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Bevagna (PG): Associazione Mercato delle Gaite riconfermato presidente il dottor Claudio Cecconi

(AGENPARL) – BEVAGNA (PG), martedì 10 febbraio 2020 –

GIOVEDI SCORSO 6 FEBBRAIO, SI È TENUTA A BEVAGNA L’ASSEMBLEA PLENARIA DELLE QUATTRO GAITE (L’ARENGO MAGGIORE), CON LA PARTECIPAZIONE DEL SINDACO ANNA RITA FALSACAPPA, DELL’ASSESSORE ALLA CULTURA RITA GALARDINI, PER IL RINNOVO DELLA PRESIDENZA DELL’ASSOCIAZIONE, CHE HA VISTO. LA RICONFERMA A LARGHISSIMA MAGGIORANZA DEL PRESIDENTE USCENTE, IL DOTT. CLAUDIO CECCONI, GIÀ IN CARICA NEL TRIENNIO PRECEDENTE DAL 2017 AL 2019. DOPO AVER RINGRAZIATO TUTTI I COLLABORATORI DELLA ASSOCIAZIONE ED I VOLONTARI DELLE GAITE PER IL SUCCESSO DELLE ULTIME EDIZIONI DEL MERCATO, IL PODESTÀ HA DAPPRIMA ILLUSTRATO I PUNTI PROGRAMMATICI PIU’ IMPORTANTI PER IL PROSSIMO MANDATO, E QUINDI SI È PROCEDUTO CON LE VOTAZIONI A SCRUTINIO SEGRETO, CHE HANNO FATTO REGISTRARE 46 VOTI FAVOREVOLI ED 8 ASTENUTI. IL DOTT. CECCONI, HA CONFERMATO CON ENTUSIASMO IL PROPRIO IMPEGNO PER FAR CRESCERE ULTERIORMENTE LA MANIFESTAZIONE, SEMPRE CON PARTICOLARE ATTENZIONE ALLA QUALITÀ DELLA RIEVOCAZIONE MEDIEVALE, CHE HA PORTATO BEVAGNA ED IL SUO MERCATO ALLA ATTENZIONE DI UN NUMERO CRESCENTE DI TURISTI, VISITATORI E STUDIOSI. NEI PROSSIMI GIORNI SI PROCEDERÀ CON LA NOMINA DEI MEMBRI DEL NUOVO COMITATO ESECUTIVO CHE DOVRÀ COLLABORARE CON IL PODESTÀ NELLA GESTIONE DEGLI EVENTI, A COMINCIARE DAL PROSSIMO APPUNTAMENTO DELLA “PRIMAVERA MEDIEVALE”, CHE SI SVOLGERA NEI GIORNI 24/26 APRILE E DAL 1 AL 3 MAGGIO 2020.

 

Associazione Mercato delle Gaite

Rievocare la quotidianità dell’uomo medievale tra il 1250 e il 1350.

Il Mercato delle Gaite: una manifestazione dai caratteri unici

Sono tante in Italia le manifestazione di rievocazione storica. La maggior parte di esse sono basate su giostre o gare sportive. Da ben 30 anni, il vero punto di forza del Mercato delle Gaite è la riscoperta e la riproposizione della quotidianità dell’uomo medievale tra il 1250 e il 1350.

Il Mercato delle Gaite trae ispirazione dall’antica divisione di Bevagna (PG) in quattro quartieri denominati Gaite. Su di essa si basava l’organizzazione amministrativa della città in epoca medievale.  Lo scopo della manifestazione è quello di ricostruire, con la maggiore attinenza storica e dovizia di particolari, la vita quotidiana degli abitanti del borgo nel periodo compreso tra il 1250 e 1350. A tal scopo, fin dal 1983, un gruppo di studiosi esamina accuratamente lo Statuto del Comune di Bevagna da cui sono tratte le informazioni necessarie alla ricostruzione storica della vita politica, amministrativa, economica e sociale. Per dieci giorni, alla fine di giugno, Bevagna fa un tuffo in questo remoto passato: le antiche botteghe dei mestieri medievali riaprono i loro battenti e riprendono le attività; le strade si popolano di bevanati che in abiti d’epoca vivono la quotidianità dei loro avi mangiando, lavorando, giocando proprio come loro. Oggi come allora, la città si divide in quattro Gaite, ma oggi ognuna rivaleggia con le altre nel tentativo di dare un interpretazione storicamente fedele del ruolo che rivestiva nel Medioevo. Lo spirito di competizione è alla base della animata Manifestazione e si concretizza nella partecipazione a 4 gareGara dei Mestieri, Gara Gastronomica, Gara del Mercato e Gara di tiro con l’arco. Con un complesso sistema a punti, assegnati da studiosi e esperti nei diversi campi e chiamati a giudicare l’attinenza storica delle ricostruzioni, l’ultimo giorno della Manifestazione si decreta il vincitore che riceve in dono il Palio della Vittoria. Il forte spirito di appartenenza alla propria Gaita rende le competizioni molto interessanti e stimola un continuo miglioramento delle proposte delle Gaite nei vari settori, con evidente vantaggio della qualità generale della Festa. Il Mercato delle Gaite è oggi annoverato tra le più importanti manifestazioni storiche dell’Umbria e fa parte dell’Associazione Regionale Manifestazioni Storiche.

Le quattro Gare

Il Mercato delle Gaite, oltre ad essere una festa per i visitatori, è anche una gara a colpi di ricerca storica tra le quattro Gaite. La somma dei punteggi conseguiti nelle singole gare assegna il Palio della Vittoria.

La Storia del Mercato delle Gaite

UNA MANIFESTAZIONE ATTIVA DA OLTRE 30 ANNI

Nata negli anni ’80 come “Festa della Porchetta”, la manifestazione grazie all’intuito dei primi volontari bevanati si è connotata sin da subito per la grande attenzione ai particolare e alla ricerca storica.

Dal longobardo watha, ovvero “guardia”, deriva la denominazione di “guaita o gaita“, termine con cui vengono indicati i quattro quartieri nei quali Bevagna ed il territorio circostante erano suddivisi. La divisione è attestata dagli Statuti comunali giunti fino ad oggi nella redazione del XVI secolo. Sulla base di tale testo si ricreano, durante la Festa, i momenti più rappresentativi e suggestivi rappresentanti le antiche magistrature cittadine, la vita sociale e le attività economiche dell’antica Mevania. La magistratura cittadina ha come suo vertice il Podestà. Proveniente da città lontane almeno sedici miglia dal piccolo borgo, egli resta in carica due mesi. Giunge in città tre giorni prima della nomina ed entra da Porta San Vincenzo, recando con sé due cavalli, un pavese ed una ballistam de osso; è accompagnato da due notai, ad maleficia e ad extraordinaria, da un giudice, da otto armigeri e dai familiares. Davanti alla chiesa di San Vincenzo dona un palio di velluto di seta rosso; giunto nella piazza maggiore assiste alla lettura dello Statuto al quale giura fedeltà. Il Podestà amministra la città insieme ai quattro consoli eletti, di cui si hanno notizia a partire dal 1187, i quali restano in carica due mesi. Consigli ristretti sono: La Cernita – formata da otto uomini – i cui componenti sono addetti alla conservazione del bussolo delle votazioni. Tra gli ufficiali ricordiamo il Camerario, addetto alla tenuta dei libri contabili e il Cancelliere, notaio incaricato della stesura dei verbali dei consigli. Ricordiamo infine che il Podestà nomina otto baiuli addetti alla esecuzione dei pignoramenti, citazioni, ambasciate, i quali non possono andare singolarmente ma devono indossare un caputeum del valore di otto soldi e portare le insegne del Comune. Sempre dagli statuti si ricavano preziose notizie circa l’economia cittadina, le modalità e le tecniche di produzione dei principali prodotti locali, il funzionamento dei forni, dei mulini, l’organizzazione di alcune botteghe, le modalità di vendita di determinate merci. Dettagliate indicazioni regolano infine i pesi e le misure adottati nel territorio. Privilegiati punti di vendita sono le trasanne poste nella piazza maggiore, nelle quali si potevano vendere pane, frutta, spezie, sale e pesce, seguendo precise norme igieniche. Il vino era venduto in vasi sigillati dal Camerario; secondo la capacità essi si chiamavano pitictum, mezzeto e foglietta. La macellazione degli animali avveniva in appositi casalini: gli animali venivano scuoiati fino alla testa e appesi; le pelli potevano essere tenute ad asciugare per la strada solo di martedì, giorno del mercato. Il banco di vendita della macelleria non aveva parametri; la bilancia, regolata e sigillata dal Comune, doveva essere posta un palmo al di sopra del banco così da essere bene in vista. Le carni di scrofa, pecore, becchi, capre, castrati, montoni dovevano essere vendute in luoghi distanti dal macello e quelle di animali morti per cause naturali fuori dalle porte cittadine. I mulini del Comune si trovavano nei pressi della porta molendinorum; la loro organizzazione interna, il lavoro del conduttore, i compiti dei garzoni erano minuziosamente regolamentati dallo Statuto. Nei mulini erano conservate le misure del coppulo, che doveva essere legato alla catena del mulino, dei mezzenghi di legno, ferrati ed aggiustati secondo le misure del comune e sigillati con lo stemma di Bevagna e del quartengo. Lo statuto termina con un elenco dettagliato di merci vendute a Bevagna, tra le quali si riconoscono prodotti locali e d’importazione. La manifestazione, che si articola nell’ultima decade di giugno, vive il suo momento più significativo nei giorni del Mercato, che si sviluppa all’interno dei quattro quartieri. Pur nel rispetto sostanziale dei dati offerti dalle conoscenze storiche, ogni Gaita ha saputo dare al proprio Mercato una fisionomia autonoma e, per certi versi, caratterizzante. Così si va da allestimenti apparentemente poveri, nei quali si offrono esclusivamente prodotti locali, a soluzioni più articolate, nelle quali si dà spazio anche all’intervento di artigiani esterni. Le vie si popolano di banchi e si animano del rumore delle botteghe nelle quali il visitatore può trovare stoffe, oggetti in cuoio, vimini, cordami, carta, ferro battuto, rame candele lavorate a mano ed ancora formaggio, pesce, pane appena sfornato e focacce. A completamento del Mercato è stata concepita la realizzazione di alcuni mestieri medievali, secondo le antiche tecniche di lavorazione e di produzione. Nella scelta degli stessi, le Gaite si caratterizzano per interpretazioni autonome, ispirate sia ad una rigorosa fedeltà alla realtà economica della Bevagna medievale (forno, tele, lavorazione del ferro), sia ad una lettura più libera ma altrettanto fedele nella riproduzione delle tecniche e degli strumenti di produzione. Tali botteghe rimangono aperte per l’intera settimana, contribuendo a creare quel clima di fervore che culminerà nei giorni del Mercato. Altri appuntamenti fondamentali scandiscono le giornate della Festa a partire dalla cerimonia di apertura del Mercato delle Gaite, nella quale l’intero paese si ritrova in piazza Silvestri in una cornice festosa e originale; la Gara di Tiro con l’Arco, che si svolge sempre in piazza, le taverne dove, in un atmosfera resa fortemente aggregante da accurate coreografie, si ha la possibilità di gustare cibi tratti da antichi ricettari e godere di sapori insoliti e per lo più dimenticati. Si moltiplicano, inoltre, le iniziative che fanno da corredo a questa Festa con l’organizzazione di incontri-studio su temi inerenti, non solo la cultura e la religiosità medievale, ma anche la musica, la danza e il teatro. Inoltre, la necessità sempre più sentita di non relegare la Festa ad una sola decade, ma di riviverne lo spirito durante tutto l’anno, ha fatto sì che varie iniziative – già realizzate o ancora in cantiere – impegnino le Gaite in molti appuntamenti.

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