(AGENPARL) – gio 07 marzo 2024 Simona Meloni (Pd) sollecita un accordo Umbria-Toscana per l’utilizzo dello
sfioro della diga e annuncia un’interrogazione parlamentare
(Acs) Perugia, 7 marzo 2024 – “La canalizzazione che collega la diga di
Montedoglio e il Trasimeno, già oggi esistente per usi agricoli e
idropotabili, può essere utilizzata per l’immissione diretta di acqua nel
lago, sempre più in difficoltà nel mantenere il proprio precario equilibrio
idrico. L’apporto annuale, qualora per i tre mesi invernali si aprisse il
‘rubinetto’ dell’invaso toscano verso il bacino umbro, potrebbe sfiorare i
dieci centimetri di miglioramento del livello del lago, pari a circa dieci
milioni di metri cubi”. La consigliera regionale del Partito democratico
Simona Meloni rilancia, “in una condizione di grande difficoltà del
Trasimeno, che oggi misura meno 130 centimetri sullo zero idrometrico, l’idea
di un apporto idrico emergenziale e straordinario dalla vicina diga di
Montedoglio in provincia di Arezzo”.
Per Simona Meloni “la soluzione tecnica passa da un necessario accordo tra
Regione Umbria e Regione Toscana per l’utilizzo degli sfiori della diga di
Montedoglio, particolarmente significativi nella stagione invernale,
soprattutto oggi che l’invaso artificiale necessità di una nuova lunga
operazione di collaudo dopo la ricostruzione dei due conci dello scarico di
superficie avvenuta a dicembre del 2012. Le tubazioni che oggi collegano la
diga al Trasimeno – sottolinea la consigliera regionale – hanno una
portata massima di quattro metri cubi di acqua al secondo. Considerando un
tiraggio medio prudenziale di due metri cubi al secondo si potrebbe avere un
beneficio di circa 1,5 centimetri (pari a 1,5 mln di metri cubi) ogni dieci
giorni. Ovvero – aggiunge – 4,5 centimetri in un mese. Se la tubazione
rimanesse attiva per tutto l’inverno, sempre utilizzando calcoli cautelativi,
il lago potrebbe crescere di circa dieci centimetri all’anno, pari ad un
metro nel decennio”.
“Per dare seguito a questa operazione – aggiunge Simona Meloni – ed
evitare un rischio concreto di impaludamento dell’unico lago laminare
italiano, che presenta una profondità media inferiore ai quattro metri, in
una fase di cambiamento climatico, è necessario un accordo tra le due
Regioni, Toscana e Umbria. Qualora il livello dovesse scendere ulteriormente
anche la nomina di un commissario individuato dalle due giunte regionali di
concerto con il Ministero dell’Ambiente potrebbe risultare una scelta
necessaria per assicurare una piena tutela ambientale e socioeconomica del
quarto lago d’Italia. A ciò non può che sommarsi un intervento urgente sul
fronte della pulizia delle sponde e dei dragaggi, su cui è necessario che la
Regione intervenga per sollecitare lo sblocco dei progetti fermi presso il
Ministero dell’Ambiente”.
“Ritengo doveroso – conclude – che la salvaguardia del Lago Trasimeno
debba diventare quanto prima un fatto di rilevanza nazionale e a tale
proposito – conclude – sto lavorando insieme ai parlamentari della
Commissione Ambiente ad una interrogazione che punta a chiarire quali
strategie si intende mettere in campo a tutti i livelli per stabilizzare
innanzitutto il livello delle acque, così da ripristinare l’equilibrio
ambientale e assicurare un’adeguata navigazione, rilanciare la pesca e
sostenere il turismo”. RED/PG
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/76777