sostegno all’economia e l’obiettivo di assicurare il
rientro del deficit al di sotto della soglia del 3% del PIL come previsto dal
patto di stabilità e crescita entro il 2026.
La manovra di bilancio 2024-2026 presentata dal governo in parlamento il 30
ottobre 2023 prevede principalmente, tra i vari obiettivi, il taglio al cuneo
fiscale sul lavoro, misure di sostegno alle famiglie e alla genitorialità,
la prosecuzione dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego (con
particolare riferimento al settore della sanità) e il potenziamento degli
investimenti pubblici dando priorità a quelli previsti nell’ambito del
PNRR.
IL DDL di bilancio 2024 – 2026 prevede un contributo alla finanza pubblica da
parte delle regioni di 350 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal
2024 al 2028. Oltre a tale contributo, si aggiunge quello già richiesto alle
regioni con la legge di bilancio dello Stato 2021, per circa 200 milioni di
euro annui per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025. Per la Regione Umbria,
tale contributo, per gli esercizi 2023 – 2025, ammonta a circa 3 milioni 400
mila euro, a cui si sommerebbe dal 2024 l’ulteriore contributo previsto dal
DDL bilancio 2024 – 2026 stimato in circa 6,2 milioni di euro annui.
Alla luce del quadro finanziario appena illustrato, la manovra di bilancio
della nostra regione per il triennio 2024 – 2026, è stata costruita con
l’obiettivo prioritario del rispetto dei vincoli e degli obiettivi di
bilancio e dell’ottimizzazione delle risorse disponibili. Tra le linee
direttrici della manovra figurano infatti: l’invarianza della pressione
fiscale e il mantenimento delle agevolazioni fiscali esistenti; la garanzia
della salvaguardia degli equilibri di bilancio condizionati dagli impatti
dell’inflazione e dall’aumento dei tassi di interesse; la massima
prudenza per le previsioni di spesa, con il contenimento della spesa per il
funzionamento dell’ente e con la razionalizzazione dei costi delle agenzie
e degli organismi regionali; il rafforzamento del sostegno alle famiglie e
alle persone a basso reddito; la prosecuzione del finanziamento del sistema
del trasporto pubblico locale; l’incremento delle spese per gli
investimenti diretti che rappresentano importanti strumenti per la ripresa e
lo sviluppo economico e la competitività dell’Umbria, anche attraverso la
contrazione di nuovi mutui.
Nel bilancio 2024 – 2026 si è provveduto con priorità ad adeguare gli
stanziamenti relativi al funzionamento dell’ente. Si è inoltre provveduto
a stanziare nell’esercizio 2024 le risorse per far fronte alle spese per le
elezioni regionali previste alla fine del prossimo anno, spese che sono
stimate ad oggi in 3,2 milioni di euro. Lo stanziamento annuale previsto per
le spese di organizzazione e funzionamento dell’Assemblea legislativa è
stato incrementato di 100 mila euro per ciascuno degli esercizi 2024 – 2026.
Inoltre, nell’esercizio 2024, è previsto uno stanziamento di circa 460
mila euro per interventi di adeguamento antincendio della sede di Palazzo
Cesaroni in gestione all’Assemblea legislativa.
Nel settore trasporti e viabilità è previsto un incremento di 6 milioni di
euro nel 2024 per il servizio di trasporto pubblico locale, 500 mila euro per
il Minimetro’ di Perugia, 525 mila euro per il servizio di abbonamento
annuale agevolato per gli studenti universitari; ed ancora, nel triennio in
questione, sono state confermate risorse pari a 3 milioni di euro per
interventi di manutenzione straordinaria da parte delle Province sulle strade
regionali, e risorse pari a 4 milioni di euro per il 2024 per finanziamento
dell’infrastruttura Aeroporto Internazionale San Francesco di Assisi.
Per il turismo si registra un incremento di 300 mila euro nel 2024 per
interventi di promozione. Per le politiche culturali, nell’anno 2024, gli
incrementi sono pari a 50 mila euro per lo spettacolo, 50 mila euro per le
biblioteche, 30 mila euro per il sistema museale, 20 mila euro per le
manifestazioni storiche e 150 mila euro per l’Istituto superiore di studi
musicali di Terni “Giulio Briccialdi”.
Nel settore agricoltura sono previsti nel 2024 diversi interventi tra i
quali: 20 mila euro per interventi in materia di fiere, mostre, mercati e
manifestazioni del settore agroalimentare; finanziamento di 150 mila euro per
l’organizzazione e sviluppo per la filiera delle carni selvatiche;
incremento di euro 120 mila per il piano forestale regionale.
Per il sociale e welfare sono previsti il rifinanziamento di 250 mila euro
degli interventi al sostegno dell’invecchiamento attivo, l’incremento di
50 mila euro del contributo annuale all’associazione Umbria contro
l’usura, il rifinanziamento di 500 mila euro degli interventi a sostegno
della natalità e l’incremento di 1 milione di euro per il fondo regionale
per la non autosufficienza.
Nel settore sanità, nel 2024, sono previsti l’incremento di 500 mila euro
per gli indennizzi ai soggetti danneggiati da emoderivati, e il
cofinanziamento del 5% del programma di edilizia sanitaria e ammodernamento
tecnologico del patrimonio sanitario pubblico, con un reperimento di risorse
per oltre 7 milioni di euro.
Per lo sviluppo economico sono previsti: rifinanziamento di 50 mila euro
all’artigianato, incremento di circa 386 mila euro alle Unioni dei Comuni, il
rifinanziamento di 10 mila euro al premio “Sagra eccellente
dell’Umbria”, e di 70 mila euro per la cooperazione.
Nel settore ambiente e territorio sono previsti il rifinanziamento nel 2024
di 100 mila euro per interventi di manutenzione del demanio idrico regionale,
nonché il rifinanziamento, anche nell’esercizio 2026, di 1,5 milioni per
la manutenzione straordinaria dei corsi d’acqua del reticolo idrogeologico
regionale.
La manovra di bilancio, inoltre, garantisce il sostegno agli investimenti,
confermando nel 2024 e nel 2025 gli investimenti già autorizzati per un
totale di 15,4 milioni nel 2024 e 14,6 milioni nel 2025, ai quali si
aggiungono investimenti per interventi diretti di manutenzione del patrimonio
regionale, per circa 574 mila euro nel 2024, 1,6 milioni nel 2025 e 7 milioni
nel 2026, che riguardano anche le sedi della Giunta regionale e
dell’Assemblea legislativa.
Nel bilancio 2024 – 2026 sono stati poi adeguati gli accantonamenti
obbligatori per legge, quelli per il fondo contenzioso, pari a 5 milioni di
euro complessivi nel triennio, e quelli al fondo crediti di dubbia
esigibilità pari a 55,5 milioni di euro nel triennio.
Per quanto riguarda la programmazione europea 2021 – 2027, la piena
attuazione degli interventi previsti nell’ambito dei programmi regionali
rappresenta una priorità strategica per il triennio 2024 – 2026. Le risorse
finanziarie attribuite alla nostra regione per il settennio 2021 – 2027 sono
costituite da oltre 523 milioni di euro per il FESR, e da oltre 289 milioni
di euro per il programma FSE+, oltre a circa 534 milioni di euro per il
completamento dello sviluppo rurale per l’Umbria 2023 – 2027. In aggiunta a
tali importanti risorse, la nostra Regione potrà disporre di quelle del FSC
nell’ambito della politica per lo sviluppo e la coesione, pari ad oltre 237
milioni di euro. Il fondo di riserva per le autorizzazioni di cassa è pari
ad oltre 347 milioni di euro”.
Simona Meloni (PD – Relatrice di minoranza): “Ci apprestiamo a discutere un
bilancio di natura prevalentemente tecnica, con poca anima e poca visione,
non adeguato alla fase straordinaria che l’Umbria, come il resto
d’Italia, stanno vivendo a causa del post pandemia, della crisi energetica,
dell’inflazione e della guerra. Siamo di fronte ad un Bilancio che lascia
ben poco margine di manovra. Un Bilancio per lo più ingessato che consente
una scarsissima discrezionalità rispetto alle politiche regionali. Gran
parte delle risorse sono vincolate, per far fronte alle spese di
funzionamento dell’Ente, agli obblighi derivanti dalla normativa nazionale.
Il Bilancio deve poi fare i conti con le spese per il funzionamento degli
enti e agenzie regionali che drenano sempre maggiori risorse. Rimangono 58
milioni di euro che potrete utilizzare per intervenire a sostegno dei diversi
settori. Ovvero solo 4,14% delle entrate totali. Nel 2024 questa quota scende
a 39 milioni (3,75%) nel 2025 la percentuale cala ulteriormente al 3,74%. La
sensazione è quella di un bilancio in progressivo irrigidimento che porta ad
un conseguente ricorso ad un maggior debito per fare fronte sia alle
necessità che agli obblighi. Mancano risorse disponibili dunque. Si
autorizza nuovo debito per far fronte alle necessità e per chiudere
sostanzialmente il bilancio. Il Bilancio di Previsione sembra non raccogliere
nessuna delle criticità e delle contraddizioni attuali e rischia di
rappresentare l’ennesima occasione persa per la nostra regione, ritengo
gravissime le carenze che caratterizzano questo bilancio sulle politiche
sociali e sanitarie. Con queste motivazioni, il Gruppo PD intende avanzare in
questa aula alcune proposte emendative.
Nel documento in esame oggi, non si è lasciato spazio adeguato a cinque
grandi priorità su cui noi intendiamo invece agganciare il rilancio della
nostra regione: mi riferisco all’ambiente, ai giovani, al sociale, sanità
e legalità.
Sul sociale, duole riscontrare il progressivo indebolimento della rete di
protezione sociale familiare e di comunità. Serve tornare ad avere cura di
chi si trova in difficoltà, offrire nuove opportunità e contrastare il
rischio di esclusione sociale. Ci preoccupano, in particolare, alcuni bisogni
non ascoltati. Prima di tutto quello della casa. L’emergenza abitativa sta
travolgendo le nostre città. E poi le non autosufficienze, dai disabili agli
anziani, non adeguatamente protetti dalle politiche regionali.Occorrono
riforme e risorse strutturali per la conciliazione cura-lavoro. Serve un
piano sociale straordinario, politiche di welfare proiettate verso il lungo
periodo, ma con benefici immediati sulle giovani famiglie, è ciò che serve
per favorire la natalità e combattere l’inverno demografico.
Crediamo sia opportuno avanzare la proposta di sperimentazione di politiche
pubbliche che portino alla completa gratuità delle rette per i servizi
pubblici quali gli asili nido.
Sul tema della lotta alle disuguaglianze sottolineo che la povertà, oggi, in
Umbria sta diventando “strutturale” ed è sempre meno determinata dal solo
fattore migratorio, infatti la componente straniera è diminuita, mentre
quella italiana è aumentata. Occorre assolutamente investire su strumenti di
lotta alla povertà, il 10% delle famiglie vive in condizioni di povertà
relativa, su un welfare collaborativo a quattro mani, composto dal pubblico,
dal mercato e dalle società civili intese come cittadini ed imprese. La
lotta alle disuguaglianze si combatte sconfiggendo le criticità date dal
mercato del lavoro, dal sistema dell’istruzione, dalla condizione abitativa e
dal sistema sanitario.
Andando avanti, se c’è un comparto da cui si deduce in maniera evidente lo
scivolamento verso il basso di cui è stata protagonista la nostra Regione in
questi anni è la sanità pubblica. Le liste d’attesa infinite,
l’impoverimento della medicina territoriale, la sotto dotazione di interi
settori come la salute mentale o la prevenzione delle dipendenze, la mancanza
di innovazione sono solo gli esempi più noti di un sistema sanitario
regionale oggettivamente non più in grado di corrispondere ai bisogni
crescenti di una popolazione regionale che invecchia. Su questo fronte c’è
indubbiamente anche una corresponsabilità del Governo nazionale, che non sta
dando risposte adeguate. Ma allo stesso modo riteniamo che la Regione Umbria,
un tempo una eccellenza, stia assistendo, colpevolmente inerte, a questa
pericolosa deriva. Noi vogliamo, invece, che su questo piano la nostra
regione torni ad essere un presidio avanzato di cura, abbandonando la strada
della delega al privato e recuperando la funzione pubblica e universale della
garanzia alla salute delle persone.
Anche sul tema della legalità l’impegno della Giunta regionale è
decisamente inadeguato, malgrado ci siano strumenti e competenze. Proprio
sulla criminalità e l’illegalità, gli imprenditori umbri hanno più volte
manifestato una preoccupazione seria.
La sicurezza nel territorio, infatti, va perseguita non solo incrementando la
vigilanza e le azioni repressive, ma rafforzando anche il presidio dei
servizi, gli spazi di socialità e gli strumenti di accoglienza e
integrazione all’interno delle comunità.
Si ritiene inoltre fondamentale anche un impegno concreto per rafforzare la
promozione e la diffusione della legalità, i sistemi di prevenzione della
corruzione, la trasparenza e l’accesso agli atti della pubblica
amministrazione, gli strumenti digitali di protezione dei dati, in
particolare di quelli sensibili. Inoltre, riteniamo anche cruciale la
formazione nei confronti della Pubblica Amministrazione in termini di
gestione degli appalti.
Un altro tema su cui insistiamo da anni riguarda i giovani; ormai da diversi
anni l’Umbria non sembra essere più particolarmente attrattivo per le
giovani generazioni. tremila giovani lasciano la nostra regione. Le politiche
multisettoriali rivolte ai giovani devono essere rafforzate, divenire
centrali nell’agenda politica, mettendo al centro le 4 leve principali: la
formazione e l’istruzione che sia pubblica e universale per tutti,
l’inserimento lavorativo e la promozione dei talenti, l’accesso alla casa
e ai servizi. Serve un grande piano di investimento sulle politiche giovanili
come destinatari principali di nuove opportunità.
Sul tema dell’ambiente chiediamo di investire da un lato innescando
meccanismi sostenibili di sviluppo nuovo, e dall’altro incentivando azioni
di contrasto al cambiamento climatico e rimediando ai danni già arrecati
all’ambiente dal consumo di suolo.
In Umbria c’è bisogno di riavviare un meccanismo di sviluppo e per farlo
dobbiamo ispirarci anche alle migliori esperienze del regionalismo umbro e
quindi delle politiche pubbliche sviluppate nei decenni passati. Oggi abbiamo
bisogno di ispirarci alla voglia di primeggiare ancora a livello nazionale.
Le città sono sempre più importanti, c’è un’economia dei servizi, della
cultura, della conoscenza che si sviluppa soprattutto nelle città e il
futuro sarà sempre più competitivo se esse saranno competitive.
In conclusione, credo che abbiamo bisogno di recuperare la Regione in
qualità di ente territoriale di governo delle politiche di sviluppo. C’è
bisogno di una nuova alleanza tra le Regioni e il nuovo Governo che ci metta
in grado di fronteggiare le crisi e anche di indirizzare nuove politiche di
crescita e di sviluppo. Il lavoro, l’occupazione e la crescita del Pil sono
tra le grandi sfide del Paese. Le Regioni dovranno riassumere un ruolo
centrale, sennò resteranno in prima linea sulle gravi crisi economiche,
sulla gestione delle cassa integrazione, sulle aziende che chiudono, ma con
sempre meno strumenti attivi, concreti, per contrastare il disagio diffuso.
Occorre mettere insieme le forze del territorio e affrontare le emergenze
attuali con coraggio ed apertura, penso anche al rapporto con le regioni
limitrofe e al ruolo dell’Umbria nell’Italia mediana, tema sempre più
importante nel tempo che viviamo. L’Umbria è davanti a un bivio:
rassegnarsi al declino o provare a rilanciarsi diventando una Regione davvero
resistente e leggera, che liberi risorse e non rimanga ostaggio di se stessa.
So bene che a pochi mesi dal voto non sarà possibile avviare una stagione di
riforme. Ma sarebbe necessaria. Sarebbe importante condividere almeno un’idea
comune che porti l’impianto complessivo su cui si regge il sistema regione,
ad essere maggiormente sostenibile, salvaguardando innanzitutto la sanità,
la scuola, l’innovazione e il lavoro”. RED/
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/76372