(AGENPARL) – mer 11 settembre 2024 *Thomas De Luca (M5S): “Ast entri nella società misto pubblico-privata che
dal 2029 gestirà il polo idroelettrico”*
Crisi Ast, caro energia e polo idroelettrico. Di questo si è parlato nel
corso della conferenza stampa presso Spazio Bloom a Terni nel corso della
quale il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca, ha
proposto l’ingresso di Ast nella società misto pubblico-privata che dal
2029 gestirà il polo idroelettrico.
“Nel corso di questi giorni – ha detto De Luca – abbiamo sentito tantissime
inesattezze in merito alla vicenda idroelettrico-acciaierie. Come Movimento
5 Stelle ci siamo sempre posti su questo tema con estrema umiltà e in punta
di piedi. È proprio per questo che oggi rivendichiamo la possibilità di
mettere sul tavolo una soluzione concreta per coniugare gli interessi ed i
beni comuni con le esigenze di sviluppo del territorio e il mantenimento
dei livelli occupazionali.
Il tema dei costi dell’energia delle acciaierie indubbiamente ha una
rilevanza europea, ma ciò non toglie che nel nostro piccolo possiamo fare
concretamente la nostra parte. Per questo ieri in consiglio regionale
abbiamo presentato come minoranze una mozione sulla possibilità di
utilizzare l’articolo 21 della nuova legge sull’idroelettrico che prevede
che i concessionari di questi impianti cedano alla Regione una quota
gratuita di energia prodotta. Nella fattispecie parliamo di circa 55 GWh
annui, ovvero il 5% del fabbisogno elettrico delle acciaierie di Terni,
dato che abbiamo ricavato dall’ultimo bilancio di sostenibilità pubblicato
da Ast.
La legge prevede che questa quota di energia, almeno per la metà, finisca
nei territori. Ma poche settimane fa la giunta regionale ha deciso di
monetizzare questa quota di energia e trasformarla in un flusso di denaro,
svincolando la ratio originale della norma. La metà di questi 7 milioni di
euro circa, se vogliamo quantificarla economicamente, andranno a finire nel
calderone del bilancio e quindi per altri scopi rispetto allo sviluppo del
territorio. Noi abbiamo fortemente contestato questa scelta, presentando la
mozione per dare ristoro immediato sotto il profilo dell’impatto economico
dei costi energetici.
La Regione potrebbe decidere di destinare questi 55 GWh alle industrie
energivore del territorio. Ovviamente non facciamo regali alle
multinazionali, questa concessione sarebbe vincolata agli adempimenti (che
ormai con troppo ritardo non vengono rispettati) in merito ai temi
dell’ambientalizzazione: emissioni in atmosfera dei metalli pesanti,
polveri di Prisciano, riciclo dei residuali delle scorie. La Regione
concederebbe questa energia gratuita all’industria energivora che,
partecipando al bando, nel frattempo garantisce impegni precisi sulla
transizione ecologica e la riduzione dell’impatto ambientale sul
territorio.
Ovviamente la mozione è stata bocciata. Questo dimostra che le posizioni
della destra su questo tema sono semplicemente teatro. Perchè quando c’era
l’opportunità di fare qualcosa di concreto si è scelto di non fare nulla.
Ma noi vogliamo andare oltre e proponiamo sul tavolo una soluzione
concreta. Siamo convinti che il polo idroelettrico di Terni sia il primo
fattore di sviluppo del territorio, il petrolio blu a cui attingere.
Proponiamo la creazione di una società misto pubblico-privata, come da
indicazione nella legge regionale approvata con ordine del giorno allegato
che andava proprio in questa direzione, con la partecipazione dei Comuni e
della Regione che attraverso una gara a doppio oggetto metta sul mercato le
quote del socio imprenditore. E attraverso una procedura a norma di legge,
secondo i crismi di concorrenza, proponiamo l’ingresso di Ast in questa
società pubblico-privata che dal 2029 gestirà il polo idroelettrico.
Questo permetterebbe di inserire una molteplicità di player all’interno del
territorio, permetterebbe alle acciaierie di Terni di usufruire di questo
asset e allo stesso tempo garantirebbe un introito anche per la
collettività. Non parleremmo più di canoni dell’idroelettrico ma di una
compartecipazione agli utili da parte del pubblico. I famosi 10 milioni di
euro che la Regione riceve dai concessionari potrebbero diventare 50-60
milioni di euro all’anno, portando benefici enormi per i Comuni e tutta la
Regione con risorse che potrebbero essere usate per la sanità e altre
priorità” ha concluso il consigliere regionale del M5S.
*Thomas De Luca consigliere regionale Movimento 5 Stelle Umbria*
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