(AGENPARL) – mar 23 luglio 2024 *AURI, Thomas De Luca (M5S) risponde ai sindaci di centrodestra: “Grazie a
gestione AURI centrodestra collasso del sistema in 5 anni. Il silenzio
sarebbe stata scelta dignitosa”*
Il 3 agosto 2029, alle ore 16.30, esattamente due giorni dopo l’avvio del
nuovo inceneritore, il sistema regionale di gestione dei rifiuti cesserà di
funzionare, l’Umbria sarà al collasso e in piena emergenza rifiuti. Il
motivo? Ceneri e scorie dell’inceneritore non avranno più alcuno spazio
dove essere smaltite dopo l’esaurimento di tutte le discariche umbre. Per
questo esprimiamo la più grande solidarietà ai cittadini di Città di
Castello, Magione e Orvieto, che, secondo i progetti della destra umbra,
dovranno sostenere il peso di un ulteriore ampliamento delle discariche,
condannati dalle scelte scellerate del centrodestra umbro ad essere
impunemente considerati la pattumiera dell’Umbria.
Piuttosto che rivolgere il loro livore nei confronti del sottoscritto, il
mio appello ai rancorosi sindaci del centrodestra è quello di mettersi una
mano sulla coscienza e per almeno una volta mettere davanti a tutto la
comunità umbra, prima degli ordini di partito. L’unica responsabilità di
questo scenario apocalittico, quello che al momento abbiamo di fronte
proseguendo sulla strada tracciata dalla giunta Tesei è solo ed
esclusivamente la loro che mentono spudoratamente, sapendo di mentire,
quando affermano che il Piano Regionale dei Rifiuti prevede la fine
dell’uso delle discariche.
Sono molte, infatti, le gravi responsabilità di AURI. Non condividendo in
alcun modo la strada intrapresa nella scelta di puntare tutto
sull’inceneritore è impossibile non registrare le gravi mancanze
nell’attuazione di questa scelta che sono la causa della drammatica
situazione in cui ci troviamo. In primo luogo va evidenziato come l’avviso
pubblico arriva con notevole e colpevole ritardo da parte di AURI,
esattamente quattro mesi e mezzo dopo il termine ultimo previsto dal Piano
Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti (PRGIR) approvato
dall’assemblea legislativa in data 14/11/2023. Cosa ancor più grave in
maniera unilaterale e senza alcuna autorizzazione e in contrasto con quanto
deliberato dallo stesso consiglio regionale, l’AURI ha deciso di
posticipare dal 31/12/2027 alla data del 01/08/2029 l’avvio dell’impianto
di incenerimento.
Questa scelta immotivata, oltre a rappresentare un inappropriato abuso di
potere, sarà la causa del depauperamento della residua capacità delle
discariche umbre, definita unanimemente di supremo interesse strategico per
la nostra comunità regionale. Di fronte ai miei solleciti verbalizzati agli
atti della commissione sulla ristrettezza dei tempi per la realizzazione
dell’impianto la giunta regionale aveva assolutamente escluso qualsiasi
problema nelle tempistiche.
L’avviso pubblicato da AURI andrà in scadenza il 20 gennaio 2025 dopodiché
si dovrà procedere alla successiva gara tramite procedura per l’affidamento
in concessione della progettazione, realizzazione ed esercizio
dell’impianto. A questo andranno a sommarsi le criticità della scelta di
lasciare al mercato la localizzazione dell’inceneritore, con tutto ciò che
ne consegue in termini di iter autorizzativo. Ciò significa che molto
probabilmente l’impianto sarà pronto per entrare in funzione a pieno regime
ben oltre il 2030.
Senza entrare nel merito delle palesi castronerie asserite a riguardo
dell’emissione di gas climalteranti, constatato che l’impronta di carbonio
dell’incenerimento dei rifiuti è quantificabile tra i 650 e gli 800 grammi
di anidride carbonica fossile per ogni kWh prodotto mentre quello
dell’attuale mix energetico (comprese le fossili) è di circa 250, aggravato
dall’assenza di teleriscaldamento come criterio vincolante nell’avviso
AURI, dobbiamo registrare inoltre alcune ulteriori gravi criticità.
Nell’avviso pubblico non c’è alcuna garanzia richiesta in termini
progettuali al proponente in merito al quantitativo di scorie prodotte
dall’inceneritore che dovranno essere recuperate, mentre nel PRGIR era
indicato che tale recupero si sarebbe attestato al 90% delle scorie
prodotte dall’inceneritore (30 mila tonnellate annue). Se ciò non fosse
possibile saremmo di fronte ad un ulteriore e più grave collasso del
sistema.
Dopo tante parole sprecate sulla riduzione della TARI non hanno inserito
alcuna garanzia nemmeno sui costi. Mentre il PRGIR prevede un costo
ampiamente sottostimato di 130 milioni, per una tariffa complessiva di 135
euro/ton di conferimento a carico dei comuni nell’Avviso tutto questo viene
tralasciato. Il promotore potrà pertanto presentare un piano economico
finanziario che verosimilmente potrebbe raddoppiare i costi previsti con
una mazzata economica che farebbe ulteriormente lievitare la pressione
fiscale sulle imprese e sulle famiglie umbre.
Ricordiamo inoltre che le forze del Patto Avanti hanno già avanzato nel
dibattito in aula, sotto forma di emendamenti, con il silenzio imbarazzante
della giunta e della maggioranza, un innovativo ed approfondito Piano di
Gestione dei Rifiuti basato sull’aumento della raccolta differenziata e una
dotazione impiantistica per il massimo recupero di materia unica concreta
soluzione per abbattere nel più breve tempo possibile i conferimenti in
discarica ed escludere il collasso del sistema.
In conclusione è bene sottolineare come la maggioranza dei sindaci in
questione, affetti da sindrome Nimby, siano gli stessi ad aver presentato
osservazioni in fase di VAS per escludere i propri territori dalle aree
idonee per la realizzazione dell’inceneritore. A loro va bene tutto purché
l’impianto non si faccia a casa loro.
*Thomas De Luca – Coordinatore regionale Umbria Movimento Cinque Stelle *