(AGENPARL) – mer 26 luglio 2023 Direttore responsabile: Francesco Antonio Arcuti
ANNO 44 – N. 163 Mercoledì 26 luglio 2023
(agenzia umbria notizie)
asterviab 31
assessore Melasecche: “Nodino di Perugia: destituite di fondamento
le recenti notizie che parlano di 2000 alberi tagliati nella ZPS
di Collestrada. Si abbia rispetto per il Presidente Mattarella”
(aun) – Perugia, 26 lug. 023 – “Sono destituite di fondamento le
notizie relative all’abbattimento di 2000 alberi nella ZPSdi
Collestrada nell’ambito dele opere per la realizzazione del
‘Nodino di Perugia’. Si abbia rispetto per il Presidente della
Repubblica Sergio Mattarella”. È quanto dichiara in sintesi
l’assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti, Opere
Pubbliche, Urbanistica, Paesaggio Enrico Melasecche che interviene
per fare chiarezza.
Di seguito la dichiarazione integrale:
“In riferimento ad alcune notizie apparse sugli organi di stampa
che riguardano la realizzazione del cosiddetto “Nodo di Perugia, I
stralcio Collestrada-Madonna del Piano” di seguito si riportano
doverosamente gli elementi di riscontro, strettamente tecnico,
utili a far chiarezza su aspetti che sono stati riportati per
l’ennesima volta in modo non corretto per generare nei confronti
della pubblica opinione sconcerto, nel disperato tentativo di
impedire la realizzazione di un’opera fondamentale, rinviata da
decenni, che affronta con le altre due opere complementari, il
progetto rampe di Ponte San Giovanni ed il II stralcio Madonna del
Piano-Corciano, i gravi problemi di traffico nell’area ad est, sud
ed ovest di Perugia e che ha visto il Consiglio comunale di
Perugia esprimersi positivamente in modo unanime di tutte le forze
politiche e civiche presenti, salvo due sole astensioni.
Il progetto definitivo di questo tratto, che in questi tre anni
di lavoro intenso abbiamo finalmente in mano, è stato elaborato,
partendo dal precedente progetto preliminare che ha ricevuto
parere ambientale favorevole con prescrizioni, nel più rigoroso e
stringente rispetto delle vigenti normative ambientali,
paesaggistiche e forestali ed in piena coerenza con le norme
procedurali tutt’ora vigenti, mantenendo lo stesso corridoio a suo
tempo autorizzato e riconosciuto dalla pianificazione territoriale
ai vari livelli, apportando tutte le necessarie migliorie tecniche
per rispondere alle suddette prescrizioni.
Piuttosto appare incredibile che l’istruttoria relativa alla
delibera che portò la giunta Marini alla trasformazione da SIR, a
SIC, da sito di interesse regionale a comunitario, dell’area
centrale di cui si parla, abbia ignorato in modo grave l’avvenuta
approvazione nel frattempo del progetto preliminare del I
stralcio, non mettendo la Giunta regionale di allora nelle
condizioni di giudicare in modo obiettivo la decisione che andava
a prendere.
Dal punto di vista procedurale il progetto è stato sottoposto a
verifica di ottemperanza alle prescrizioni ambientali imposte
unitamente al parere favorevole ai fini della Valutazione di
Impatto Ambientale. Sempre in ambito procedurale, lo stesso
progetto è stato sottoposto a Valutazione di Incidenza Ambientale
in riferimento alle aree naturali protette in situ e, in adesione
al principio di cautela, è stato addirittura sottoposto a verifica
di screening di Incidenza Ambientale anche il piano di indagini
geognostiche eseguite in maniera propedeutica allo sviluppo del
progetto definitivo. Ciò a riprova della costante, assoluta e
vigile attenzione data alle tematiche ambientali.
Per quanto attiene, più nello specifico, la questione sollevata
circa la presunta “sottrazione di 2.000 esemplari di alberi nella
parte centrale della Zona Speciale di Conservazione del Bosco di
Collestrada”, tale affermazione risulta non solo non corretta
sotto diversi punti di vista ma palesemente falsa. Primo, in
quanto le lavorazioni non interessano affatto la parte centrale di
tale Zona Speciale, intesa come la parte caratterizzata dalla
presenza degli habitat naturali oggetto di specifica tutela,
quanto il perimetro amministrativo più marginale della Zona di
Conservazione caratterizzata in buona parte da vegetazione
artificiale dovuta a recente rimboschimento. La parte interessata
da habitat non verrà interferita dalle lavorazioni proprio perché
il progetto è stato elaborato per svilupparsi completamente in
galleria naturale al di sotto di tali aree (come da prescrizione)
e sono state approfonditamente studiate ed analizzate le
caratteristiche pedologiche dei suoli nonché della falda acquifera
al fine di verificare la non sussistenza di potenziali impatti
negativi indiretti sugli habitat soprastanti.
Secondo, l’estensione e tipologia delle superfici coperte da
vegetazione sono state dettagliatamente studiate dal punto di
vista botanico e stimate tratto per tratto lungo l’intero
tracciato, fino ad individuare in modo certosino i singoli
esemplari protetti, esattamente 132, che saranno tutti
rigorosamente preservati e reimpiantati ai sensi della vigente
normativa forestale regionale.
Terzo, la necessaria sottrazione di vegetazione necessaria per
realizzare la galleria artificiale (con “metodo Milano”,
metodologia realizzativa sviluppata ed adottata proprio in
contesti sensibili in ragione specificamente della minimizzazione
degli impatti ambientali) risulta di carattere assolutamente
temporaneo in quanto al termine delle lavorazioni dovrà esserci il
reimpianto di vegetazione anche in misura superiore alla
precedente.
In linea generale, va detto con assoluta chiarezza, che a
supporto delle scelte e delle soluzioni progettuali e tecniche,
sia pensando all’opera nella sua configurazione finale di
esercizio, sia nella fase di realizzazione, è stato elaborato un
vastissimo ed approfondito apparato conoscitivo che riguarda gli
aspetti geognostici, idraulici, sismici, paesaggistici, forestali,
acustici ed atmosferici. In ultimo, per onestà intellettuale, si
ricorda che sul progetto definitivo sono state avviate le
procedure previste per detta fase dalla Legge Obiettivo.
Inoltre, in considerazione delle caratteristiche ambientali dei
luoghi, l’ANAS ha ritenuto opportuno integrare alla Verifica di
Ottemperanza la tanto richiamata VINCA.
Descrivere quindi con notizie ad effetto, dal vago sapore
terroristico, come se i tecnici di altissimo livello, ingegneri,
architetti, naturalisti, di valenza nazionale che hanno
collaborato alla predisposizione di tale progetto, che ringrazio
per l’impegno e la serietà dimostrata, fossero dei vandali senza
scrupoli, evidenzia il parossismo ideologico, di chi pretende di
imporre la propria idea su quella della stragrande maggioranza
silenziosa degli umbri che quotidianamente sono costretti a file
interminabili e ad una incidentalità elevata a causa di un’arteria
il cui traffico strozza quotidianamente l’abitato di Ponte San
Giovanni e costituisce la vergogna di decenni di un’Umbria che non
è mai stata in grado di prendere provvedimenti seri e conclusivi,
con un inquinamento pesante dovuto al transito improprio di decine
di migliaia di mezzi anche pesanti che verranno dirottati
direttamente verso sud sull’ipotenusa più breve di questo
triangolo assurdo, rispetto ai due cateti intasati di traffico
ingestibile ed ingestito da lustri.
È tempo ormai delle decisioni ed appare antidemocratica la
pretesa di un nucleo di irriducibili che ha la pretesa di imporre
il proprio generico quanto variegato punto di vista contro la
decisione delle istituzioni elette dal popolo di chiudere con la
fase storica dei tentennamenti e della mancata assunzione di
responsabilità.
Strumentalizzare la persona del Presidente della Repubblica
nella pretesa di tentare il colpo finale ad effetto, nella
disperazione di una serie interminabile di piccole e grandi bugie,
da parte di soggetti che in alternativa reale propongono solo un
negazionismo vuoto di progetti, fa emergere con evidenza gli
interessi di vario tipo sottesi a questa guerriglia delle parole.
Come mai solo e soltanto in questo caso e non nei non pochi altri
cantieri, anche importanti, anche ferroviari, sparsi per l’Umbria
e che stiamo per aprire c’è questo accanimento terapeutico?
Una parte di costoro sostengono addirittura, c’è da dubitare
della loro buona fede, una ridicola bretella della lunghezza di 20
km, irrealizzabile, pari al triplo di consumo di suolo, con tempi
di percorrenza, inquinamento e costi di realizzazione triplicati,
in evidente contrasto con i principi ispiratori più elementari
della tutela ambientale. Altri continuano a gridare al cielo la
tutela del borgo antico di Collestrada, ma sono proprio gli stessi
che hanno cementificato la collina, salvo addirittura alcuni che
sono riusciti ad ottenere una lottizzazione da parte del Comune di
Perugia, incredibile ma vero, a ridosso immediato dell’antico
campanile, mistero glorioso su cui l’attuale amministrazione del
Comune di Perugia dovrebbe per necessità di trasparenza chiarire
finalmente come sia potuto accadere, quando e ad iniziativa di
chi, con quali pareri della Soprintendenza dell’epoca. Coloro che
amano realmente il borgo, bellissimo e da preservare, ma anche i
due consiglieri comunali che si sono astenuti, appartenenti al M5S
ed alla sinistra civica, dovrebbero essere i primi a chiedere
trasparenza su tale lottizzazione perché appare viceversa
singolare la cappa di silenzio che regna nell’accertare le ragioni
di tale anomalia, valutando, se del caso, il ripristino di una
tutela indispensabile da una lottizzazione prepotente quanto
problematica. La coerenza fra gli obiettivi dichiarati e quelli
perseguiti è regola di base in una comunità che intende ribadire i
valori in cui crede.
Può l’Umbria, se vuol vincere la partita del rilancio in corso,
essere ancora frenata dalle solite fumosità e dalle furbizie di un
provincialismo che tende periodicamente a riemergere rispetto ad
un progetto alto e coraggioso che l’attuale giunta, anche se fra
mille difficoltà, sta perseguendo?
Enrico Melasecche
Assessore regionale alle Infrastrutture, Trasporti, OOPP,
Urbanistica, Paesaggio”
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