(AGENPARL) – mar 14 novembre 2023 Nota del gruppo PD
(Acs) Perugia, 14 novembre 2023 – “Un piano rifiuti senz’anima, se non
quella di delegare ai sindaci una decisione come quella della localizzazione
del termovalorizzatore, approvato in una seduta surreale dove i di solito
loquaci consiglieri di maggioranza, non tutti presenti, non hanno proferito
parola, probabilmente in imbarazzo per un provvedimento divisivo e che è di
certo destinato a caratterizzare in negativo la storia della nostra
regione”. Così il gruppo consiliare del Partito democratico, commentando
“l’approvazione, da parte della maggioranza, del Piano regionale dei
rifiuti, che per l’Umbria appare fuori luogo e fuori contesto. Ciò che va
bene a Roma non può andare bene infatti in una regione che vuole fare della
sostenibilità e dell’innovazione le chiavi di sviluppo futuro, stando alle
dichiarazioni del presidente di Confindustria in occasione della annuale
assemblea”.
“Occorre ribadire – spiegano i consiglieri dem – che l’Umbria non
parte dall’anno zero su questo tema e spacciare per un piano rivoluzionario
che supera l’anno zero è falso. La Regione, nelle precedenti gestioni, ha
portato la raccolta differenziata al 68 per cento di media, con punte del 78
per cento. Sottolineatura doverosa a riguardo: i comuni più scarsi su questo
fronte sono e sono stati quasi tutti gestiti dal centrodestra e tra questi
spiccano in negativo Scheggino e Montefalco, che hanno avuto come sindaci la
Presidente e l’assessora Agabiti. L’Umbria era già dotata di una
autorità unica e il Piano regionale rifiuti del 2009, in vigore fino ad
oggi, era più preciso e con più coraggio nelle scelte, purtroppo rimaste
inattuate. Oggi invece il provvedimento non ha aperto alcun ragionamento con
le altre regioni confinanti. Si sceglie il termovalorizzatore, con soluzioni
ponte che lasciano aperti dubbi e interrogativi giganteschi: nessuno infatti
è d’accordo sulla proroga delle discariche, ma in questo modo si andrà
avanti fino al 2027 con un ampliamento”.
“Tra le soluzioni degli esperti – dicono i dem – è stata scelta la
soluzione meno concreta e sostenibile. Non ci sono politiche industriali
volte al riciclo dei materiali, non è prevista una soluzione per la gestione
della fase di transizione, da oggi alla costruzione dell’inceneritore. Una
gestione del periodo intermedio che si prospetta caotica. Per esempio la
concessione, specie nell’ambito 2, scade a fine 2024. Poi cosa succederà?
Finché non si verifica questo, non si potrà neanche procedere alla scelta
del sito per il termovalorizzatore. Serve quindi una proroga dei contratti
gestori fino al 31/12/2027 e sempre Auri dovrà far partire i bandi di
gara”. RED/PG
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/76152