(AGENPARL) – mer 03 aprile 2024 Nota del consigliere regionale Fabio Paparelli (Pd – Portavoce opposizioni)
(Acs) Perugia, 3 aprile 2024 – “A poche settimana dall’inizio della
campagna elettorale per le europee si susseguono gli annunci sull’imminente
firma per l’accordo di programma per Ast Terni, correlato al piano
industriale della proprietà ed allo sviluppo potenziale del sito di
produzione di acciai speciali, che nonostante il calo del 39,2% dell’export
registrato nel 2023, rappresenta un fetta fondamentale del PIL e
dell’occupazione della Regione Umbria ed è uno dei siti nazionali ed europei
maggiormente qualificati”. Lo dichiara il consigliere regionale Fabio
Paparelli (Pd – Portavoce opposizioni).
“A tal proposito ritengo opportune alcune sottolineature. Anzitutto –
evidenzia Paparelli – il grave ritardo intercorso tra il passaggio di
proprietà e la situazione odierna ancora di stallo. Giova infatti ricordare
che il closing con cui il gruppo Arvedi è subentrato nella proprietà di Ast
Terni risale al lontano febbraio 2022. Ad oltre due anni, pochi giorni fa si
è svolto presso il Mise un incontro tecnico a valle del quale la Presidente
Tesei avrebbe chiesto, per l’ennesima volta, tempi brevi per arrivare alla
firma dell’accordo. La Presidente dimentica evidentemente che siamo
all’ennesimo annuncio (tutti speriamo che questa sia la volta buona) e che ad
ogni atto presentato in Consiglio dalle minoranze ha sempre risposto con
annunci e proclami ad oggi mai concretizzatisi e soprattutto dimentica che il
Governo con cui si rapporta è quello affine alla parte politica che
rappresenta. Non giovano neanche come alibi i presunti ritardi e passaggi
presso la Commissione Europea, in quanto non strettamente necessari per la
stipula dell’accordo in questione. Altro elemento fondamentale che occorre
ricordare è che a 2 anni di distanza non c’è ancora un piano industriale di
Ast, nonostante le buone notizie relative al mantenimento degli impegni
rispetto a talune vicende come le assunzioni del personale del tubificio. A
fronte di ciò una ulteriore buona notizia arriva dalla proprietà che si è
resa disponibile al confronto con le istituzioni locali e la città nel suo
complesso al fine di ‘individuare le migliori priorità di intervento sul
territorio’, mentre registriamo sul versante della istituzione Regione una
non disponibilità ad aprirsi alla città ed alle parti sociali per
comprendere le reali necessità per lo sviluppo del sito produttivo e del
territorio ternano nel suo complesso. E’ incredibile che la Giunta non
avverta la necessità di promuovere un confronto in Consiglio regionale ed
una condivisione con le parti sociali e con la città per concertare
obiettivi, progetti ed azioni dell’accordo di programma: impianti, nuove
produzioni, energia, ambiente, sviluppo e ricerca, rapporti con la
subfornitura del territorio, sono temi esiziali. Inoltre sarebbe interessante
conoscere quali impegni e risorse intendono mettere a supporto dell’intesa la
Regione ed il Governo”.
“In particolare – prosegue il consigliere regionale – non ho ascoltato
una parole dalla Regione sui rapporti tra il Gruppo Arvedi Ast Terni e le
aziende locali, a volte ‘strattonate’. La Giunta è stata silente persino
sulla precarizzazione dei rapporti, degli ordini, dei contratti, sui prezzi
delle offerte, per cui sarebbe stato e sarebbe opportuno, al contrario, nel
quadro della disponibilità annunciata dal Arvedi/Ast un tavolo di confronto
permanente con le associazioni Imprenditoriali: Confindustria,
Confartigianato, Api/Confapi, per una intesa quadro anche in una prospettiva
di riqualificazione ed innovazione. Senza dimenticare il ruolo delle medie e
grandi imprese che forniscono beni essenziali per la produzione di Ast, come
Sangraf (ex Elettrocarbonium) di Narni, che produce elettrodi di grafite per
i forni elettrici e quello delle medie e grandi aziende utilizzatrice di
acciaio inox Koning IG Metall, Fuerecia/Forvia del Gruppo Stellantis o lo
stesso Tubificio, che operano nel settore automotive. La terza questione su
cui aprire un confronto ed un dibattito è relativa al fatto che si continua
a parlare di un accordo di programma che riguarderebbe solo AST senza
accennare ai contenuti: quali investimenti, quali impianti per nuove
produzioni; come affrontare i temi dell’ambiente e dell’energia; come
sviluppare la ricerca in correlazione alla università presente a Terni.
Tutto ciò mette nel dimenticatoio la necessità, invece, di una intesa che
necessariamente deve rivolgersi e riguardare l’intero territorio, con il fine
di aumentare la competitività dei fattori localizzativi, di migliorare le
infrastrutture, di puntare sulla innovazione e sulla sostenibilità e sullo
sviluppo dell’università orientata alla ricerca. Può essere l’occasione, ad
esempio, per rilanciare il tema, che la regione si è fatta ‘scippare’
sia sul Pnrr che sulla grande programmazione ferroviaria, del potenziamento e
raddoppio della linea ferroviaria Orte-Falconara, in particolare il progetto
ed il finanziamento del tratto Terni-Spoleto che deve essere inserito tra gli
impegni del Governo. O ancora la Piastra Logistica Narni-Terni, che ancora
attende il completamento, ed infine la ferrovia Orte-Civitavecchia: vera
soluzione al problema del traffico pesante e dell’inquinamento correlato”.
“Questo territorio – conclude Fabio Paparelli – è stato riconosciuto nel
2018 area di crisi complessa, e necessitava, nei settori della siderurgia e
della chimica, di una riqualificazione industriale della grande e della
piccola e media impresa. Per il primo triennio 2018- 2021 la Regione mise a
disposizione ben 58 milioni per la conca ternana, per la riqualificazione
delle piccole imprese, per la formazione, insieme ad incentivi
all’occupazione, fondi per la ricerca, per l’efficientamento energetico, per
l’internazionalizzazione, per le start up e gli ammortizzatori sociali. Oggi
servirebbe dare continuità a quell’azione che nel triennio successivo ha
visto, al contrario, la Regione in stallo, con la sola proroga dell’accordo
di programma per utilizzare gli ammortizzatori sociali e con zero euro per
continuare il processo di riqualificazione industriale, senza alcuna visione
strategica e senza aver minimamente sfruttato l’opportunità del Pnrr e del
nuovo settennato di risorse comunitarie 20-27, per disegnare con le parti
sociali una prospettiva di politiche industriali volta ad aumentare la
produttività del nostro sistema economico. Servirebbe, in tema di energia
pulita e di idrogeno verde, coinvolgere al tavolo ministeriale players come
Enel, servirebbe capire come realtà di eccellenza quali i fucinati Ast
possano stare dentro accordi che si stanno sviluppando con players come
Ansaldo, per quanto concerne le produzioni energetiche di ultima generazione.
L’accordo di programma che si annuncia da ormai due anni è davvero l’ultima
possibilità concreta di mettere in campo un processo davvero partecipato che
consenta di dare vita a una reale prospettiva di ripresa e sviluppo della
conca ternana in un’ottica nazionale ed europea: perdere questo ultimo treno
sarebbe veramente imperdonabile”. RED/mp
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/76913
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