(AGENPARL) – ven 22 settembre 2023 Il consigliere regionale Valerio Mancini (Lega) interviene in merito alle
anticipazioni sullo studio Inps che ipotizzerebbe una riduzione dei
trattamenti pensionistici in base alla longevità della popolazione,
impattando negativamente sull’Umbria.
(Acs) Perugia, 22 settembre 2023 – Facendo riferimento a quanto pubblicato
oggi dai media nazionali e locali, il consigliere regionale Mancini (Lega)
evidenzia la necessità che “i parlamentari eletti in Umbria si attivino
urgentemente per mettere rapidamente fine a queste speculazioni, che sembrano
fatte apposta per abituare i pensionati umbri all’idea che la propria
eccessiva aspettativa di vita rappresenti qualcosa di cui doversi
giustificare ed un elemento negativo per le casse pubbliche a cui dover
rispondere. Ed allora, visto che la sola idea risulta inaccettabile e
insultante per i nostri concittadini, sono fiducioso che gli eletti delle due
Camere porranno la questione nelle aule parlamentari, difendendo gli
interessi degli umbri. Certi Studi offendono la storia laboriosa di un’intera
regione, fatta prima di contadini e oggi di agricoltori, artigiani, operai,
piccoli imprenditori che hanno creato ricchezza per tutti ricevendo da sempre
molto poco in cambio. E le cui pensioni sono già state falcidiate da riforme
che hanno tagliato l’assegno mensile ed anche prolungato all’inverosimile
il periodo di lavoro, senza nessun riguardo verso la classe lavoratrice. Sono
curioso di leggere gli interventi dei sindacati su questa vicenda. E mi
permetto di suggerire all’Inps e ai suoi studiosi di pubblicare i dati sui
miliardi di euro spesi per gli assegni pensionistici di cittadini stranieri
che non hanno mai lavorato in Italia, dell’enorme spesa sociale generata
dall’assistenza sociale e sanitaria per stranieri residenti e non (con
relative famiglie e ricongiungimenti vari), delle pensioni erogate ad oltre 6
cifre.
Quando verranno fornite le risposte a queste richieste di buon senso, allora
si abbia il coraggio di presentare all’opinione pubblica umbra i numeri
reali di quanto verrebbero ulteriormente falcidiate le loro pensioni. Tale
studio appare fuorviante e discutibile nel contesto temporale e va contro il
dibattito politico nazionale in cui si apprezza lo sforzo del Governo di
aumentare stipendi e pensioni, soprattutto dei ceti più deboli, sotto scacco
di bollette energetiche e caro carburanti, contro cui non hanno modo di
difendersi”. RED/mp
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/75840
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