(AGENPARL) – ven 15 marzo 2024 Mozione di Simona Meloni (Pd) sull’infermiere di comunità
(Acs) Perugia, 15 marzo 2024 – “L’Umbria è molto indietro nella
questione dell’introduzione dell’infermiere di comunità previsto dalla
normativa ma soprattutto fondamentale per il territorio e per il supporto ad
un sistema sanitario provato e in difficoltà come il nostro”. Così la
capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, Simona Meloni, che
annuncia la presentazione di una mozione sul tema “per impegnare la Giunta
regionale a raggiungere gli obiettivi previsti dal Pnrr in merito allo
sviluppo dell’assistenza territoriale e ad investire nella formazione
dell’infermieristica di comunità e famiglia e, in sinergia con
l’Università degli studi di Perugia, attraverso l’attivazione di un
nuovo percorso formativo accademico, anche presso il Polo scientifico
didattico di Terni”.
“L’infermiere di comunità si affaccia nella normativa già dal ‘Patto
per la salute 2019 – 2021’ e viene gradualmente specificato e puntualizzato
in quanto a ruoli e compiti. La sua introduzione – spiega Meloni – avrebbe
l’obiettivo di rafforzare il sistema assistenziale sul territorio,
finalizzato a promuovere una maggiore omogeneità ed accessibilità
dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria, favorendo l’integrazione
delle diverse figure professionali, compresa l’assistenza infermieristica
di comunità. In alcune regioni l’infermieristica di famiglia o di
comunità è già operativa da tempo, sia per iniziativa delle aziende
sanitarie che per provvedimenti normativi regionali ad hoc. In Umbria,
intanto, si registra una grave carenza di infermieri. Secondo le risorse
impiegate nel Pnrr, entro il 2026 serviranno in Italia 20mila infermieri di
famiglia e comunità, ma oggi sono poco più di 3mila in tutto il Paese, di
cui 80 in Umbria, dove non vengono utilizzati come tali”.
“Una inversione di rotta in Umbria – spiega Simona Meloni – è necessaria,
alla luce di un contesto con diverse criticità. La popolazione umbra è
mediamente più anziana rispetto a quella italiana e quindi l’Umbria
dovrebbe essere la prima regione ad adottare provvedimenti in tal senso.
C’è una bassa densità di popolazione che porta così la popolazione,
soprattutto quella anziana, ad avere difficoltà nel raggiungere i servizi
sanitari. Servirebbe dunque una figura che possa monitorare lo stato di
salute al proprio domicilio, non solo in caso di malattia, ma anche per
controlli sistematici. Da non sottovalutare l’elemento della cronicità,
sempre più diffusa e la fragilità di anziani pluripatologici che devono
essere costantemente attenzionati per rilevare tempestivamente qualsiasi
segno di compromissione dell’equilibrio clinico e psicologico”.
“La Regione Umbria – conclude Meloni – non ha attivato il necessario
percorso di formazione e la carenza di infermieri di famiglia e comunità
rischia di compromettere la capacità del sistema sanitario di rispondere ai
bisogni di salute delle persone, aprendo la strada alla fuga dei pochi
professionisti verso il settore privato. Serve dunque un cambio di passo ed
è urgente che la Regione prenda coscienza della situazione in cui ci
troviamo, adeguandosi a quanto fatto nel resto d’Italia”. RED/mp
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/76810
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