[lid] – La Guardia di Finanza di Perugia – sezione di polizia giudiziaria – esamina la documentazione contenuta nel fascicolo ed acquisisce, se ritenuto necessario, ulteriori elementi di riscontro, anche mediante richiesta di dati e notizie al curatore fallimentare, al fine di verificare l’esistenza di condotte penalmente rilevanti da parte di soggetti coinvolti, a vario titolo nella procedura esecutiva concorsuale inerente il fallimento della Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl. L’informativa di polizia giudiziaria viene trasmessa in data 23 agosto 2018 alla Procura della Repubblica di Perugia – Dottor Massimo Casucci.
Si legge che per le cause economico/finanziarie che hanno determinato il dissesto della società fallita, il curatore fa riferimento all’evoluzione die valori di alcuni fondamentali conti di bilancio, depositati presso il competente Registro delle Imprese nonché ai documenti contabili acquisiti evidenziando che la Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl non ha mai, sin dal primo esercizio, registrato un risultato positivo ma esclusivamente perdite, le quali, cumulate per l’intera sua vita, ammontano complessivamente ad euro 7.724.657.
Infatti la società fallita:
al 31.12.2002 chiude con una perdita di euro 549.262;
al 31.12.2003 chiude con una perdita di euro 222.745;
al 21.12.2004 chiude con una perdita di euro 1.431.910;
al 31.12.2005 chiude con una perdita di euro 1.295.204.
Il curatore precisa che in base alla documentazione in suo possesso, non risulta che l’organo amministrativo abbia mai deliberato alla data del 31.12.2005 richieste di finanziamento ai soci, né sono stati rinvenute formali richieste agli stessi in tal senso.
Al 31.12.2006 chiude con una perdita di euro 189.394.
Al 31.12.2007 chiude con una perdita di euro 71.496.
Al 31.12.2008 chiude con una perdita di euro 218.756. A tal proposito il curatore ha rilevato che l’organo amministrativo non risulta aver mai deliberato richieste di versamento ai soci né sono state rinvenute richieste agli stessi in tal senso.
Al 31.12.2009 chiude con una perdita di euro 229.638.
A tale proposito il curatore ha rilevato che l’organo amministrativo non risulta aver mai deliberato richieste di versamento ai soci né allo stato sono state rinvenute formalmente richieste agli stessi in tal senso.
Al 31.12.2010 chiude con una perdita di euro 136.922. A tale proposito il curatore ha rilevato che l’organo amministrativo non risulta aver mai deliberato richieste di versamento ai soci né allo stato sono state rinvenute formalmente richieste agli stessi in tal senso.
Al 31.12.2011 chiude con una perdita di euro 706.118.
Al 31.12.2012 chiude con una perdita di euro 198.675
Al 31.12.2013 chiude con una perdita di euro 1.003.391,16.
Al 31.12.2014 chiude con una perdita di euro 626.821,24. Tale perdita ha determinato la riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legalmente statuito all’epoca per le società a responsabilità limitata ordinarie ed ha portato in negativo il patrimonio netto della società fallita, condizione che richiedeva l’applicazione del disposto di cui ai citati articoli 2482 bis e 2482 ter del codice civile.
Al 31.12.2015 chiude con una perdita di euro 844.525. Tale perdita ha determinato la riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legalmente statuito all’epoca per le società a responsabilità limitata ordinarie ed ha portato in negativo il patrimonio netto della società fallita, condizione che richiedeva l’applicazione del disposto di cui ai citati articoli 2482 bis e 2482 ter del codice civile.
Da sottolineare che Massimo Sbardella alla domanda (da parte della Guardia di Finanza) numero tre afferma «Negli ultimi 3 bilanci d’esercizio il Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl ha presentato delle perdite rispettivamente di euro 198.475 (2012), 1.003.391 (2013) e 628.821 (2014), ripianate da finanziamenti erogati dai soci. Secondo Lei quali sono state le principali cause risponde «la causa delle perdite deriva da un fortissimo taglio del contributo pubblico che in pochi anni è passato da oltre 2milioni di euro a poco più di 800 mila euro, oltre che un taglio sostanzioso delle pubblicità e la crisi che ha colpito questo specifico settore del mercato. Mi sembra di ricordare che un particolare taglio del contributo pubblico avvenne nel 2013; ecco perché proprio in quell’anno c’è stata una perdita molto più consistente come indicato in bilancio». Insomma, della serie siccome diminuisce il contributo pubblico, allora aumentano le perdite…(Sic!). Anche su tale situazione il curatore del fallimento ha taciuto.
Nella sua qualità? di creditore, il dottor Camilloni, ha censurato il Comitato dei creditori per una condotta negligente ed imprudente nell’esprimere parere positivo nel mese di aprile 2017 alla transazione con UMBRIA TV e CENTRO ITALIA PUBBLICITA’, svalutando ad euro 18.000 crediti di oltre 500.000 euro.
A questo punto sorgono alcune domande che gli ispettori del Ministero della Giustizia dovrebbero fare.
Perché il Comitato dei Creditori non si è opposto a tali crediti che non potevano essere compensati vigendo, proprio ai sensi dell’art. 67 L.F., comma 1?
Perché non è stato nominato un CTU per verificare le transazioni?
Il comportamento negligente del Comitato dei Creditori ha determinato un ammanco nella procedura fallimentare di oltre euro 500.000,00?
Perché il Comitato dei creditori non ha richiesto alla Curatela la necessita? di chiedere euro 320.000 agli ex soci di GEU, come da richiesta di decreto ingiuntivo e come da patto parasociale (doc all. nella memoria) agli atti della procedura?
La spesa di euro 70.000 per il contributo pubblico il 28.9.16 quando il curatore Fallimentare Faina in data il 7.9.16 per mezzo dei suoi legali afferma che il contributo pubblico non e? dovuto, è giustificata?
Perché il Curatore fallimentare Faina, non ha proceduto alla riscossione del patto parasociale a fronte della dichiarazione del Sindaco di perdite al 30.9.2015 di euro 825.000,00? E perché il curatore Faina non ha portato in esecuzione il credito, anzi lo ha utilizzato contro il liquidatore ed il legale del Gruppo editoriale Umbria 1819 S.r.l.?
Perché il curatore Faina, in barba all’art. 67 L.F. comma, 1, non ha revocato i crediti di Umbria Tv e Centro Italia Pubblicita? e il Comitato dei Creditori non ha controllato la dispersione dei crediti sociali? Perché allo stato attuale il Liquidatore e? sotto processo perché aveva denunciato le false fatturazioni e le operazioni infragruppo e tutti gli ex gli amministratori e soci sono stati ammessi allo stato passivo?
Alla luce di quanto sopra menzionato, sarebbe il caso che il Ministero della Giustizia invii gli ispettori per approfondire tale situazione che impone ovviamente di non lesinare ogni sforzo per accertare la verità sull’intero fallimento del Gruppo editoriale Umbria 1819 S.r.l..
Non solo ma sarebbe anche il caso che gli Ispettori del ministero della Giustizia a fronte delle tante osservazioni sul fallimento del Gruppo editoriale Umbria 1819 srl verifichino anche tutti gli altri Fallimenti dello stesso Curatore.
A fronte di quanto sopra esposto, sarebbe opportuno che gli ispettori del Ministero della Giustizia e la Corte dei Conti effettuassero un sopralluogo a Perugia.
Ma soprattutto gli ispettori del Ministero della Giustizia e la Guardia di Finanza hanno verificato l’attendibilità e la veridicità di quanto scritto?
Alla luce di quanto sopra menzionato e ai fini della riapertura del fallimento, che gli organi competenti – anche tramite l’invio degli ispettori – di verificare quanto narrato nella memoria del liquidatore Dottor Luigi Camilloni, a partire dal conflitto di interessi dei due membri del comitato dei creditori, al conflitto di interesse del Curatore del Fallimento, ai motivi per cui non è stato nominato un CTU per controllare l’esatta prestazione delle compensazioni dei crediti (fondati su rapporti contrattuali ben distinti, ma per importi identici, tra due società facenti parte dello stesso gruppo, le cui compagini hanno visto l’alternanza, nelle varie cariche, degli stessi soggetti, già oggetto di forti dubbi in una relazione consegnata al curatore), all’acquisto con tanto di fatture delle 3000 copie mensili del Giornale dell’Umbria, alla verifica della relazione del Curatore fallimentare e della relativa integrazione, all’acquisizione delle dichiarazioni del sindaco unico della società GEU 1819, dottor Marco Nicchi, agli esposti del dottor Giambaldo Traversini, Emanuele Mapelli e Giampiero Bianconi, agli esposti da parte del giornalista Massimo Sbardella presso la Procura della Repubblica di Perugia, alla fuga di notizie dalla Procura della Repubblica di Perugia, ai contributi pubblici della Presidenza del Consiglio dei Ministri al Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl, al lavoro svolto dal curatore fallimentare dottor Eros Faina, all’attività del Comitato dei Creditori, cosa che finora non è mai stato appurato.