[lid] – Alcuni manifestanti hanno sbattuto pentole e padelle, altri hanno chiesto le dimissioni.
Il presidente francese è stato avvicinato dai manifestanti con fischi durante la sua visita nella regione orientale del paese tra l’indignazione pubblica per la riforma delle pensioni del governo, hanno riferito mercoledì i media locali.
Emmanuel Macron è partito per la sua prima visita domestica dopo aver promulgato il piano di riforma delle pensioni ampiamente contestato lo scorso fine settimana.
È andato in una fabbrica nella città di Muttersholtz, dove la gente ha sbattuto pentole e padelle per protestare contro il suo arrivo, hanno riferito i media locali.
Macron in seguito ha commentato questa scena, dicendo: “Non sono le pentole che faranno progredire la Francia”.
Il presidente ha poi visitato la città di Selestat nel dipartimento del Bas-Rhin.
Macron ha incontrato i residenti di Selestat, che hanno fischiato e sibilato e hanno esortato il presidente a dimettersi. Hanno anche cantato la famosa “We are here”, la canzone di protesta dei gilet gialli.
Il controverso piano di riforma delle pensioni è stato firmato e promulgato sabato sulla Gazzetta Ufficiale.
Macron ha firmato il disegno di legge dopo che il Consiglio costituzionale ha terminato la sua revisione venerdì scorso, nonostante le richieste dei sindacati di abbandonare la misura che ha suscitato settimane di proteste.
I nove “saggi”, come sono chiamati in Francia, hanno parzialmente approvato il disegno di legge, respingendo però sei provvedimenti, tra cui quelli riguardanti i lavoratori anziani.
Il disegno di legge include l’innalzamento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni entro il 2030, richiedendo almeno 43 anni di lavoro per poter beneficiare di una pensione completa, con lavoratori e sindacati tra gli altri che si oppongono con veemenza al piano.
Il governo ha presentato la proposta di riforma a gennaio ed è stata discussa in parlamento il mese successivo, anche se milioni di persone sono scese in piazza per opporsi.
I disordini si sono intensificati quando il primo ministro Elisabeth Borne, dopo essersi consultato con Macron, ha deciso di utilizzare poteri costituzionali speciali per adottare il disegno di legge senza l’approvazione parlamentare a marzo.
La decisione è stata dettata dal timore che i legislatori potessero bloccare le riforme in quanto il governo manca della maggioranza assoluta nella legislatura.