(AGENPARL) – gio 19 ottobre 2023 *Nuovo inceneritore in Umbria, Thomas De Luca (M5S): “I costi dell’impianto
sono sottostimati e le tariffe aumenteranno. La Regione smetta di bluffare”*
Le stime sui costi del nuovo inceneritore indicati nel Piano dei rifiuti
sono totalmente inattendibili. E di conseguenza lo sono anche le notizie
sul presunto taglio delle tariffe che, al contrario, dovranno includere la
copertura degli investimenti. Immaginare a queste condizioni una
diminuzione del prezzo pagato dall’utente finale, come fatto trapelare in
questi giorni, è semplicemente impensabile. E’ invece molto probabile che
le tariffe per le famiglie umbre aumenteranno e non di poco.
Innanzitutto bisogna dire che la previsione dei costi contenuta nel Piano
regionale di gestione dei rifiuti nasce dalla consultazione di un documento
piuttosto datato (rif. Aspetti Economici del recupero energetico dei
rifiuti – ENEA) pubblicato nel 2007 e riferito all’analisi dei dati
relativi a 69 impianti di recupero energetico costruiti tra la fine degli
anni ’90 e i primi anni 2000. Quindi bisogna tenere conto, prima di tutto,
che le dinamiche inflattive e l’aggiornamento tecnologico richiesto in
questi ultimi venti anni per questo tipo di impianti ha senza dubbio
incrementato i costi in maniera esponenziale.
Prendendo a riferimento i piani economici finanziari di impianti costruiti
in epoche più recenti, solo a titolo di esempio, l’inceneritore di Parma
Ugozzolo che comprende un termovalorizzatore dotato di due linee di
incenerimento di rifiuti urbani, di rifiuti speciali non pericolosi e di
rifiuti sanitari, con annesso recupero energetico, per un quantitativo
totale pari a 130.000 tonnellate/anno è costato secondo il Piano Economico
Finanziario effettuato nel 2012 oltre 192 milioni di euro. Considerando la
dimensione dell’impianto che si costruirà in Umbria (ad oggi si parla di
190.000 tonnellate/anno), l’aumento dei costi negli ultimi anni, le
innovazioni tecnologiche richieste, è del tutto verosimile che
l’investimento supererà e non di poco i 200 milioni di euro. E ancora, se
l’Umbria si allineasse ai livelli di raccolta differenziata della provincia
di Terni, l’inceneritore andrebbe chiuso prima di aprirlo perché non ci
sarebbero abbastanza rifiuti da bruciare.
Infine, qualora si dovesse concretizzare lo scenario proposto dall’Unione
Europea di inserire gli impianti di incenerimento nel sistema di acquisto
crediti per compensare le emissioni climalteranti prodotte (Emission
Trading System) sarebbe inevitabile il conseguente aumento delle tariffe di
conferimento con ricadute anche sui piani di rientro degli investimenti
soprattutto per gli impianti di prossima realizzazione. Di pari passo
aumenteranno le tariffe che, dovendo includere la copertura
dell’investimento, supereranno prevedibilmente l’attuale tariffa media
unitaria.
D’altra parte, l’approssimazione prevista nel Piano regionale dei rifiuti è
talmente evidente che la stessa ACEA nelle osservazioni inviate in merito
al procedimento di Valutazione Ambientale Strategica evidenzia come “sia
l’importo lavori previsto, sia la tariffa c.d. al cancello (la quale deve,
come riportato, coprire l’investimento) debbano essere considerati allo
stato attuale solo delle stime di massima. Si evidenzia che le OPEX siano
aumentate sensibilmente nell’ultimo periodo con particolare riferimento ai
chemicals ed ai costi energetici, così come tutti i prezzi dei materiali da
costruzione come recentemente certificato dal nuovo prezzario dell’Umbria.
Si propone pertanto di considerare solo come indicativi il costo di
realizzazione e la tariffa di conferimento. Si chiede inoltre di chiarire
se nei costi previsti di accesso al cancello sono presenti (e dove) quelli
relativi al trasporto”.
Altro che diminuzione delle tariffe. I costi finali che sicuramente
supereranno quelli previsti ricadranno fatalmente sulle spalle dei
cittadini.
*Thomas De Luca consigliere regionale Movimento 5 Stelle Umbria*