(AGENPARL) – ven 15 dicembre 2023 Nota del portavoce della minoranza all’Assemblea legislativa dell’Umbria,
Fabio Paparelli
(Acs) Perugia, 15 dicembre 2023 – “Come spesso accade ormai da 4 anni a
questa parte, l’Umbria si conferma inadeguata ed in regressione, nonostante
la continua propaganda della presidente della Regione Donatella Tesei, specie
quando si parla di sanità e sviluppo economico. A metterlo nero su bianco,
questa volta, è stata Agenas ovvero, l’Agenzia nazionale per i servizi
sanitari regionali”. Lo rileva il portavoce della minoranza all’Assemblea
legislativa dell’Umbria, Fabio Paparelli.
“Il riferimento – spiega il consigliere regionale Pd – è alla rete
oncologica regionale che viene definita nella report recentemente pubblicato
‘ancora inadeguata’, perché ha dimostrato di non avere una buona presa
in carico del malato, non è integrata con l’attività territoriale e con
il sistema delle curie palliative, con la conseguente fuga di molti pazienti
verso altre regioni più attrezzate. L’Umbria condivide questo triste
primato con la Calabria, il Molise, la Sardegna, la Basilicata e l’Abruzzo.
Dati che vedono la Regione in sensibile e progressivo peggioramento dal 2020.
Fino al 2018/19 infatti l’indice di performance risultava medio alto, tra i
7 e i10 punti in più, rispetto all’attuale. E questo basta a definire il
livello che abbiamo raggiunto. Ritengo che tra i fallimenti di questa Giunta
regionale, quello consumato sulla rete oncologica sia tra i più odiosi e
inaccettabili. Non essere in condizione di dare risposte adeguate a quanti
vivono il dramma del cancro è una colpa grave. La sanità è stata lasciata
al suo destino ormai da quattro anni. La Regione non è stata all’altezza
di fronteggiare in maniera adeguata l’emergenza Covid ne, tantomeno, di
fare uno straccio di programmazione. Anzi, in virtù dello stato
d’emergenza ha smantellato progressivamente il sistema pubblico con tagli
lineari su farmaci, investimenti, cure e servizi. Appare quanto mai surreale,
che la stessa Giunta regionale si sia affrettata in questi giorni a fornire
dati trionfalistici, specie sul fronte delle liste di attesa. La verità, è
che una buona parte del recupero dichiarato sulla carta è avvenuto in
seguito alla cancellazione dalle liste per evidenti ritardi incompatibili con
le esigenze dei cittadini e alla chiusura delle agende, cosa non consentita
dalla legislazione vigente e su cui occorre fare chiarezza”.
“Sono molte – prosegue Paparelli – le segnalazioni che abbiamo ricevuto
in proposito. Tutte quante riportano la stessa dicitura: ‘Non è stato
possibile prenotare alcun appuntamento, in quanto tutte le liste risultano
bloccate’. Questo è il messaggio delle segnalazioni che rimanda il sistema
di prenotazione. Rispetto a ciò, spiace dover constatare che, a fronte di un
piano per le liste d’attesa che avevamo elaborato nel 2019 e lasciato in
dote a questa Amministrazione regionale, che prevedeva oltre 6 milioni di
euro per assunzioni, estensioni degli orari di apertura degli ambulatori e
convenzionamenti, siamo ancora in una situazione emergenziale. I software dei
Cup non funzionano a dovere, dato che i cittadini vengono spediti in ogni
parte dell’Umbria a fare esami e consulenze specialistiche, tranne che nei
loro comuni di residenza. E’ del tutto evidente che gli anziani, così come
i meno abbienti, a fronte di viaggi di 100 chilometri, o si rivolgono a
privati o rinunciano alle cure. Sul fronte della programmazione siamo ancora
all’anno zero. Manca, e viene da dire paradossalmente, per fortuna, un
piano sanitario approvato e una nuova convenzione con l’università. Manca
anche un piano di lotta alle povertà e interventi sul sociale. In
particolare sul territorio ternano, il nuovo ospedale di Terni è ancora una
chimera e quello di Narni-Amelia attende da troppi anni la posa della prima
pietra. Il tema della mancata programmazione è al centro della nostra
critica e investe anche altri settori della vita regionale. Il Defr
recentemente approvato, oltre a non riportare alcun risultato tangibile
conseguito in 4 anni, salvo rare eccezioni, non disegna il futuro sviluppo
della nostra Regione, ma appare come un documento di buone intenzioni. Il
verbo più utilizzato nel Defr è ‘faremo’. Segnalo però, che la
Legislatura volge al termine e non si sa bene cosa verrà fatto di così
risolutivo in questi pochi mesi che ci separano dal voto”.
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