USA, IL PERCHE’ DEI SONDAGGI SBAGLIATI E IL RUOLO DEI MEDIA
(AGENPARL) – Roma, 05 novembre 2020 – Come andrà a finire negli Usa?
Lo vedremo presto.
Non sono e non faccio l’indovino, anche perché se lo sapessi, avrei vinto più lotterie nazionali.
In questa giornata nuvolosa di Roma è chiaro che non sono e non faccio l’indovino.
Ma c’è una previsione che sono disposto a fare di cui sono abbastanza fiducioso: i media sono davvero i nemici delle persone.
Il loro compito, viene detto abitualmente, è semplicemente quello di riferire ciò che sta accadendo nel paese e nel mondo. Oggi più che mai è difficile scrivere questa frase senza ridere o peggio arricciare il naso.
L’esempio e la lezione che dobbiamo imparare ci viene direttamente dagli USA.
Negli ultimi quattro anni la stampa ha fatto un attivismo tale che il Comitato Nazionale Democratico non poteva neanche sognare, cioè avvolgere in una coltre di psudo obiettività gli americani.
Purtroppo i tempi sono cambiati e non funziona più come una volta.
Esiste Internet e quindi ci sono troppi percorsi diversi e meno ostruiti perché le informazioni possano circolare liberamente e quindi risulta difficile impedire completamente la fuga di informazioni nel pubblico.
In qualunque modo andranno a finire le elezioni, non bisogna dimenticare le bugie che sono state dette nella ricerca del potere da parte dei liberali.
Tre anni di ‘RUSSIA’, 4 mesi di “IMPEACH SOPRA L’UCRAINA” e quattro anni solidi di pedanteria, storie false e insistenza che il presidente e i repubblicani sono bugiardi decisi a cercare di uccidere le persone.
Per il consumatore di notizie casuali, non c’è modo che ciò non abbia un qualche tipo di impatto.
Peggio delle ovvie “bugie d’opinione” rifilate come osservazioni indifferenti e verità, c’era un tentativo più nefasto di manipolazione dal nostro “quarto stato”.
Il sondaggio, dicono, è una scienza inesatta…
Tuttavia, i sondaggi sono stati usati per giustificare gran parte della copertura che i media hanno spacciato per giornalismo.
I risultati sono arrivati prima che venisse espressa la votazione, ci è stato detto.
L’unica domanda era quanto sarebbe stato grande il margine di vittoria per Joe Biden.
Non c’era un sondaggio dell’establishment liberale che si avvicinasse ai risultati effettivi.
È una testimonianza della campagna elettorale del presidente Donald Trump che ha vinto praticamente con quello che ha fatto nei quattro anni.
Non una singola piattaforma di “notizie” gli ha dato la possibilità di illustrare quello che ha realizzato, bensì ha attivamente lavorato quotidianamente contro di lui.
Sondaggi fasulli e imprecisi hanno permeato la copertura dei media negli ultimi mesi non per informare il pubblico, ma per influenzarlo. Non informazione ma propaganda.
La motivazione è incredibilmente importante quando si tratta di votare: ecco perché i sondaggi sono stati così pesantemente riportati. Erano un chiaro tentativo di soddisfare il desiderio di orientare il voto.
Quali sarebbero stati i margini se questi sondaggi fossero stati veritieri e quindi vicini alla realtà? E’ chiaro che non c’è modo di saperlo, ma vale comunque la pena fare una riflessione.
Le società di sondaggi e i loro benefattori dei media sapevano cosa stavano facendo.
Il co-fondatore e presidente di RealClearPolitics Tom Bevan ha elencato quanto fosse sbagliato il sondaggio ampiamente riportato del New York Times / Siena College anche se non poteva provarlo. Hanno “sovrastimato il sostegno di Biden” in Florida di 6 punti, in Iowa di 10, di 9 in Ohio, anche in Wisconsin di circa 10 e Michigan di circa 6.
Questi non sono errori, ma cercano di plasmare il risultato. Perché bisogna preoccuparsi di votare se la competizione elettorale è finita?
Allora potresti pensare che è la fine dell’industria dei sondaggi, ma non è così. Sono uno strumento troppo prezioso per affrontare le conseguenze dei loro fallimenti.
Ci saranno alcuni “pezzi di riflessione” su come hanno sbagliato le cose, ma la vera domanda è perché hanno insistito in primo luogo.
I dati demografici cambiano, i modelli di voto cambiano, le persone si muovono e talvolta un candidato suscita le persone in modi che non erano mai stati prima.
Donald Trump è quel tipo di candidato. E solo l’ignoranza o la corruzione intenzionale farebbero sì che qualcuno ignorasse quella realtà.
Ma nulla di ciò che hanno fatto i sondaggisti ha indotto i media a insistere su questi sondaggi errati e a propagandarli come hanno fatto, trattandoli come se i risultati fossero stati scolpiti su tavole di pietra dal fuoco e trattati come se fossero i Dieci comandamenti. E non da un campione casuale di 500 persone che si erano preoccupate di rispondere ai loro telefoni.
I media sapevano bene cosa stavano facendo, era quello che facevano da sempre.
I “dati” dei sondaggi non erano altro che l’ultimo di una serie di storie di notizie spazzatura progettate esplicitamente per deprimere l’affluenza alle urne di Trump.
Mentre le teste poco pensanti ma molto parlanti della TV si lamentavano incessantemente della “soppressione degli elettori”, erano impegnate nella sua forma più nefasta ed efficace.
Ricordiamoci che sono sempre le persone che insistono sulla “minaccia alla nostra democrazia” che lavorano più duramente per minarla e limitarla.
Qualunque cosa accada, non bisogna dimenticare mai quello che hanno fatto negli Usa.