(AGENPARL) – mar 28 novembre 2023 Accorpate due separate mozioni, una del gruppo Pd e l’altra bipartisan. Tra
gli impegni chiesti alla Regione anche quello di valutare, nei casi di
femminicidi avvenuti sul territorio regionale, la costituzione di parte
civile al fianco delle vittime
(Acs) Perugia, 28 novembre 2023 – L’Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato
con voto unanime dei presenti (18) una mozione unitaria contro il
femminicidio. Il documento di indirizzo per la Giunta regionale è stato
sottoscritto dai consiglieri, Meloni, Bettarelli, Bori, Paparelli, Squarta,
Pastorelli, Fioroni, De Luca, Puletti, Castellari, Rondini, Carissimi,
Morroni, Agabiti, Fora, Bianconi, Porzi.
La mozione condivisa rappresenta, in parte, una sintesi delle due
inizialmente presentate da parte del gruppo Pd (prima firmataria la
capogruppo Meloni): ‘Misure di intervento volte a contrastare i fenomeni di
femminicidio e ad intensificare le azioni di prevenzione e di coordinamento
rispetto alla violenza di genere’, l’altra bipartisan firmata da
Bettarelli (Pd), Castellari, mancini e Puletti (Lega) dal titolo:
‘Reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza).
Il dispositivo approvato, illustrato in Aula dal presidente dell’Assemblea
legislativa, Marco Squarta che ha ringraziato gli estensori del documento e
tutti i consiglieri per la condivisione del testo, impegna la Giunta
regionale a: sostenere, garantire ed assicurare continuità ed affidabilità
del servizio nei centri anti violenza, delle case rifugio e degli sportelli
dedicati alle vittime di violenza, attraverso lo stanziamento di fondi
pluriennali del Governo e al contempo per promuovere campagne informative
anche plurilingue riguardo al numero antiviolenza 1522 e le reti antiviolenza
presenti nel territorio nazionale; a promuovere e sensibilizzare la
formazione del personale prevedendo forme di incentivazione in modo che Forze
dell’ordine ed operatori socio sanitari possano riconoscere correttamente e
velocemente i segnali della violenza domestica assistita e più in generale
di genere; a promuovere interventi volti a sostenere l’autonomia economica
e psicologica delle vittime di violenza ai fini dell’inserimento lavorativo
anche attraverso forme di sostegno ad iniziative imprenditoriali e contributi
per la formazione professionale, anche attraverso la diffusione del
protocollo in vigore nella zona sociale 1 e a siglarne uno a anche a livello
regionale; a favorire e concretizzare tutte le misure, i servizi ed il
sostegno possibile alle famiglie, fulcro e centro della crescita e della vita
dei ragazzi e delle ragazze affinché la casa sia sempre il luogo del
confronto, della condivisione, della risoluzione dei problemi senza paura e
senza timori. A partire dalla famiglia devono infatti consolidarsi valori
sani e solidi con cui crescere nel pieno rispetto del valore di ciascuno; a
promuovere in ambito lavorativo, scolastico e formativo e nei luoghi di
istruzione non formale, nei centri di aggregazione sportiva, culturale e di
svago, campagne informative e azioni di sensibilizzazione sul tema
dell’affettività e della cultura del rispetto della donna; a promuovere
nel settore delle comunicazioni e dei media campagne informative e di
sensibilizzazione sul tema rivolte in particolar modo ai giovani, insegnanti
ed operatori del settore per poter favorire modelli positivi nelle relazioni
tra uomini e donne; a farsi portavoce con il Governo centrale affinché le
misure della legge sul femminicidio possano avere tempi rapidi; a snellire i
tempi della presa in carico della donna attraverso una semplificazione ed
agevolazione procedurale per attuare l’allontanamento immediato e
tempestivo tra vittima e aggressore che spesso invece avviene con ritardo; a
promuovere una campagna di sensibilizzazione rivolta agli uomini attraverso
il coinvolgimento del mondo del lavoro chiedendo all’imprenditore e alle
organizzazioni sindacali di favorire iniziative nelle quali i protagonisti
siano gli uomini; a valutare nei casi di femminicidio avvenuti sul territorio
regionale la costituzione di parte civile al fianco delle vittime nei
processi poiché nei casi di particolare impatto per la propria comunità ed
il sentire comune la Regione dovrebbe esercitare un ruolo forte di sostegno,
vicinanza e garanzia di diritti costituzionali”.
Interventi:
Donatella Porzi (Misto): “Ringrazio il presidente Squarta per essersi fatto
carico di questa grande responsabilità rispetto ad una tematica che riguarda
tutti. Bene essere arrivati ad un documento condiviso che ha portato ad una
buona sintesi evitando uno spezzettamento legato a posizioni di bandiera che
su questi temi vanno evitati. Domani sarò chiamata a discutere un progetto
importante in seno al Parlamento europeo anch’esso frutto di una lunga
discussione e confronto, ma dove si è trovata una sintesi condivisa. Il tema
in questione è molto delicato e noi siamo chiamati ad assumerci importanti
responsabilità perché di fronte ad un vero e proprio bagno di sangue di
proporzioni assurde che ci ha travolto con un’onda emotiva a seguito della
morte di Giulia. Bene i lavori che stiamo portando avanti in Commissione
consiliare con importanti audizioni che ci danno la misura del fenomeno.
Dobbiamo intervenire sui vulnus che portano le donne a non denunciare,
dobbiamo lavorare con grandissima responsabilità. Dobbiamo applicare la
legge del 2016 che venne definita tra le più avanzate perché prevedeva
percorsi utili a tutelare donne e figli. Importante aver previsto in questa
mozione uno specifico paragrafo anche per la sicurezza economica delle donne.
Necessaria una formazione specifica per gestire al meglio certe situazioni
all’interno delle strutture che si interfacciano con questa realtà. Mi
auguro che questa attenzione non si esaurisca oggi, ma ci veda impegnati
insieme affinché un giorno la violenza di genere non rappresenti più una
triste realtà”.
Valerio Mancini (Lega): “non ho sottoscritto questa mozione unitaria
perché avrei preferito votare le altre due singolarmente. L’atto che ho
firmato insieme a Bettarelli conteneva un elemento specifico, nella zona
sociale 1 (Città di Castello) ci sono Amministrazioni diverse che hanno
condiviso un comune obiettivo. Rispetto al fenomeno del femminicidio servono
pene più dure e severe per chi fa a pezzi una donna”.
Simona Meloni: “Non ci si può dividere a livello ideologico su questi
temi. Ringrazio chi ha contribuito alla produzione di questa mozione
unitaria. Del resto anche a livello nazionale la legge è stata approvata
all’unanimità, in maniera trasversale. Bene la promozione di una cultura
condivisa, a livello regionale, su questo tema. È importante promuovere la
formazione ed aiutare le strutture esistenti e tutti soggetto che supportano
i percorsi auspicati. Bisogna abbattere gli stereotipi d i pregiudizi ancora
presenti nella società. Ringrazio anche la presidente della Commissione
contro i femminicidi, Puletti per il lavoro che sta facendo. I cittadini,
soprattutto in questioni come questa, guardano le cose che facciamo, al di
là delle appartenenze politiche”.
Michele Bettarelli (Pd): “Condivido con Mancini il fatto che i due atti di
partenza avevano indirizzi leggermente diversi, ma non potevo essere io a
non promuovere una sintesi vista la mia firma in entrambi gli atti.
Sottolineo però che che se c’è una buona pratica come quella promossa
dalla Zona Sociale 1, dove capofila è il Comune di Città di Castello, ma a
cui hanno aderito tutti gli altri Comuni, non è lesa maestà dirlo. Serve la
massima condivisione per la rete antiviolenza”. AS/
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/76256