(AGENPARL) – mar 19 settembre 2023 I consiglieri Tommaso Bori (vice presidente della Commissione Sanità – Pd) e
Simona Meloni (capogruppo regionale Pd) criticano il ‘Piano di
efficientamento e riqualificazione del sistema sanitario regionale
2022-2024’ stilato dalla Giunta di Palazzo Donini: “chiederemo la
verifica della Commissione di garanzia statutaria”
(Acs) Perugia, 19 settembre 2023 – “Più che un aggiornamento del ‘Piano di
efficientamento e riqualificazione del sistema sanitario regionale
2022-2024’, quello approvato dalla Giunta regionale lo scorso 13 settembre,
è un vero e proprio progetto di smantellamento della sanità pubblica.
Attraverso un atto di programmazione, e non una mera deliberazione, la Giunta
Tesei decide di tagliare circa 30 milioni alla spesa sanitaria, riduce da 12
a 4 i distretti sanitari e impone d’ufficio il ridimensionamento di servizi
territoriali, reparti e addirittura di interi ospedali”. E’ quanto
dichiarano in una nota congiunta i consiglieri Tommaso Bori (vice presidente
della Commissione Sanità – Pd) e Simona Meloni (capogruppo regionale Pd).
“Riteniamo inaccettabile – spiegano gli esponenti dell’opposizione –
che l’intero impianto della sanità regionale venga ridisegnato con atti
amministrativi. In assenza di un nuovo Piano sanitario, annunciato e mai
approvato, vengono adottati dei provvedimenti, lacrime e sangue, che
rifuggono dal confronto democratico ed eludono norme e regolamenti regionali.
Per questo motivo intendiamo sottoporre questi atti alla verifica della
Commissione di garanzia statutaria istituita presso l’Assemblea
legislativa. Gli atti di programmazione sanitaria dovrebbero infatti essere
quanto meno discussi e condivisi in Consiglio regionale. La Giunta Tesei ha
scelto invece la via dell’autoreferenzialità, forse nella speranza che,
così facendo, il programma di tagli imposti dalla montagna di debiti
accumulati, passi in sordina. Ma tagliare oltre 13 milioni alla spesa
farmaceutica, come è stato deciso, significa far gravare gran parte di quei
costi sulle tasche dei cittadini. E ben presto se ne renderanno conto da
soli. Ridurre di 4 milioni all’anno la spesa per l’acquisto di
dispositivi medici e, altrettanti, per beni e servizi sanitari e non
sanitari, significherà, in molti casi, non poter mettere a disposizione
delle strutture sanitarie quanto è necessario e urgente ad una corretta
presa in carico dei pazienti. Inoltre, decidere un taglio di 8 milioni di
collaborazioni, consulenze e lavoratori interinali, in assenza di nuove
assunzioni, significa ingessare le strutture sanitarie per mancanza di
personale”.
“L’atto 943 approvato recentemente dalla Giunta, per come è stato
scritto, tenta maldestramente – rilevano Bori e Meloni – di dissimulare la
tragica situazione che andrà a determinare. Nell’allegato al Piano si
arriva addirittura a definire ‘potenziamento delle attività
distrettuali’ la riduzione dei distretti sanitari. Siamo agli ossimori. Ma
ciò che appare ancor più grave è che le scelte compiute, specie
nell’ambito della riconfigurazione della rete ospedaliera, siano state
fatte senza il coinvolgimento degli operatori del settore e delle comunità
locali”.
“A dispetto di quanto si aspettano i cittadini umbri – aggiungono Bori e
Meloni – prosegue senza sosta il processo di smantellamento di quel sistema
sanitario locale che avevamo conosciuto fino al 2019, e che, seppur non
esente da critiche e mancanze, era stato un modello di efficienza
riconosciuto per anni dal ministero della Sanità. Stentiamo ancora a
comprendere fino in fondo come sia stato possibile, in soli quattro anni,
distruggere questo grande patrimonio pubblico e dissipare un capitale di
competenze e professionalità che oggi guarda spesso altrove. Per tutti
questi motivi continueremo a denunciare questo stato di cose, e, in
particolare, ci batteremo affinché l’Assemblea legislativa torni ad
occuparsi di questi temi fondamentali per la vita e per il futuro degli
umbri. Il principale organo di rappresentanza regionale deve riacquistare la
centralità che merita, così da svolgere appieno sia la sua funzione
legislativa che di indirizzo e controllo. Lo faremo – concludono –
promuovendo occasioni di mobilitazione in tutti i territori e di dibattito,
fuori e dentro il Palazzo, cosicché i cittadini siano messi nelle condizioni
di conoscere la realtà dei fatti e possano farsi un’opinione in maniera
consapevole così da adottare le contromisure del caso”. RED/mp
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/75810