(AGENPARL) – mar 16 gennaio 2024 Interrogazione di De Luca (M5S), l’assessore Luca Coletto risponde: “le
Aziende sanitarie regionali non ricorrono a questa forma di lavoro”
(Acs) Perugia, 16 gennaio 2024 – L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha
discusso questa mattina l’interrogazione a risposta immediata su
“Esternalizzazioni sanitarie e diffusione del fenomeno dei ‘medici a
gettone’ in Umbria”, presentata dal consigliere regionale Thomas De Luca
(M5S).
De Luca chiede di sapere “quali siano i dati e la spesa del fenomeno dei
medici e infermieri ‘a gettone’ in Umbria, specificando a riguardo a
quanto ammonta la spesa relativa in riferimento al 2023 (o ultimo dato
disponibile) e come questa si sia evoluta negli ultimi 10 anni, specificando
quanti siano stati i turni affidati a operatori esterni sul totale e quanti
siano stati gli ospedali e le strutture sanitarie coinvolte. Dati tratti da
inchieste giornalistiche che certificano un forte incremento di spese con il
ricorso a medici e soprattutto infermieri a gettone: Asl e ospedali hanno
preso ad affittarli, pagandoli il doppio pur di aggirare le lunghe e
burocratiche procedure concorsuali. Senza contare che affittandoli il loro
costo va imputato alla voce beni e servizi anziché a quella del personale,
ancora vincolata a un anacronistico tetto di spesa, fermo ai livelli del
2004, per di più diminuito dell’1,4%. Il ricorso ai gettonisti, oltre ad
un aggravio di spesa di risorse pubbliche e di spreco secondo molti comporta
anche pericoli per la salute, dal momento che non lavorando in equipe
professionali stabili, sono più soggetti ad errore. I costi – ha spiegato
De Luca – sarebbero stati anche certificati dal report annuale della Corte
dei Conti sul monitoraggio della spesa sanitaria che evidenzia un boom delle
consulenze negli ultimi 3 anni. Se i fondi statali destinati ai redditi da
lavoro dipendente nella Sanità sono aumentati del 2% dal 2013, quelli per i
costi intermedi sono aumentati del 10%. Nel corso di quasi dieci anni si
passa così da 30 a 43 miliardi di euro di spesa destinati a beni e servizi,
voce che fa riferimento e che comprende il ricorso alle forme di lavoro
flessibile. Per quanto riguarda la Regione Umbria la stessa Corte dei Conti
ha sottolineato come il fenomeno risulta essere a danno del cittadino e il
fenomeno sarebbe stato presente nel 33% degli ospedali nel corso del 2022,
una percentuale paragonabile a quella della Lombardia (35%). Lo stesso
governo nazionale ha riconosciuto il problema e nel decreto Bollette dello
scorso marzo 2023 avrebbe inserito alcune misure che puntano ad arginare il
fenomeno delle esternalizzazioni negli ospedali, cercando di ridurre le spese
che stanno gravando sul servizio pubblico limitando la durata a massimo un
anno in caso di comprovata necessità e urgenza e limitandolo ad alcune aree
critiche quale i pronto soccorso e medici specializzati”.
L’assessore Luca Coletto ha spiegato che “il fenomeno dei medici a
gettoni è diffuso in tutto il Paese, anche in risposta alla carenza di
medici che si registra. Anche l’Anac ha rilevato che la questione assume
una rilevanza sociale e rappresenta un alto costo per le Aziende sanitarie,
che vi ricorrono quando si trovano in estrema necessità. Medici e infermieri
a gettoni peraltro non esistono in Umbria, dove le Aziende sanitarie non
ricorrono a questa forma di lavoro. Per fare fronte al temporaneo aumento di
attività o per carenze di organico il sistema sanitario regionale utilizza
lo strumento delle tariffe orarie aggiuntive per i medici in servizio, al
fine di ridurre l’utilizzo delle esternalizzazioni. Le Asl si avvalgono
solo in casi sporadici di professionisti esterni. La Corte dei conti, nella
parificazione del rendiconto generale della Regione, non ha citato il
fenomeno dei medici gettonisti, che appunto non esiste, ma prende atto delle
misure messe in atto per la riduzione della spesa delle aziende sanitarie per
gli incarichi libero professionali”.
Il consigliere De Luca si è detto “allibito dalla risposta ricevuta.
Abbiamo svolto un sopralluogo, insieme a due parlamentari, a Cascia e Norcia
dove erano in servizio due medici a chiamata. Quindi mi pare assurdo
affermare che in Umbria non esistano medici a chiamata. Non mi ritengo
soddisfatto della risposta, vista la mia esperienza diretta. Faremo un
accesso agli atti per verificare a che titolo quei medici erano in
servizio”. MP
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/76462