(AGENPARL) – mar 24 ottobre 2023 [image: Logo Cia umbria.png]
*COMUNICATO STAMPA*
*DAL CAMPO ALLA TAVOLA PREZZI IN AUMENTO ANCHE DEL 500%: GLI AGRICOLTORI
UMBRI PROTESTANO A ROMA *
*Giovedì anche Cia Umbria in piazza per la grande mobilitazione *
PERUGIA – “Prezzi alle stelle, agricoltori più poveri. Non toglieteci il
futuro”. È lo slogan della manifestazione indetta da Cia Agricoltori
Italiani che giovedì 26 ottobre farà convergere a Roma, in piazza Santi
Apostoli, gli agricoltori da tutt’Italia, Umbria compresa.
«È arrivato il momento di manifestare il nostro dissenso e la nostra
insofferenza attraverso azioni concrete e di impatto mediatico – ha
dichiarato Matteo Bartolini, presidente di Cia Agricoltori Italiani
dell’Umbria –. I temi della mobilitazione sono molteplici: crisi di mercato
e concorrenza estera, filiere e manodopera, aree interne e fauna selvatica,
risorse idriche e consumo di suolo, ambiente e fake news sono i temi chiave
che Cia porterà in piazza nell’interesse della salute pubblica, dei
territori, della sovranità alimentare e del Paese».
In preparazione pullman con le rappresentanze del settore umbre, insieme a
quelle di tutta Italia, per portare nella capitale i problemi
dell’agricoltura.
Tra le attività produttive l’agricoltura è stata quella più esposta ai
fenomeni ed eventi epocali per portata e conseguenza: la crisi energetica,
gli effetti della guerra in Ucraina e della crisi climatica, le emergenze
fitosanitarie che quest’anno hanno dimezzato la produzione di vino e olio,
solo per citarne alcuni. Oramai tutte le imprese agricole non riescono a
coprire i costi di produzione oltre a subire il peso dell’inflazione, le
problematiche legate ai cambiamenti climatici e le sfide della transizione
green.
A tutto questo si aggiungano i rincari del gasolio, concimi ed energetici
con cui gli imprenditori agricoli devono fare i conti.
In contesti come il nostro, profondamente provati da spopolamento e degrado
ambientale delle aree rurali e interne, si aggiungono anche i danni da
fauna selvatica che, nonostante un recente aggiornamento normativo,
continuano a causare problemi agli agricoltori. Di fronte alle montagne
russe che caratterizzano i mercati delle commodity servono soluzioni nuove.
Per alcune materie prime l’aumentata volatilità ha portato i prezzi a
raddoppiare o a crolli improvvisi nel giro di pochi mesi, rendendo sempre
più difficile per gli operatori agricoli affrontare queste situazioni di
mercato.
Mentre per il consumatore il costo della spesa è aumentata, per i rincari
energetici ed inflazionistici, al produttore del Made in Italy
dell’agroalimentare non viene riconosciuto il giusto prezzo.
Un’analisi statistica sulla variazione percentuale tra prezzi all’origine e
prezzi al consumo nel bimestre agosto – settembre 2023 ha evidenziato come
il prezzo del prodotto coltivato e raccolto sul campo sia enormemente
inferiore a quello imposto sui banchi dei supermercati. Ad esempio, il
grano duro italiano, negli ultimi mesi, è pagato 35 centesimi al chilo,
vale a dire il 494% in meno rispetto al prezzo medio di un kg di pasta. I
pomodori, nel passaggio dal campo agli scaffali della Gdo, vedono aumentare
il loro prezzo del 230%.
Agli allevatori e produttori di latte, viene corrisposto un prezzo di quasi
4 volte inferiore rispetto a quanto i consumatori sono costretti a spendere
per un litro di latte.
Ora più che mai diventa prioritario garantire la centralità delle aziende
agricole nell’economia del Paese mettendo in campo azioni a tutela del
reddito, perché senza non si può né assicurare produzioni di qualità né
realizzare la sovranità alimentare» ha concluso il presidente Bartolini.
*Cia Agricoltori italiani dell’Umbria*
*Ufficio stampa*