[lid] 03 novembre 2022 –
L’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG), che rappresenta *oltre
600.000 religiose* che operano nell’ambito della salute, della lotta alla
fame e dell’assistenza all’infanzia, chiede di “integrare le voci delle
comunità marginalizzate nel dibattito globale riguardante le questioni
ambientali”. Lo fa attraverso la dichiarazione “*Sisters for the
Environment: Integrating Voices from the Margins*” (Sorelle per l’ambiente:
integrare le voci dai margini), lanciata ufficialmente *giovedì 3 novembre*
dall’headquarter UISG in Lungotevere Tor di Nona 7, a Roma, con il sostegno
del Global Solidarity Fund (GSF). La presentazione della dichiarazione è
stata trasmessa in diretta sul canale YouTube ufficiale (
www.uisg.org/it/youtube-channels) in quattro lingue: inglese, italiano,
spagnolo, francese.
“È necessario *ascoltare con attenzione le voci di quanti sono stati
colpiti dai disastri ambientali* – si afferma nel testo – sia per il
riconoscimento della loro dignità di esseri umani sia, con un approccio
pragmatico, per imparare dalla loro resilienza. I più vulnerabili devono
essere integrati come attori principali all’interno dei quadri
istituzionali, assicurando che le loro voci siano centrali nel dialogo
globale per il cambiamento e che non siano relegate a una *advocacy*
periferica e isolata. In particolare, bisogna accogliere i suggerimenti
delle comunità indigene per fermare o modificare i progetti che interessano
le loro terre, e garantire che l’opinione esperta delle comunità sia parte
degli sforzi per la mitigazione dei cambiamenti climatici e il crollo della
biodiversità”.
Altri due punti fondamentali del documento riguardano la necessità di
*integrare
le risposte al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità*,
riconoscendo la natura interconnessa delle sfide ecologiche, e di *unire la
cura per l’ambiente a quella per le persone più deboli*, rifiutando la
visione antropocentrica “alla base delle abitudini di consumo più
distruttive”.
All’interno della dichiarazione l’appello delle religiose ad “agire
velocemente per arrestare il crollo della biodiversità, assicurando che,
entro il 2030, almeno metà della Terra e degli oceani diventino aree
protette, ricostituire gli ecosistemi devastati e ridurre la dipendenza
globale dai combustibili fossili”. Ma anche l’invito a “*raggiungere il
consenso globale sul Trattato di non proliferazione dei combustibili
fossili*, e sottoscrivere l’accordo di un nuovo quadro globale per la
biodiversità”.
Da un lato, la dichiarazione affronta l’emergenza attuale identificando la
Cop27 sul cambiamento climatico e la Cop15 sulla biodiversità come
opportunità essenziali per invertire la tendenza che sta distruggendo la
Terra. Dall’altro, esprime la visione radicata e guidata dalla fede per una
conversione ecologica che per decenni ha ispirato la missione delle suore,
e ancora continua in tutto il mondo.
*Cinque le storie scelte per raccontare l’impegno delle religiose* in prima
linea per salvaguardare il pianeta: suor Anne Carbon nelle Filippine; suor
Jyotisha Kannamkal in India; suor Nathalie Kangaji nella Repubblica
Democratica del Congo; le Suore della Misericordia delle Americhe (in
inglese Sisters of Mercy of the Americas) e Sr. Iraci de Fátima Cirino dos
Santos in Brasile. Dal lavoro al fianco degli indigeni Subaanen, minacciati
dai progetti di estrazione mineraria, all’impegno per assicurare istruzione
e sostegno alle comunità più vulnerabili. Dall’assistenza legale affinché
le multinazionali della filiera del cobalto rispettino l’ambiente e le
popolazioni locali alle campagne di *lobbying* per lo stanziamento di fondi
a sostegno dei Paesi a basso reddito per la mitigazione e l’adattamento ai
cambiamenti climatici.
«*L’essenza di questa dichiarazione si basa sull’esperienza globale di
attivismo e advocacy realizzata con la campagna “Seminare speranza per il
Pianeta*” – ha dichiarato *Suor Patricia Murray, segretaria esecutiva UISG*
-. *Nata nel 2018, questa campagna è diventata una forza trainante
all’interno del Movimento Laudato Si’, promuovendo una moltitudine di
iniziative e buone pratiche messe in atto dalle suore e dai loro partner in
risposta alla lettera enciclica del Papa*».
Nel corso del suo intervento, la coordinatrice di “Seminare speranza per il
Pianeta” *Suor Sheila Kinsey* ha illustrato alcuni dei risultati ottenuti
attraverso il lavoro in rete: «*Abbiamo collaborato con i gruppi di
conservazione della terra per preservare le sementi native, mitigare i
danni derivanti dalle attività estrattive, piantare alberi per la
riforestazione, coltivare orti comunitari e proteggere le terre e i diritti
fondiari dei popoli indigeni. Con un’attenzione particolare alle questioni
legate all’acqua, le reti di Seminare speranza per il Pianeta hanno
promosso l’accesso all’acqua potabile, sensibilizzato l’opinione pubblica
sui temi dell’inquinamento e della scarsità di acqua, sostenuto le
normative per la protezione delle fonti d’acqua dolce, assicurato pozzi e
condutture alle comunità con accesso limitato all’acqua potabile e lavorato
a progetti per la pulizia degli oceani nel mondo*».
«*Poiché il futuro del nostro Pianeta è in bilico, sappiamo che per
raggiungere il punto di svolta del cambiamento è necessario che tutte le
persone di buona volontà collaborino al di là dei confini e delle identità,
mettendo da parte le differenze per difendere la nostra casa comune*». È
l’appello finale di *Suor Patricia Murray*, che sottolinea come la
dichiarazione incarni questo spirito di cooperazione che le religiose
cercano di promuovere, basandosi sulla collaborazione tra uffici, partner e
finanziatori della UISG.
All’evento hanno partecipato anche *Suor Mary John Kudiyiruppil*,
vice-segretaria esecutiva UISG; *Chiara Porro*, ambasciatrice
dell’Australia presso la Santa Sede; *Maria Dolores Sanchez Galera*,
coordinatrice dell’unità di ricerca e riflessione del Dicastero per il
Servizio dello Sviluppo Umano Integrale; *Neil Thorns*, direttore advocacy
e comunicazione CAFOD; *Josianne Gauthier*, segretaria generale CIDSE;
*Catalina
Hinojosa Lopez*, co-coordinatrice del Villaggio Agricoltura e Giustizia di
The economy of Francesco; e *Suor Jean Quinn*, direttrice esecutiva di
UNANIMA International, che *parteciperà in presenza al summit Cop27*,
diventando voce per chi non ha voce e portando nuova speranza per un futuro
più sostenibile.

