(AGENPARL) – gio 01 febbraio 2024 Nota di Fabio Paparelli (Pd)
(Acs) Perugia, 1 febbraio 2024 – “Annunciata con grande enfasi oltre due
anni fa, la Convenzione tra Regione e Università degli studi di Perugia,
analogamente alla dgr sulla rete ospedaliera, è stata ridotta
sostanzialmente, dopo anni di polemiche e pareri contrari espressi da ogni
dove, ad una mera modifica della disciplina dei rapporti esistenti, che pare
avere come pretesto e principale obiettivo quello di superare la disciplina
regionale vigente in materia di nomine dei responsabili delle strutture
attuazione del decreto Balduzzi), prevedeva una procedura di tipo selettivo
riservata ai docenti universitari, analoga a quella dei primari ospedalieri.
La montagna ha dunque partorito il topolino ovvero il ritorno alla scelta
discrezionale riservata al Rettore, che non richiede prove e valutazioni di
evidenza pubblica rispetto al profilo richiesto e alle capacità
dell’aspirante primario. Tutto ciò alla faccia del merito e di politiche
della salute che vedano al centro l’interesse primario della persona”: lo
sostiene il consigliere regionale del Partito democratico Fabio Paparelli.
“Il procedimento di revisione dei rapporti tra Regione e Università –
quindi ben 4 anni fa. L’obiettivo dichiarato era quello di avviare il
percorso per la realizzazione delle Aziende integrate e, contestualmente
venivano prorogati i commissariamenti per sei mesi, con l’obiettivo di
di novità contenuto nella nuova convenzione è rappresentato da un passaggio
che dice: ‘le parti si impegnano ad attivare le procedure per la copertura
delle strutture complesse vacanti, nel più breve tempo possibile e comunque
entro 120 giorni dalla sottoscrizione del presente atto’. Ciò conferma il
fatto che in tutto questo tempo il sistema è stato bloccato, in precarietà
organizzativa, senza la funzione primariale ma soprattutto senza
reclutamento, che ha provocato uno scadimento del quadro professionale
generale e il declino dell’attrattività del sistema, con conseguente
perdita di competitività. Scorrendo il nuovo allegato della Convenzione si
rileva inoltre che in materia di riorganizzazione della rete ospedaliera
l’assetto rimane sostanzialmente invariato rispetto a quello deliberato a
dicembre. Quindi la riorganizzazione è del tutto relativa; niente
superamento di presunti doppioni. I Dipartimenti inoltre rimangono pressoché
invariati e non divengono interaziendali, rinunciando così anche ad un
minimo di coordinamento professionale, che era una scelta di più di 10 anni
fa”.
“Più che passi verso il futuro della modernizzazione del sistema sanitario
pubblico regionale, mi pare – continua Paparelli – che assistiamo ad un
ulteriore arretramento e a un ritorno a riti superati. La cosa più grave,
infatti, è che mentre in passato si era consolidato il principio per cui in
caso di SC vacante venivano scelte le apicalità in modo flessibile,
scegliendo di volta in volta i migliori, oggi si assiste ad una spartizione
dei primariati a tavolino dove, ad esempio su Terni, viene concesso
all’Università l’allargamento della sua sfera di influenza, a partire dal
dipartimento di medicina, con la gastroenterologia, l’endocrinologia, e
‘salvando’ solo alcuni buoni professionisti ospedalieri con le SSD,
geriatria, stewardship, reumatologia. Con quale criterio? Altri esempi
riguardano il dipartimento di Chirurgia su cui si assiste alla cervellotica
acquisizione dell’Ortopedia da parte dell’Università, materia su cui gli
ospedalieri hanno una lunga tradizione, e al baratto con la Chirurgia della
mano, per la quale è anche difficile trovare specialisti. In Urologia viene
meno la struttura interaziendale del professor Mearini, con conseguente
perdita di competitività del Santa Maria. L’otorino, dopo che per parecchi
anni era stata coperta da un primario ospedaliero anch’essa diventa oggetto
di spartizione a tavolino. Molte altre questioni come la cardiochirurgia o il
maxillo-facciale restano sospese, in attesa di momenti migliori, altro che
indeterminate verifiche. Tra le poche note positive per Terni c’è il
primariato di Radiologia interventistica, a riconoscimento di una
superiorità in campo regionale che deriva da lungimiranti scelte fatte in
azienda a partire dalla fine degli anni ‘90 per l’introduzione di tale
disciplina e di un primato tecnologico importante in campo angiografico”.
“Seppure con le note negative sottolineate soprattutto sul versante del
merito – conclude – aver fatto un passo indietro sull’azienda integrata
così come era stata concepita, almeno per Terni, significa un successo delle
opposizioni che su questo tema si sono battute anche con raccolta di migliaia
di firme. Siamo altrettanto soddisfatti di aver contribuito a stoppare un
protocollo originario, tutto sbilanciato su Unipg in termini di potere e
spese. Resta il rammarico del venir meno del concetto di merito a favore di
una spartizione a tavolino che non tiene conto delle eccellenze, della storia
e della competitività delle aziende in termini di mobilità attiva e
passiva. Rimango convinto che le aziende integrate ospedaliero-universitarie,
come concepite dalla Giunta regionale, siano infatti un modello superato con
circa 25 anni di storia alle spalle (il D.lgs 517 è del 1999) e
rappresentano un elemento di rigidità, strutturale e professionale, in una
organizzazione che ha bisogno di integrazione e di orientamento alla medicina
di territorio”. RED/PG
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/76561