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Richiesta di ispettori del MEF sull’operato della GdF: Quando i controllori necessitano di essere controllati – Fallimento Giornale dell’Umbria

Richiesta di ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze sull’operato della Guardia di Finanza: quando i controllori necessitano di essere controllati – Fallimento Giornale dell’Umbria.
Signori, ci troviamo di fronte a una situazione talmente intricata e paradossale che potrebbe essere tranquillamente la trama di una commedia burocratica. Da una parte abbiamo la Guardia di Finanza, che con grande zelo, nel 2013 si è presentata a Perugia per dare il via a un’ispezione riguardante i contributi pubblici all’editoria. Dall’altra, la stessa Guardia di Finanza che, sempre con grande zelo, sembra aver bisogno di una sua piccola verifica da parte di… chi? Beh, del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ovviamente! È come se il guardiano avesse perso le chiavi del cancello e ora chiedesse a qualcuno di venire a fargli da guardia mentre cerca di risolvere il problema.
Nel verbale del 17 settembre 2013, apprendiamo che il Nucleo di Polizia Tributaria ha deciso di avviare una verifica su alcune transazioni “interessanti” tra il Gruppo Editoriale Umbria 1819 S.r.l. e la Centroitalia Pubblicità S.r.l. per l’anno 2010. Nulla di particolarmente eccitante, se non fosse per il fatto che la storia si complica con l’introduzione di fatture sospette, operazioni economiche che sembrano più delle esibizioni di prestidigitazione finanziaria che transazioni vere e proprie, e un uso curioso dei contributi pubblici per l’editoria. O meglio, un abuso dei suddetti contributi.
Ma andiamo avanti, perché la situazione diventa davvero divertente. Nel 2021, qualcuno si accorge che, forse, c’è qualcosa di poco chiaro in tutto questo, e presenta un’interrogazione parlamentare chiedendo se, per caso, qualcuno abbia notato che 3.000 copie mensili de Il Giornale dell’Umbria venivano acquistate da società del gruppo stesso. È solo una coincidenza, o forse un abile stratagemma per far girare un po’ di soldi pubblici? A pensarci bene, queste domande sembrano più adatte a un giallo economico, con i protagonisti che si scambiano fatture come fossero indizi in una trama da risolvere.
Non manca il tocco di genio: false fatturazioni per prestazioni inesistenti! Sì, avete capito bene, prestazioni fantasiose degne del miglior illusionista, ma con soldi veri, provenienti dallo Stato, a supporto di costi fittizi. Ovviamente, il curatore fallimentare non si è certo scomodato a contestare queste frodi, preferendo forse un buon caffè caldo e un plico di documenti da ignorare. Al contrario, i signori Mapelli e Traversini hanno pensato bene di denunciare chiunque osasse mettere in discussione il loro “onesto operato”. Denunce che, non a caso, sono state archiviate. Ma non temete, perché il PM ha assicurato che la giustizia farà il suo corso.
Ed ecco qui, la ciliegina sulla torta: la compensazione delle fatture. Certo, quando non c’è denaro vero in circolazione, perché non compensare? Tutto si risolve con qualche firma, un paio di timbri, e magicamente le spese inesistenti trovano il loro equilibrio nel bilancio di un gruppo editoriale sull’orlo del fallimento.
Ma il meglio deve ancora venire. Non solo il curatore ha accettato di buon grado queste compensazioni, ma ha addirittura chiuso in transazione i decreti ingiuntivi! E dire che si sarebbe potuto fare molto di più, come suggerito dalle numerose interrogazioni parlamentari. Ma forse il curatore aveva semplicemente un’agenda troppo piena per occuparsi di dettagli così insignificanti come il recupero di denaro pubblico.
Ora, cari lettori, non resta che invocare l’invio degli ispettori del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Sì, proprio così, perché quando persino i controllori sembrano aver perso il filo della matassa, qualcuno deve pur mettersi a fare un po’ di ordine. E se nel frattempo vi capita di sfogliare una delle famose 3.000 copie mensili de Il Giornale dell’Umbria, ricordatevi che, da qualche parte, qualcuno sta ancora cercando di capire dove siano finiti quei soldi.

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