(AGENPARL) – mar 25 giugno 2024 A Paparelli (Pd) risponde la presidente Tesei: “Le linee di indirizzo
richieste ad Arvedi sono lo sviluppo industriale, il piano di risanamento
ambientale e lo sviluppo occupazionale. È nato così il piano industriale”
(Acs) Perugia, 25 giugno 2024 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha
discusso l’interrogazione sulla “sostenibilità e sviluppo del complesso
siderurgico AST”, presentata da Fabio Paparelli (Pd).
Attraverso l’interrogazione, Paparelli ha chiesto di sapere “quali sono
le tempistiche concrete per addivenire alla stipula dell’accordo di programma
e se la Giunta condivide il fatto che il medesimo debba riguardare non solo
gli investimenti di Ast, ma più in generale anche la competitività del
territorio in termini di sostenibilità ambientale e di sviluppo del sistema
imprenditoriale locale; se è in atto una interlocuzione diretta con
l’azienda Arvedi-AST e con il Ministero dello Sviluppo Economico al fine di
accelerare la stipula dell’accordo di programma, che dovrà contenere, tra
l’altro, gli investimenti necessari dar seguito al progetto di recupero
delle scorie e di confinamento delle relative lavorazioni in aree attrezzate
in modo idoneo, salvaguardando la salute dei lavoratori e dei cittadini; se
la Giunta non ritenga utile e necessario adoperarsi affinché venga aperto al
più presto un tavolo per affrontare le questioni ambientali della città di
Terni ed in particolare il tema delle polveri di Prisciano su richiamate ed
eventualmente, quale possa essere la sua composizione”.
Illustrando l’atto, Paparelli ha detto “di aver assistito in questi anni,
dopo il passaggio di proprietà ad Arvedi, ad almeno sei annunci di imminente
firma di accordi di programma che devono ancora avvenire. Sul piatto ci sono
la salvaguardia della competitività di mercato, delle competenze di un sito
ed anche della sostenibilità del sito. Questa Giunta regionale ha
completamente abbandonato, senza continuità, il lavoro fatto precedentemente
con l’accordo di programma del 2018 ed il riconoscimento di area di crisi
complessa del ‘ternano’ che comprendeva l’apertura di tre tavoli (mai
convocati) su tre questioni cruciali quali l’ambiente, le infrastrutture e
l’Università. L’accordo aveva portato 30 milioni di euro con la legge
181 di cui ne sono stati utilizzati soltanto una parte, oltre a 36 milioni di
risorse regionali, quasi tutte utilizzate portando incrementi occupazionali.
In merito alla sostenibilità ambientale, negli ultimi anni ci sono state
numerose, nuove segnalazioni relative alla dispersione di polveri prodotte
dalle scorie di lavorazioni siderurgiche degli impianti Arvedi-Ast e che
interessano particolarmente la zona di Prisciano. È finito il tempo degli
annunci e della propaganda. L’accordo di programma deve andare oltre il
sito siderurgico per arrivare ad un patto che ricada sull’intero territorio
per rafforzarne la vocazione industriale, in termini sostenibili ed
ambientalmente compatibili. Recentemente è stato costituito un nuovo
comitato ‘Prisciano Terni est’ che si è dimostrato molto attivo nel
segnalare i disagi prodotti dalla dispersione delle polveri. Lo scorso 7
maggio c’è stata una riunione con il Comune di Terni con un’intesa
sull’opportunità di costituire un tavolo di monitoraggio permanente sulla
vicenda. Tavolo precedentemente sempre esistito. Anche per le parole con le
quali si è dimesso l’assessore del Comune di Terni ritengo necessario che
la Giunta regionale prenda in mano la situazione”.
La presidente della Giunta regionale, Donatella Tesei ha risposto che: “nel
2018-2019 Thyssen Krupp era proprietaria di un’ Ast talmente in crisi che
nonostante i continui riassetti organizzativi i tedeschi ce la fecero trovare
in vendita appena siamo arrivati a governare la Regione. I progetti di
risanamento ambientale di un’azienda con evidente impatto sulla città
erano farraginosi e mai decollati. Gli investimenti erano fermi da anni e la
competitività dell’azienda era talmente scadente che si parlava solo di
tagli e diminuzione della forza lavoro e di quella impiegatizia. Da quando
siamo arrivati abbiamo gestito l’esistente, abbiamo dialogato con il
Governo e seguito le fasi della vendita, accompagnato l’acquisto del gruppo
italiano Arvedi che ha salvato l’azienda e l’occupazione dando una
prospettiva di rilancio. Da allora abbiamo continuamente interloquito con
Arvedi, accompagnando questi anni difficili. Tre sono state le linee di
indirizzo che abbiamo sempre richiesto ad Arvedi di perseguire
contemporaneamente: lo sviluppo industriale, il piano di risanamento
ambientale e lo sviluppo occupazionale. È nato così il piano industriale
che oggi l’azienda sta già mettendo in atto. Il piano prevede 900 milioni
di euro di investimenti per la fabbrica, che faranno recuperare produttività
e al tempo stesso la faranno diventare neutrale per quanto riguarda le
emissioni da CO2; 100 milioni di ulteriori investimenti ambientali e la
crescita della forza lavoro di alcune centinaia di unità. Per incentivare il
piano industriale ci siamo mossi con l’azienda e con il Governo, arrivando
in Commissione dell’Unione Europea per recuperare 300 milioni di finanza
agevolata. Ci siamo mossi per finanziare con l’Fsc la bretella
Staino-Prisciano e stiamo continuando a lavorare con il Governo per trovare
60 milioni per variante sud-ovest di Terni. Oggi la finanza agevolata è
stata individuata, il piano industriale è stato avviato anche se resta il
tema del costo dell’energia. Bisogna far presto sulla firma dell’accordo
di programma che ho sollecitato anche alcuni giorni fa. La cosa più
importante è che partano gli investimenti industriali-ambientali previsti
nel piano, ma serve un costo dell’energia che sia competitivo. Stiamo
lavorando da tempo con l’Azienda, Enel e Governo per trovare una soluzione
utile al sistema Italia. La questione ambientale è stata per me da subito
prioritaria e troverà stabile e positiva soluzione solo nel positivo
successo del piano industriale Arvedi. Sulla salute dei cittadini vigilano
l’Asl 2 e l’Arpa ai quali ho sempre chiesto di essere inflessibili nella
tutela dei cittadini”.
Nella replica, Paparelli si è detto “sconcertato dalle bugie propinate.
Non ha risposto ad alcuna domanda posta nell’interrogazione, mettendomi in
bocca cose mai dette. Il problema non sono le interlocuzioni da salotto, il
problema è che il piano industriale è fermo perché deve trovare la giusta
partecipazione di tutti gli stakeholders per arrivare ad un piano di sviluppo
e soprattutto vedere la formalizzazione dell’accordo di programma per
realizzare gli investimenti di 800 milioni. Senza la formalizzazione
dell’accordo di programma non ci sarà alcun investimento”. AS/
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/78779