(AGENPARL) – mar 12 settembre 2023 All’interpellanza di Porzi (misto) l’assessore Coletto risponde: “La
figura è già prevista nei servizi territoriali. Sul progetto pilota invece
non ci sono indicazioni normative per poterlo prevedere negli atti di
programmazione. Se la sperimentazione venisse normata la accoglieremmo”
(Acs) Perugia, 12 settembre 2023 – L’interrogazione a risposta immediata
relativa al “Progetto pilota per l’istituzione della figura di ostetrica
di famiglia / comunità, intendimenti della Giunta regionale”, presentata
dal consigliere regionale Donatella Porzi (Misto) è stata discussa questa
mattina dall’Assemblea legislativa dell’Umbria.
Il consigliere regionale di opposizione ha illustrato l’atto ispettivo
spiegando che “solo in 2 regioni e 1 provincia autonoma la disponibilità
di consultori è in linea con quanto previsto dal legislatore e in 7 regioni
l’utenza è più che doppia rispetto a quanto previsto dalla legge. Nei
consultori la presenza media settimanale per un’utenza di 20mila residenti
è di sole 24 ore per la figura dell’ostetrica, di 15 ore per la figura
dello psicologo, di 11 ore per la figura del ginecologo e 10 ore per la
figura dell’assistente sociale (dati media nazionale). L’Ostetrica di
Famiglia / Comunità potrebbe contribuire significativamente a colmare un
deficit di assistenza che vede i seguenti dati nazionali: il 15% delle donne
soffre di vulvodinia; il 10-15% delle donne in età produttiva sono affette
da endometriosi. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni; il
21% delle madri dichiara di aver subito violenza ostetrica durante il parto;
il 25% delle donne soffre di incontinenza urinaria; il 30% delle donne soffre
di prolasso (sopra ai 50 anni); il 33% delle madri non si sente adeguatamente
assistita dopo il parto; il 41% delle donne dichiara di aver subito pratiche
lesive della propria dignità psico fisica durante il parto; il 50% delle
donne soffre di cistiti; il 70% delle donne ha problemi di diversa natura
dopo il parto; il 75% delle donne soffre di vaginiti. L’Ostetrica di
Famiglia / Comunità potrebbe contribuire significativamente a colmare un
deficit di assistenza sulla infertilità. Si stima infatti che: il 30-50%
delle donne infertili o con difficoltà a concepire soffre di endometriosi.
Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire
anche in fasce di età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso
lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni
psicologiche per la donna. La Giunta spieghi quindi se intende promuovere
l’avvio di un progetto pilota per introdurre la figura di ostetrica di
famiglia/comunità e quali ruoli intende assegnare a tale figura
all’interno del nuovo Piano sanitario regionale e nel nuovo assetto della
medicina territoriale”.
L’assessore Coletto ha risposto che “in materia di servizi per la salute
vige la deliberazione di Giunta dello scorso 14 dicembre, che prevede la
riorganizzazione dei servizi territoriali in Umbria, dove il consultorio
familiare femminile è punto nodale della presa in carico con servizio
prevenzione e psicologo che svolgono a loro volta un ruolo essenziale, anche
verso scuole, associazioni di volontariato e organi giudiziali, con adeguate
equipe mediche dove già si trovano ostetriche, ginecologi, mediatori
culturali, con un approccio multidisciplinare. Sul progetto pilota invece non
ci sono indicazioni normative per poterlo prevedere negli atti di
programmazione. Il Ddl del 2021 ha sì istituito la figura dell’ostetrica
di famiglia e di comunità, ma successivamente non lo ha disciplinato. La
struttura dei consultori familiari prevede tale figura all’interno delle
case di comunità insieme a infermieri, medici, pediatri di libera scelta e
tutta la struttura. Qualora si decidesse di mettere in atto una
sperimentazione si otterrebbe un duplicato di una cosa già prevista. Se
venisse normata saremmo ben lieti di accogliere un adeguato finanziamento e
inserire questa figura nella struttura”.
Nella replica conclusiva, Porzi ha detto che “la richiesta non nasce certo
da una mia specifica esigenza, per cui chiedo al Presidente del consiglio di
trasformare questa interpellanza in una mozione da discutere in Aula”. PG
link alla notizia: http://www.consiglio.regione.umbria.it/node/75758