(AGENPARL) – Roma, 26 settembre 2022 – Il centro destra ha vinto le elezioni politiche e come ha dichiarato il leader di FDI, Giorgia Meloni, un «governo di centro destra a guida Fratelli d’Italia».
Meloni, nel suo discorso della vittoria, ha affermato che gli italiani erano finalmente stati in grado di determinare chiaramente chi volevano che governasse l’Italia.
«Gli italiani hanno inviato un chiaro messaggio a favore di un governo di destra guidato da Fratelli d’Italia», ha detto ieri sera ai giornalisti presenti a Roma, alzando un cartello che diceva “Grazie Italia”.
La vittoria della Meloni ha scatenato in gran parte dell’Europa un sussulto politico.
La vicepresidente del Parlamento europeo, la socialdemocratica tedesca Katharina Barley, ha definito “preoccupante” la vittoria di Meloni viste le sue affiliazioni con il leader ungherese Viktor Orban e l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
«Il suo impegno elettorale nei confronti dell’Europa non può nascondere il fatto che rappresenta un pericolo per una coesistenza costruttiva in Europa», ha affermato il quotidiano tedesco WELT, AP .
La rivista tedesca Stern sulla sua prima pagina ha messo una foto di Meloni, sotto lo striscione: «La donna più pericolosa d’Europa» affermando anche che «Meloni è su una rotta antitedesca».
Il Financial Times riporta la scorsa settimana la dichiarazione del presidente Von der Leyen durante un viaggio negli Stati Uniti e cioè pochi giorni prima delle elezioni nazionali italiane di domenica, dicendo: «Il mio approccio è che qualunque governo democratico sia disposto a lavorare con noi» ma ha aggiunto «se le cose vanno in una direzione difficile, ho parlato di Ungheria e Polonia, abbiamo gli strumenti». Questo era un riferimento alle controversie sullo stato di diritto e al blocco dei finanziamenti che entrambi i paesi hanno subito.
La minaccia implicita ha suscitato indignazione a Roma, in particolare tra il centro destra, dove Ursula von der Leyen è stata accusata di interferire nelle elezioni italiane.
Nonostante le minacce provenienti da tutta l’UE, Meloni ha chiarito che non ha intenzione di farsi intimidire o sviare dalla sua agenda e di «non tradire il voto degli italiani».
Sempre il Financial Times scrive che Giorgia Meloni sta per diventare la prima donna premier della nazione, ma la maggior parte dei PM non dura un intero mandato.
Giorgia Meloni è destinata a diventare la prima donna premier italiana e premier di un governo più spostato a destra dalla seconda guerra mondiale, suggeriscono gli exit poll, è il titolo dell’articolo della CNN.
Il primo però a congratularsi con Giorgia Meloni è stato il Primo ministro polacco Mateusz Morawiecki con un tweet.
Ora, nonostante i trasalimenti dei suoi oppositori all’interno e all’esterno dell’Italia, la Meloni è destinata ad agire per garantire il futuro economico del paese e ad assumersi la responsabilità di Governo.
Molti hanno paura dell’incompetenza e non della minaccia fascista affermando che Lei non ha avuto esperienze di Governo. E lo fanno, mentendo sapendo di mentire. Non si ricordano che la Meloni ha servito come ministro della gioventù nell’ultimo governo di Berlusconi dieci anni fa.
Non solo. Anche i sindaci alla loro prima esperienza amministrativa sono incompetenti dal punto di vista della gestione della macchina burocratica. Eppure….
I soliti benpensanti e nulla sapienti esprimono anche il timore che il centro destra metta in atto le promesse fatta durante la campagna elettorale fatta di più restrizioni, diritti civili e politiche su LGBT e immigrati.
La Meloni avrà bisogno di molta forza d’animo nei prossimi mesi.
L’Italia sta soffrendo un’inflazione dilagante mentre quest’inverno incombe una crisi energetica senza precedenti.
L’economia italiana, la terza più grande dell’eurozona, è oppressa da un debito pari al 150 per cento del prodotto interno lordo.
Tutto dipenderà dalla squadra che la Meloni riuscirà a mettere insieme nel nuovo Governo e se l’Esecutivo sarà in grado di rilanciare l’economia, evitando tensioni sociali dovute alla crisi energetica e all’inflazione che sta contraendo il potere d’acquisto degli italiani.
Tutto dipenderà anche da quanto la Meloni riuscirà a fidelizzare lo straordinario risultato ottenuto da Fratelli d’Italia con oltre il 26 per cento. In altre parole se riuscirà a trattenere a sé gli elettori che hanno visto in Lei un leader in grado di far uscire il Paese dalla palude in cui versa, evitando in tal modo il progressivo abbandono dell’elettorato moderato.
La Meloni dovrebbe far tesoro di quanto è successo prima con Matteo Renzi alle europee (40,81% dei voti), poi con il risultato delle politiche del 2018 del M5S (oltre il 32 percento) ed infine con Matteo Salvini (17 per cento) che progressivamente hanno dimezzato il loro elettorato.
Nonostante i sobbalzi dei suoi oppositori all’interno e all’esterno dell’Italia, la Meloni è destinata ad agire per garantire un futuro economico del Paese.
L’aumento dei costi energetici in Europa sta chiudendo le attività e minacciando una recessione in tutta l’Unione. Eppure non tutti accettano questo destino.
E sembra che le imprese che fanno le valigie e partano per giurisdizioni più economiche sia l’ennesima conseguenza non intenzionale delle politiche favorite dai governi europei, in particolare del dipartimento dell’energia.
Il colosso statunitense dell’acciaio ArcelorMittal ha dichiarato all’inizio di questo mese che ridurrà della metà la produzione in un’acciaieria in Germania. La società ha affermato di aver basato la decisione sui prezzi elevati del gas.
Allo stesso tempo, ArcelorMittal all’inizio di quest’anno ha annunciato di avere in programma di espandere un’operazione in Texas, descrivendo lo stato come una «regione che offre energia altamente competitiva e, in definitiva, idrogeno competitivo». È solo una delle società con sede in Europa che stanno iniziando a vedere i vantaggi della crescita negli Stati Uniti, secondo un rapporto di David Uberti del Wall Street Journal.
È un rischio in più per la sopravvivenza dell’Unione come formazione industrializzata in grado di continuare a competere in futuro. E questo rischio presenta un ulteriore enigma che i singoli governi (in primis quello italiano) e l’amministrazione di Bruxelles devono risolvere in breve tempo.
Oggi l’aspetto chiave della competizione tra Nazioni non è la divisione per cortina di ferro e quindi una divisione per blocchi ideologici ma una questione prettamente economica dovuta all’aggrovigliamento nei mercati globali e nelle catene di approvvigionamento.
E il Coronavirus e la crisi energetica insegnano.
Servono idee innovative che si possono avere solo con la preparazione, cioè attraverso una scuola che prepari a queste nuove sfide. Prima chi aveva la bomba atomica aveva un vantaggio essenziale. Oggi non è più così.
Oggi la vera sfida è sulle idee e sulle prospettive di un Paese che continuamente pensa al passato e non al futuro. Una Nazione ferma a quella descritta da Dante nel Purgatorio «Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!».