(AGENPARL) – mer 03 luglio 2024 (agenzia umbria notizie)
San 36
Sanità: farmaci equivalenti, convegno a Perugia
(aun) – Perugia 3 lug. 024 – “Nel 2023 i cittadini
italiani hanno versato di tasca propria 1.029 milioni di
euro di differenziale di prezzo per ritirare il farmaco
‘brand’ – più costoso – invece che il generico-
equivalente – a minor costo – interamente rimborsato dal
sistema sanitario nazionale. Per l’Umbria, il
differenziale pagato dai cittadini nel 2023 ammonta a
l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, nel
corso dell’incontro ‘Il ruolo sociale del farmaco
equivalente – call to action’, promosso a Perugia da
Motore Sanità con il contributo di Teva, proprio con
l’obiettivo di concordare azioni concrete per promuovere
l’assunzione e la prescrizione dei farmaci equivalenti,
riducendo i costi per i cittadini e migliorare così anche
l’accesso alle cure. L’iniziativa ha visto la presenza
dei principali stakeholder del mondo della sanità e dei
rappresentanti delle aziende sanitarie umbre.
“Il dato paradossale – ha detto l’assessore Coletto – è
che la spesa per la compartecipazione risulta
generalmente più elevata nelle regioni a basso reddito.
E’ evidente quindi, che in Italia e di conseguenza in
Umbria, persiste ancora un pregiudizio diffuso verso i
farmaci equivalenti che rappresentano un’opportunità per
garantire la presenza sul mercato di validi strumenti
terapeutici e, contestualmente, liberare risorse
economiche da investire nei farmaci innovativi. Inoltre,
considerato il problema sempre più diffuso della carenza
dei medicinali di uso comune, la disponibilità sul
mercato nazionale di farmaci equivalenti permette, nella
maggior parte delle situazioni di carenza, di garantire
comunque ai cittadini l’accesso alle cure”.
“Tra le iniziative che la Regione Umbria ha messo in
campo per favorire la prescrizione di questi medicinali –
ha spiegato Coletto – c’è anche quella di fornire
periodicamente ai medici prescrittori tabelle di
confronto con i costi/terapia dei vari farmaci
appartenenti alla stessa classe terapeutica, per
orientare la prescrizione verso quei prodotti che, a
parità di efficacia e sicurezza, hanno un costo/terapia
più vantaggioso per il Sistema sanitario regionale.
Purtroppo rispetto ai farmaci equivalenti c’è ancora
molta mancanza di informazione e in questo senso, è
indispensabile fare formazione anche verso i medici di
medicina generale, i pediatri di libera scelta e i
farmacisti che sono in prima linea in questo importante
percorso di educazione della cittadinanza”.
Nel corso dell’incontro è emerso che l’ultima analisi
pubblicata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (Osmed-Aifa
2022) documenta che in Italia si registra ancora una
bassa incidenza della spesa per i farmaci equivalenti
rispetto agli altri Paesi europei, risultando terz’ultima
nel confronto con altri 9 Paesi analizzati (Austria,
Belgio, Germania, Gran Bretagna, Francia, Polonia,
Portogallo, Svezia e Spagna). Dati più recenti,
confermano che quasi un cittadino su tre nutre ancora
dubbi sul fatto che i farmaci equivalenti abbiano
la stessa efficacia di quelli cosiddetti “di marca” e uno
su cinque dichiara che il medico indica sul ricettario
solo quest’ultima tipologia.
Relativamente ai dati disponibili gennaio-dicembre 2022,
l’86,3% rispetto al totale delle unità di medicinali
rimborsati dal SSN afferiscono all’area dei farmaci off-
patent e di questi il 29.5% sono rappresentati da
generici-equivalenti (Elaborazione Centro Studi Egualia
su dati IQVIA).
L’Umbria si colloca leggermente al di sotto della media
italiana, subito dopo la Toscana e comunque migliore di
altre regioni del Centro Italia.
C’è un dato positivo: nel 2024 in particolare nella
provincia di Perugia è stato registrato una crescita
significativa nell’uso dei farmaci equivalenti, con un
aumento del 15% rispetto all’anno precedente. Questa
crescita è stata favorita da diverse iniziative e
campagne di sensibilizzazione mirate a informare i
cittadini sui benefici dei farmaci equivalenti, sia in
termini di efficacia che di risparmio economico.
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