(AGENPARL) – ven 04 agosto 2023 Per il consigliere regionale Fabio Paparelli (Pd) “il nuovo ospedale di
Terni emblema della mancanza di capacità di governo”
(Acs) Perugia, 4 agosto 2023 – “Mettere in fila le tante problematiche che
affliggono la sanità umbra è ormai un’operazione quasi impossibile. Il
sistema fa acqua da tutte le parti e la situazione peggiora giorno dopo
giorno. Ciò che stupisce di più è la mancanza di capacità di governo in
un settore che dovrebbe agire in un quadro di certezze e con una
programmazione stabile. E invece si continua ad operare senza un’effettiva
guida dei processi e con scarsa competenza rispetto alle azioni da mettere in
campo”. È quanto dichiara il consigliere regionale del Partito democratico
Fabio Paparelli.
“Tra i tanti, – spiega Paparelli – il caso del nuovo ospedale di Terni,
appare emblematico. Al di là delle dichiarazioni di facciata, la verità è
che la Giunta regionale non sa ancora cosa fare. Insistere, come ha fatto di
recente, con il project financing, nonostante la bocciatura del progetto
presentato, appare una scelta dettata dalla disperazione. La verità è che
non si vogliono, o non si possono, investire risorse tali da garantirne la
realizzazione, così come sono invece state assicurate per tutti gli altri
ospedali della regione. Il sindaco Bandecchi ha votato in Consiglio comunale
un atto che prevedeva la costruzione del nuovo ospedale con risorse
interamente pubbliche. Un impegno che è stato già rimangiato, così come
quello sulle tempistiche dell’opera. Elementi che ci consentono di dubitare
della sua affidabilità. Appare inoltre curioso che solo a Terni servano i
privati per realizzare l’ospedale. Detto ciò, se qualcuno pensa di posare
la prima pietra tra sei mesi, per quella data, farà bene a prendere altri
impegni. Al momento l’unica certezza è che, questa nuova struttura, che
tutti noi riteniamo necessaria, non compare né sul nuovo piano sanitario
regionale, né sulla relazione di parifica del bilancio regionale della Corte
dei Conti. Per rimanere in provincia di Terni non va meglio all’ospedale
Narni – Amelia che rimane ancora nell’incertezza finanziaria più totale. Né
all’ospedale di Orvieto che non è più in grado di garantire i servizi
essenziali, a partire dalla confusione venutasi a determinare
sull’emodinamica, con una Giunta regionale che non rispetta neppure il
dettato dell’Assemblea legislativa”.
“Rispetto al quadro più generale – prosegue Paparelli – continuiamo a
registrare come il nuovo piano sanitario è ancora fermo, così come la
convenzione con l’Università, che è totalmente da riscrivere. Nel
frattempo, si agisce con provvedimenti spot, nell’ambito della
riorganizzazione della rete ospedaliera e della sanità territoriale dando
prova di incapacità a progettare anche le case di comunità e a ripensare
la sanità territoriale in modo adeguato. I risparmi attesi, nonostante i
tagli di prestazioni e servizi e la chiusura di interi reparti, stentano ad
arrivare, come nel caso emblematico della spesa farmaceutica. Per altro si
continua a tagliare, nonostante l’aumento del fondo sanitario nazionale. Ma
allora come è possibile che in passato con 180 milioni in meno di fondo
sanitario si erogavano servizi e cure migliori?”.
“Vero è – continua Paparelli – che quando un sistema sanitario comincia
a perdere competitività, i migliori se ne vanno altrove. Ed è ciò che sta
accadendo in maniera sistematica ormai da mesi ed è quasi impossibile
trovare sostituti. Presso la Usl Umbria 2, ad esempio, c’è ancora un
direttore sanitario facente funzione, altrove sono i primari ad andarsene e,
in questo quadro, la precarizzazione è nemica della programmazione. Ma, in
sanità, senza programmazione non c’è qualità. Nonostante lo sforzo
finanziario messo in campo dalla Regione risulta emblematico anche il
fallimento del piano di rientro delle liste d’attesa. L’obiettivo fissato
per luglio non è stato infatti centrato nonostante il coinvolgimento
importante della sanità privata”.
“La lista delle criticità e degli insuccessi – conclude Paparelli –
sarebbe ancora lunga, ma ci fermiamo qui. Essere passati in soli quattro
anni, da Regione benchmark in Italia a circa metà classifica, è la
dimostrazione più plastica che siamo di fronte ad una sistema che sta
perdendo velocemente quota. Ma per riprendere velocemente il volo, prima che
sia troppo tardi, serve innanzitutto cambiare il personale in cabina di
pilotaggio”. RED/dmb
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/75616