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Sistema Perugia: Il Ministro Nordio invii gli ispettori per far rispettare il diritto alla durata ragionevole del processo e per verificare la corretta gestione dei fallimento del Gruppo editoriale Umbria 1819 iniziato a maggio del 2016

[lid] L’Agenparl ha pubblicato il 22 agosto 2023 un articolo dal titolo «Giustizia, Che fine ha fatto la Legge Pinto? Il Ministero intervenga monitorando la durata dei processi iniziando dall’Umbria» ed aveva chiesto l’intervento del Ministero della Giustizia affinchè intervenga tramite gli ispettori per far rispettare il diritto alla durata ragionevole del processo e in particolare aveva chiesto di iniziare dall’Umbria dove il fallimento del Gruppo editoriale Umbria 1819 è iniziato a maggio del 2016.

Più in particolare l’articolo 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ratificata con la legge 4 agosto 1955 numero 848, stabilisce il diritto di ogni individuo ad un esame equo e pubblico della sua causa entro un periodo ragionevole. La Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha più volte richiamato l’Italia a rispettare questo diritto alla durata ragionevole del processo.

Ora anche la Banca d’Italia con un Occasional Papers dal titolo «Le caratteristiche e la durata dei fallimenti e dei concordati preventivi» pubblicato a luglio 2023.

Ora che la giustizia malata costa all’Italia due punti di Pil all’anno è noto. E’ altrettanto noto che rappresenta anche danno economico che impedisce agli investitori esteri di venire nel paese. Quindi fa bene il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a sottolineare che è necessaria una riforma dei processi vicili.

Da più parti si stanno esprimendo le crescenti preoccupazione riguardo alla persistente lentezza dei processi giudiziari nel nostro Paese.

Preoccupazioni che chiedono una sollecita attenzione rinnovata sull’applicazione efficace della legge Pinto. La garanzia di un processo giusto e tempestivo è un principio fondamentale per il funzionamento dello Stato di diritto e per la tutela dei diritti dei cittadini. Tuttavia, è innegabile che numerose controversie legali stanno subendo ritardi eccessivi, compromettendo la fiducia dei cittadini nel sistema giudiziario e ostacolando l’accesso alla giustizia. La legge Pinto, istituita per garantire un’indennizzazione adeguata per i ritardi ingiustificati nei processi, ha l’obiettivo di offrire un deterrente contro la prolungata durata dei procedimenti. Tuttavia, sembra che in molti casi questa legge non venga applicata in modo sufficientemente efficace, lasciando le vittime di tali ritardi senza la giusta compensazione e senza una risposta adeguata alle loro legittime aspettative. La situazione attuale non solo danneggia la reputazione del sistema giudiziario, ma compromette anche la fiducia dei cittadini nel rispetto dei propri diritti e nell’ottenimento della giustizia in tempi ragionevoli. Pertanto, sarebbe opportuno che il Ministero della Giustizia prendesse in considerazione le seguenti azioni: Valutare l’effettiva applicazione della legge Pinto e identificare le possibili lacune o ostacoli che ne impediscono la piena efficacia, richiedendo l’invio di ispettori presso il Tribunale fallimentare di Perugia al fine di valutare la situazione e le pratiche in atto.

Recentemente, si sono manifestati alcuni dubbi e preoccupazioni riguardo alla corretta gestione dei procedimenti fallimentari presso tale tribunale fallimentare di Perugia, come da copiosi articoli apparsi sulla stampa sia locale che nazionale.

L’obiettivo di questa richiesta di ispezione è garantire la trasparenza, l’imparzialità e l’efficienza del processo decisionale, assicurando che le leggi e i regolamenti siano applicati correttamente.

Nello specifico, desidero richiamare l’attenzione sulle seguenti questioni:

il gruppo editoriale Umbria 1819 S.r.l. ha fruito dei fondi della Presidenza del Consiglio dei ministri a sostegno dell’editoria. Tale aspetto è stato ampiamente illustrato prima nel verbale di assemblea della Società Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl del 14 gennaio 2016, specificatamente nella parte «atti contrari all’interesse della società da parte di alcuni membri del Consiglio di Amministrazione» e successivamente trattato nel verbale di Assemblea del 29 aprile 2016. Aspetti che potrebbero riguardare i reati contenuti negli articoli 316-ter e 640-bis c.p.

È chiaro che un’ispezione del Ministero della Giustizia è l’unica strada che possa contribuire a dissipare le incertezze e a ripristinare la fiducia nel sistema giudiziario.

Invito il Ministro Nordio ad inviare gli ispettori al fine di svolgere un’indagine completa sulle questioni sopra menzionate e su qualsiasi altra problematica che potrebbe emergere durante l’ispezione.

Ed in particolare gli ispettori farebbero bene a richiedere delucidazioni sulle sommarie informazioni della Guardia di Finanza che sarebbero dovute essere oggetto già di approfondito studio dallo stesso curatore del fallimento del Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl, anche con la nomina di un esperto contabile per segnalare gli illeciti contabili e amministrativi che erano già stati riscontrati in sede di verifica amministrativa della società fallita da parte del dottor Fabio Casasoli e dell’avvocato Francesco Marrocco ed ampiamente illustrati nei due verbali di assemblea della società del Gruppo Editoriale Umbria 1819 in liquidazione rispettivamente del 14 gennaio 2016 e 29 aprile 2016, illeciti che sono stati evidenziati nella memoria del dottor Camilloni che si chiede di acquisire e di verificare.

Interessante è anche la trasmissione delle annotazioni della Polizia giudiziaria rese da alcuni giornalisti del Giornale dell’Umbria al Nucleo di Polizia Tributaria di Perugia in merito al procedimento penale n. 639/2016 (doc all. nella memoria) specie nelle due dichiarazioni di Giuseppe Castellini e di Massimo Sbardella.

Giuseppe Castellini alla domanda: nei bilanci societari della Geu 1819 S.r.l. ci sarebbe stata una sottrazione di crediti mediante svalutazione degli stessi. Questi sarebbero riferibili anche al mancato pagamento e quindi al mancato introito da parte della società ceduta, di spese pubblicitarie di società (Centro Italia pubblicità) collegate ad alcuni soci uscenti della Geu 1819 srl. Cosa può riferire in merito? E’ in grado di individuarli? Risponde in questo modo «Non so nulla. Certamente la responsabile della raccolta pubblicità per il Giornale dell’Umbria era Daniela Garagiola, dipendente di Centro Italia Pubblicità e moglie di Emanuele Mapelli».

Massimo Sbardella alla domanda numero tre «Negli ultimi 3 bilanci d’esercizio il Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl ha presentato delle perdite rispettivamente di euro 198.475 (2012), 1.003.391 (2013) e 628.821 (2014), ripianate da finanziamenti erogati dai soci. Secondo Lei quali sono state le principali cause risponde «la causa delle perdite deriva da un fortissimo taglio del contributo pubblico che in pochi anni è passato da oltre 2milioni di euro a poco più di 800 mila euro, oltre che un taglio sostanzioso delle pubblicità e la crisi che ha colpito questo specifico settore del mercato. Mi sembra di ricordare che un particolare taglio del contributo pubblico avvenne nel 2013; ecco perché proprio in quell’anno c’è stata una perdita molto più consistente come indicato in bilancio». Insomma, della serie siccome diminuisce il contributo pubblico, allora aumentano le perdite…(Sic!). Anche su tale situazione il curatore del fallimento ha taciuto.

Il Comitato dei creditori è stato censurato dal liquidatore per una condotta negligente ed imprudente nell’esprimere parere positivo nel mese di aprile 2017 alla transazione con UMBRIA TV e CENTRO ITALIA PUBBLICITA’, svalutando ad euro 18.000 crediti di oltre 500.000 euro.

Il Comitato dei Creditori, infatti, doveva opporsi in quanto tali crediti non potevano essere compensati vigendo, proprio ai sensi dell’art. 67 L.F., comma 1.

Il comportamento negligente del Comitato dei Creditori ha determinato un ammanco nella procedura fallimentare di oltre euro 500.000,00.

Il Comitato dei creditori non ha richiesto alla Curatela la necessità di chiedere euro 320.000 agli ex soci di GEU, come da richiesta di decreto ingiuntivo e come da patto parasociale (doc all. nella memoria) agli atti della procedura.

Il Ministero della Giustizia farebbe altrettanto bene ad inviare, come richiesto, gli ispettori per far rispettare il diritto alla durata ragionevole del processo e in particolare per verificare eventuali il fallimento del Gruppo editoriale Umbria 1819 è iniziato a maggio del 2016.

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