(AGENPARL) – gio 14 settembre 2023 UMBRIA FACTORY FESTIVAL Processi, creazione, linguaggi
15 e 16 settembre/ 23 e 24 settembre/ 30 settembre e 1 ottobre 2023 | SpoletoDal 5 all’8 ottobre e dal 12 al 15 ottobre 2022 | Foligno
Venerdì 15 e sabato 16 settembre al via da Spoleto la terza edizione del contenitore multidisciplinare dedicato ai linguaggi artistici e ai processi di creazione contemporanea. In scena al Cantiere Oberdan la prima performance dal titolo “Mohabbat” con la coreografia e regia di Afshin Varjavandi: uno studio sull’Iran, un viaggio alla ricerca dei concetti basilari di uguaglianza, progresso ed emancipazione.
I numeri del festival: 16 spettacoli/concerti/performance in prima regionale, 6 debutti (di cui due di 2 artisti internazionali), per un totale di 29 formazioni artistiche, 41 repliche complessive e 10 location di differente natura e tipologia.
Un programma che abbraccia una pluralità di linguaggi artistici e di respiro internazionale. Diverse forme di espressione e contaminazione come la danza, il teatro, la musica e le arti performative nelle loro molteplici declinazioni. Tutto è pronto per la terza edizione di Umbria Factory Festival, un contenitore multidisciplinare dedicato ai linguaggi artistici e ai processi di creazione contemporanea ideato da Zut!, spazio innovativo dedicato alle arti performative e alla sperimentazione, e realizzato in collaborazione con La Mama Umbria International di Spoleto, realtà di rilievo internazionale che da più di trent’anni si occupa di progetti artistici e culturali.
Il Festival inizia a Spoleto il 15 e 16 settembre, per poi proseguire ancora il 23 e 24 settembre, 30 settembre e 1 ottobre. Poi il trasferimento a Foligno dal 5 all’8 ottobre e dal 12 al 15 ottobre in molteplici spazi della città. Il progetto è realizzato con il contributo di MiC Ministero della Cultura, Regione Umbria, Comune di Foligno, Comune di Spoleto + EMAS, Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno.
Questi i numeri del festival: 16 spettacoli/concerti/performance in prima regionale, 6 debutti (di cui due di 2 artisti internazionali), 1 azione pubblica e 1 debutto nazionale condiviso con il Fest. di Bassano e Farout Fest. di Base Milano “The chance to find yourself” di Benno Steinegger. E ancora 2 Matinée per le scuole, 2 progetti di comunità e numerosi altri eventi e spettacoli per un totale di 29 formazioni artistiche, 41 repliche complessive e 10 location di differente natura e tipologia.
Il focus di quest’anno, che sarà sviluppato durante tutto il Festival e in particolare attraverso Radio Iff/Uff e il Talk Upside Down, riflette sull’esigenza e l’utilità delle arti e dello spettacolo dal vivo nella società contemporanea. Il progetto dedica molta attenzione ai percorsi di ricerca e sperimentazione sul rapporto tra performance, tecnologie digitali, intelligenza artificiale e realtà virtuale, dando inoltre uno spazio rilevante alla crescita, all’accompagnamento e al sostegno di artisti giovani ed emergenti, e di nuove produzioni artistiche, portando avanti diverse tipologie di processi: un vero e proprio laboratorio aperto composto da nuove realtà artistiche e modelli innovativi di creazione.
Dopo la preview di Cannara di venerdì 8 settembre con l’esibizione di Cuocolo/Bosetti, IRAA Theatre con la performance site specific Exhibition – Ho un museo nella testa, si comincia quindi ora da Spoleto con una serie di eventi dedicati alla danza e al teatro contemporaneo il 15 e 16 settembre, 23 e 24 settembre, 30 settembre e 1 ottobre con protagonisti: Afshin Varjavandi / Parini Secondo X Bienoise / Eden Wiseman / Jared Mcneill & Arianna De Angelis M. / Sara Libori.
Mohabbat con la coreografia e regia di Afshin Varjavandi sarà la prima performance del festival, uno studio sull’Iran, un viaggio alla ricerca dei concetti basilari di uguaglianza, progresso ed emancipazione (15 e 16 settembre, Cantiere Oberdan, ore 21.30). Protagonista la compagnia INC InNprogressCollective, un gruppo indipendente che si occupa di danze urbane, visual art e performing art. Dal 2006 in avanti numerose le produzioni della compagnia, scelta anche dal regista Giuseppe Tornatore per una scena danzata del suo film La Corrispondenza.
Mohabbat è una parola persiana che significa “affetto, cura” e che Afshin Varjavandi identifica come fulcro della cultura da cui proviene, quella persiana, fino a rappresentare lo spirito della gente dell’Iran. Mohábbat è un racconto libero e senza una cronologia definita, una sorta di ‘flusso di coscienza’, di brain-storming, che si avvale di ricordi personali, episodi, telefonate familiari tra parenti distanti, mescolati a molteplici immagini e riferimenti drammaturgici.
Traendo spunto dal poeta persiano Sohr?b Sepehri (cfr. Un’oasi nell’attimo), che fin dall’infanzia fu rapito dal soffio del Mistero, da una “luce interiore”, che a lui pareva provenire da una stanza di colore azzurro nascosta dietro agli alberi di casa, i danzatori di Mohábbat costruiscono in una danza eclettica, mista, fusione di gesto contemporaneo, movement research e tecnica urban, uno spazio sacro immaginario, una fortezza, o un rifugio, dove non esiste alcun tipo di prevaricazione e di crudeltà e nel quale, con affetto, invitano il pubblico ad “entrare”.
Dopo gli altri due weekend spoletini, la programmazione del festival continuerà a Foligno dal 5 all’8 ottobre e dal 12 al 15 ottobre con la presenza di numerosi artisti: Marco Martinelli / Teatro Delle Albe / Stefano Pilia/Spiralis Aurea / Luisa Borini / Otolab / Niccolò Fettarappa/Lorenzo Guerrieri / Murcof & Sergi Palau / Marco Ceccotti / Lucia Guarino/Ilenia Romano / Nerval Teatro / Benno Steinegger & Jovial Mbenga / Holy Tongue / Virgilio Sieni / Azionifuoriposto/Silvia Dezulian e Filippo Porro / Emidio Clementi e Corrado Nuccini / Roberto Abbiati/Claudio Morganti / Artisti Drama / Ariella Vidach – AIEP.