(AGENPARL) – mar 24 ottobre 2023 ARCHIDIOCESI DI PERUGIA-CITTA’ DELLA PIEVE
U.S.Di. – UFFICIO STAMPA DIOCESANO
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COMUNICATO STAMPA N° 3870 – martedì 24 ottobre 2023
Alla cortese attenzione della redazione
Di seguito il testo integrale dell’omelia dell’arcivescovo Ivan Maffeis pronunciata alla celebrazione eucaristica per la pace in Terra Santa, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, martedì pomeriggio 24 ottobre 2023, animata dai membri della Sezione Umbria dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro in Gerusalemme.
“Ancora una volta il mio pensiero va a quanto sta accadendo in Israele e in Palestina. Sono molto preoccupato, addolorato, prego e sono vicino a tutti coloro che soffrono, agli ostaggi, ai feriti, alle vittime e ai loro familiari. Penso alla grave situazione umanitaria a Gaza e mi addolora che anche l’ospedale anglicano e la parrocchia greco-ortodossa siano stati colpiti nei giorni scorsi. Rinnovo il mio appello affinché si aprano degli spazi, si continuino a far arrivare gli aiuti umanitari e si liberino gli ostaggi.
La guerra, ogni guerra che c’è nel mondo – penso anche alla martoriata Ucraina – è una sconfitta. La guerra sempre è una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana. Fratelli, fermatevi! Fermatevi!”
Così il Papa, domenica scorsa, a conclusione della preghiera dell’Angelus.
Davanti agli occhi e nel cuore di ciascuno di noi scorrono le immagini di una violenza cinica e disumana, che non esita a infierire su bambini, donne e anziani. Scontri e massacri. Stragi di innocenti. Ostaggi. Civili in gabbia. Razzi su ospedali, bombe su chiese, quartieri devastati e privati di luce, acqua, pane, medicine. Cedere a questa logica di morte significa ritrovarsi tutti quanti in trappola, senza via d’uscita, senza un varco, come migliaia di sfollati davanti a una frontiera sigillata.
Il veleno, iniettato nelle vene di questa nostra storia, divide dal di dentro le nostre stesse società. Ma non può trovare alcun consenso e non giova nemmeno alla causa del popolo palestinese l’antisemitismo che in questi giorni ha manifestato in diverse piazze europee, anche del nostro Paese. Nel contempo, il diritto di difesa che la comunità internazionale ha riconosciuto a Israele non può risolversi in ritorsione e vendetta: significherebbe rispondere all’orrore con altro dolore innocente, una recrudescenza utile solamente ad aggiungere altri anelli alla già pesante catena della violenza. Così, schierarsi da una parte o dall’altra non aiuta a ristabilire vie della giustizia e della convivenza, né contribuisce ad assicurare ad alcuno stabilità e sicurezza.
“Non dobbiamo abituarci alla guerra, a nessuna guerra” – sono ancora parole di Papa Francesco, pronunciate solo ieri, che continuano così: – “Non dobbiamo permettere che il nostro cuore e la nostra mente si anestetizzino davanti al ripetersi di questi gravissimi orrori contro Dio e contro l’uomo”.
Gli errori e le guerre del passato sono memoria e monito, testimonianza che non esiste alternativa alla pace. Pace che è frutto di un processo ostinato, di un percorso di cooperazione e di integrazione, costruito sulla “giustizia, il dialogo e il coraggio della fraternità” (Papa Francesco).
Questa prospettiva non è un’utopia; attinge, piuttosto, la sua forza dal Vangelo, dalla fede nel Signore Gesù. È lui l’uomo delle beatitudini, colui che le ha incarnate nei comportamenti e nelle scelte di vita, nel suo modo di relazionarsi al Padre e ai fratelli. È lui il povero, il mite, il misericordioso, il costruttore di pace, colui che ha fame e sete della giustizia, a causa della quale è perseguitato. Seguirlo, partecipare alla sua vita, porta a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e alle ingiustizie sociali; in sua compagnia si diventa umili, puri di cuore, trasparenti e accoglienti, incapaci non solo di dominare, ma anche di essere felici senza gli altri.
Non stanchiamoci di lasciarci interpellare dalla Parola del Signore; non stanchiamoci di pregare e digiunare per la pace (il Papa ha indetto una seconda giornata per venerdì prossimo, 27 ottobre). Su questa strada torneremo a disarmare gli animi, a riconciliarci con la nostra storia, a sanare le ferite, a essere misericordiosi e operatori di pace, a riconoscerci fratelli tutti.
Don Ivan Maffeis,
vescovo
Al termine della celebrazione eucaristica per la pace tenutasi nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, il 24 ottobre 2023, è intervenuto in video da Gerusalemme il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton. Di seguito la trascrizione del video-messaggio rivolto alla comunità diocesana perugino-pievese.
Carissimo don Ivan, carissimi amici, fedeli della diocesi e della città di Perugia, vi ringrazio per questa occasione che mi è data per unirmi a voi all’interno della celebrazione eucaristica e per chiedervi di continuare a pregare per la pace in Terrasanta. Tutti voi sapete quello che è successo il 7 ottobre, tutti voi siete informati attraverso i quotidiani, attraverso i siti, attraverso la televisione; tutti voi sapete che questa è una tragedia che si sta consumando, è una guerra ulteriore in un momento in cui di guerre ce ne sono già troppe. La preoccupazione nostra è che questa guerra si allarghi ulteriormente, e la preoccupazione nostra, in sintonia con la preoccupazione di papa Francesco, è la preoccupazione che sia molto difficile, ma sia al tempo stesso assolutamente necessario, trovare le vie della pace, percorrere le vie della pace.
Ci rendiamo conto che, come cristiani, in questo momento l’unico strumento a nostra disposizione – sicuramente lo strumento più potente e più importante che abbiamo a disposizione – è lo strumento del digiuno, è lo strumento della penitenza, è lo strumento della preghiera. Papa Francesco ci ha invitato a questo esplicitamente sia nell’udienza del mercoledì la scorsa settimana, sia anche al termine dell’Angelus domenica scorsa. Permettetemi di riprendere alcune delle parole di papa Francesco, perché descrivono bene la sofferenza e la situazione che stiamo vivendo in Terrasanta e descrivono bene la necessità di trovare anche una via d’uscita a questa situazione, attraverso un cambio radicale.
Nell’udienza del mercoledì, papa Francesco ha detto: «Inquieta il possibile allargamento del conflitto mentre nel mondo tanti fronti bellici sono già aperti. Tacciano le armi, si ascolti il grido di pace dei popoli, della gente, dei bambini. Fratelli e sorelle, la guerra non risolve alcun problema, semina solo morte e distruzione, aumenta l’odio e moltiplica la vendetta. La guerra cancella il futuro». E l’invito del Papa: «Esorto i credenti a prendere in questo conflitto una sola parte: quella della pace; ma non a parole: con la preghiera, con la dedizione totale». E ancora, al termine dell’Angelus il Papa ha rivolto parole accorate che danno voce a noi che viviamo in questi luoghi: «Cari fratelli e sorelle, ancora una volta il mio pensiero va a quanto sta accadendo in Israele e in Palestina. Sono molto preoccupato, addolorato; prego e sono vicino a tutti coloro che soffrono, agli ostaggi, ai feriti, alle vittime e ai loro familiari. Penso alla grave situazione umanitaria a Gaza… La guerra, ogni guerra che c’è nel mondo, è una sconfitta. La guerra sempre è una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana. Fratelli, fermatevi, fermatevi!».
Proprio per dare forza al grido, all’invocazione, alla supplica del Papa, che è il grido ed è l’invocazione e la supplica di tanta gente semplice che vive qui in Terrasanta e in tutto il Medio Oriente, è importante quello che state facendo. È importante la preghiera, è importante il digiuno, è importante la conversione del cuore; è importante tenere il cuore libero da ogni forma di risentimento, da ogni forma di odio, in modo tale che, se il cuore è libero dall’odio, poi la vita sia libera anche dalla violenza, dal desiderio di vendetta, dal desiderio di colpire l’altro.
Vi ringrazio per la vostra vicinanza e vi ringrazio per questa iniziativa di preghiera e v’invito a continuare ogni giorno a pregare per la pace. V’invito anche ad avere più iniziative di digiuno, e v’invito anche a saper trasformare poi il digiuno in condivisione, nelle forme che voi riterrete più opportune, con le popolazioni che stanno soffrendo: qui in Terrasanta, in tutto il Medio Oriente, nelle tante, nelle troppe guerre che ci sono nel mondo.
Un saluto da Gerusalemme e, da Gerusalemme, il Signore doni a noi e doni anche a voi la sua pace.
Padre Francesco Patton,
Custode di Terra Santa
Il link al video-messaggio:
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