(AGENPARL) – mar 05 marzo 2024 Interrogazione di Manuela Puletti, Marco Castellari e Valerio Mancini (Lega),
l’assessore Roberto Morroni risponde: “scelta volontaria, coloro che non
potranno utilizzarlo useranno il cartaceo”
(Acs) Perugia, 5 marzo 2024 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha
discusso oggi l’interrogazione a risposta immediata dei consiglieri Manuela
Puletti, Marco Castellari e Valerio Mancini (Lega) sugli “intendimenti
della Giunta riguardo il mantenimento, in forma cartacea, del tesserino per
lo svolgimento dell’attività venatoria”.
Manuela Puletti ha illustrato l’interrogazione spiegando che “l’Umbria
in un decennio ha visto uniformemente calare, secondo i dati forniti dai tre
Ambiti Territoriali di Caccia, un abbondante 40% di praticanti l’attività
venatoria sul territorio regionale e un sensibile segno meno non ha lasciato
indenne nemmeno i soggetti provenienti da fuori regione, conteggiati come
ospiti. Nell’ultimo triennio sono stati consegnati dal Servizio Regionale
Procedimenti in materia ittico-venatoria, un numero sempre più basso di
tesserini venatori alle associazioni di settore operanti sul territorio
passati, numericamente parlando, dai 26.700 del 2021/2022 ai 25.850 del
2023/204 che, a corollario di quanto sopra esposto, evidenzia ancor più un
nuovo dato poco incoraggiante per la caccia in Umbria. L’introduzione di
un’apposita applicazione per il conteggio dei capi abbattuti fino al
raggiungimento del tetto massimo stabilito a livello regionale, nella
giornata di preapertura alla tortora la prima domenica di settembre,
sembrerebbe aver mostrato molti limiti e alcuni disservizi nel suo
funzionamento, tali da disincentivare i cacciatori a partecipare all’evento
che segna tradizionalmente l’apertura della stagione venatoria. Il basarsi
unicamente su dati raccolti digitalmente, potrebbe rivelarsi non
completamente esaustivo per avere un inquadramento generale della presenza di
determinate specie selvatiche, presenti in maniera stabile sul territorio
regionale. Infatti l’auspicio sarebbe un monitoraggio costantemente svolto,
non solamente mediante la contabilità dei capi abbattuti, bensì anche con
l’osservazione costante della fauna selvatica da parte degli organismi
preposti, che attualmente sembrerebbe non essere così puntuale. In
quest’ottica, anche la metodologia dell’inanellamento, potrebbe aiutare
ad avere un quadro maggiormente aderente alla realtà reale rispetto a quella
virtuale, con azione censoria adeguatamente svolta infatti, sarà
indubbiamente possibile giungere a risultati positivi per tutti gli addetti
ai lavori. Sarebbe quindi necessario sapere se sia intenzione
dell’assessore mantenere, con le modalità che riterrà più opportune e
adeguate, nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie, la forma
cartacea del tesserino per la pratica dell’attività venatoria in
Umbria”.
L’assessore Roberto Morroni ha risposto che “la progressiva introduzione
del tesserino digitale è dovuta alla necessaria raccolta di dati. Sarà
proposta come scelta volontaria: coloro che non potranno utilizzarlo useranno
il cartaceo. È altresì indispensabile per alcune attività venatorie in cui
è necessario conoscere i dati dei prelievi in tempo reale. Prima
dell’inizio e al momento dell’accertamento dei capi abbattuti si ritiene
che l’utilizzo del cartaceo non interferisca. Ricordo inoltre che i dati
raccolti sono disponibili tramite la ‘Fauna dell’Umbria online’, i dati
vengono utilizzati per rendicontare gli abbattimenti a livello nazionale”.
Replica di Puletti: “Mi ritengo soddisfatta dalla risposta
dell’assessore, l’utilizzo di entrambe le forme di tesserino è
importante e denota la vicinanza del centrodestra alle associazioni
venatorie. Il tesserino cartaceo non è una prerogativa di colore politico,
anche in Emilia e nelle Marche si è scelto di adottare la duplice opzione.
Concordo anche sull’importanza del tesserino digitale per i motivi che ha
illustrato l’assessore”. PG
link alla notizia: http://consiglio.regione.umbria.it/node/76746