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Un miraggio avere una pianificazione di investimenti ICT da un Ministero. Governo intervenga sulla modello di attribuzione di attività dei vincitori gare CONSIP

[lid] Le Gare Consip nascono per razionalizzare gli acquisti della pubblica amministrazione e forse anche per evitare  piccoli interessi di cabotaggio, e quindi accentrando la governance su temi specifici, delicati e con volumi enormi. Questo, forse, era l’intento iniziale.

Cosa succede oggi?

Consip si è molto concentrata sull’ICT generando gare di importi a cui possono partecipare solo grosse multinazionali che rappresentano dei grossi Accordi Quadro tra la PA e i vincitori (si perché i vincitori sono generalmente 6) a cui la PA si può riferire qualora decidesse di aderire all’AQ Consip.

Fin qui tutto bene se non per alcuni dettagli che fanno spesso inceppare la macchina amministrativa con l’incresciosa conseguenza di erogare fondi PNRR in ritardo (oltre 120miliardi per ICT cioè 4 volte il PIL annuo di settore) o ancora peggio non erogarli proprio.

Consip evidentemente quando emette una gara per un AQ non ha la minima conoscenza dello stato dei sistemi ICT della PA italiana né del suo fabbisogno, tantomeno di una pianificazione di investimento diviso per ministero o regione o ente. Questo crea una kasbah indicibile fatta di vincitori di AQ che devono andare per Enti a far sapere che sono loro i vincitori e farsi dare una pianificazione futura.

Quindi risulta arduo se non addirittura un miraggio avere una pianificazione di investimenti ICT da un Ministero, perché è già tanto che ci sia un Direttore ICT con gli adeguati titoli.

Tutto chiaro?

Andiamo avanti.

La ciliegina sulla torta è poi il modello di attribuzione di attività dei vincitori che ha del diabolico e cioè: chi arriva primo si aggiudica il 35% dell’ammontare totale (generalmente una RTI), da quel momento tutti i commerciali dell’RTI (5 o 6 aziende) vanno in giro per Enti a comprendere chi vuole fare cosa ma fino al primo quarto dell’ammontare del basket del vincitore (il 35% del totale).

Quindi per esempio: RTI X composta da x1 x2 x3 x4 e x5 si aggiudica il 35% di un miliardo di € (350 milioni) il cui primo quarto è di circa 87,5 milioni€.

Almeno 30 o 40 commerciali delle aziende componenti l’RTI girano per i Palazzi per capire chi aderisce per fare cosa a Consip cercando di restare nei limiti degli 87,5 milioni perché se per caso 9 enti hanno a budget attività per 10 milioni il nono dovrà affidare 7,5 all’RTI arrivata prima e poi far continuare il lavoro alla RTI arrivata seconda a cui passa il testimone.

A questo metodo infernale si aggiungono una serie di lacci e lacciuoli che fanno pensare al fatto che chi scrive queste gare non solo non viene dal mondo ICT, ma non conosce la PA italiana, non conosce le esigenze degli Enti, manca di una pianificazione di spese emettendo gare su cifre improbabili ma soprattutto non conosce il mondo reale e come si sta muovendo rapidamente il settore ICT in Italia.

Mai come oggi vale la massima secondo cui l’innovazione non è mai arrivata attraverso la burocrazia e la gerarchia. È sempre arrivata attraverso gli individui ( privato).

Forse è il caso che il Governo intervenga.

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