[lid] – Venerdì l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha espresso profonda preoccupazione per le crescenti restrizioni al diritto alla libertà di espressione e alla libertà di stampa in Tunisia, osservando che una legislazione vaga viene utilizzata per criminalizzare il giornalismo indipendente e soffocare critiche alle autorità.
“È preoccupante vedere la Tunisia, un paese che un tempo nutriva così tante speranze, regredire e perdere le conquiste in materia di diritti umani dell’ultimo decennio”, ha affermato Türk.
“La repressione all’inizio di quest’anno contro giudici, politici, leader sindacali, uomini d’affari e attori della società civile si è ora estesa ai giornalisti indipendenti, che sono sempre più oggetto di vessazioni e impedimenti a svolgere il proprio lavoro”, ha affermato. “Esorto la Tunisia a cambiare rotta”.
Negli ultimi tre mesi, le autorità tunisine hanno in cinque occasioni utilizzato una legislazione formulata in modo vago per interrogare, arrestare e condannare sei giornalisti. Ciò include la legislazione in materia di sicurezza e antiterrorismo e il decreto presidenziale nº 2022-54 sui crimini informatici, che contiene disposizioni ambigue che comportano sanzioni pecuniarie e lunghe pene detentive per la pubblicazione o la diffusione di presunte notizie, informazioni o voci false e autorizza le forze dell’ordine ad accedere qualsiasi sistema o dispositivo informatico, per l’ispezione e la raccolta dei dati memorizzati.
Nella maggior parte di questi casi, le restrizioni imposte alla libertà di espressione di questi giornalisti non sembrano rispettare i severi requisiti del diritto internazionale sui diritti umani, compresi i principi di necessità e proporzionalità.
Dal luglio 2021, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani in Tunisia ha documentato 21 casi di presunte violazioni dei diritti umani contro giornalisti, compresi procedimenti giudiziari dinanzi a tribunali civili e militari. Vi sono motivi per ritenere che tali azioni penali siano state avviate per contrastare critiche pubbliche nei confronti del Presidente della Repubblica o delle autorità. In base al diritto internazionale sui diritti umani, tutte le figure pubbliche, compresi i capi di Stato, possono essere legittimamente oggetto di critica.
Il 15 giugno, l’Ufficio di presidenza del Parlamento ha deciso di vietare ai giornalisti di seguire le riunioni delle commissioni parlamentari. Il 17 giugno, un giudice ha vietato ai media di coprire due casi di presunta “cospirazione contro gli affari di sicurezza dello Stato” in cui dozzine di persone sono state perseguite e detenute da metà febbraio.
“Queste decisioni minano il principio della trasparenza negli affari pubblici. Le persone hanno il diritto di essere informate e per farlo i giornalisti devono poter svolgere il proprio lavoro senza alcuna indebita restrizione”, ha affermato l’Alto Commissario.
“Mettere a tacere le voci dei giornalisti, in uno sforzo concertato, mina il ruolo cruciale dei media indipendenti, con un effetto corrosivo sulla società nel suo insieme”, ha affermato.
L’Alto Commissario ha invitato le autorità tunisine a rispettare gli standard del giusto processo e del processo equo in tutti i procedimenti giudiziari, cessare di processare i civili davanti ai tribunali militari e rilasciare tutti coloro che sono stati arbitrariamente detenuti, compresa qualsiasi persona detenuta per aver esercitato il proprio diritto a chiedere, ricevere e diffondere informazioni.