[lid] – Nella relazione del curatore fallimentare della società Gruppo Editoriale Umbria 1819, Eros Faina, presentata il giorno 21 maggio 2017 si legge che «come già evidenziato nel precedente capitolo la Società, non ha mai generato risultati positivi di esercizio e ciò neppure negli anni nei quali era risultata beneficiaria di rilevanti contributi pubblici all’editoria».
Quindi erano ben note le cause economiche/finanziarie che hanno determinato il dissesto della società fallita, visto che il curatore fa riferimento all’evoluzione dei valori di alcuni fondamentali conti di bilancio, depositati presso il competente Registro delle Imprese nonché ai documenti contabili acquisiti, evidenziando che la Gruppo Editoriale UMBRIA 1819 srl non ha mai, sin dal primo esercizio, registrato un risultato positivo ma esclusivamente perdite, le quali, cumulate per l’intera sua vita di attività, ammontano complessivamente ad euro 7.724.657.
Da quanto sopra descritto, al curatore risulta evidente che l’azienda fallita, sin dal suo avvio non era in grado di produrre un risultato positivo di esercizio e non lo è stata neppure nei momenti in cui è risultata beneficiaria di rilevanti contributi pubblici.
«Lo squilibrio economico è risultato nell’immediato evidente a tutti, agli organi amministrativi tempo per tempo succedutisi, ed alle compagini dei soci nel tempo avvicendatesi nel capitale della società» come si evince sempre dalla relazione del curatore fallimentare Eros Faina.
Il curatore fallimentare Eros Faina presentava il 5 giugno 2017 l’integrazione alla relazione fallimentare.
A questo punto sorgono alcune domande.
Il pubblico Ministero Casucci sapeva delle perdite della Gruppo Editoriale Umbria 1819 srl illustrate nella relazione del curatore fallimentare Eros Faina?
La Guardia di Finanza di Perugia ha svolto i doverosi approfondimenti sulle cause delle perdite che ammontano a euro 7.724.657, visti i rilevanti contributi pubblici erogati dalla Presidenza del Consiglio?
A fronte di quanto sopra esposto, sarebbe opportuno che gli ispettori del Ministero della Giustizia e la Corte dei Conti effettuassero un sopralluogo a Perugia.
Ma soprattutto gli ispettori del Ministero della Giustizia e la Guardia di Finanza hanno verificato l’attendibilità e la veridicità di quanto scritto dal curatore fallimentare nell’integrazione alla relazione fallimentare ex art.33 L.F., alla luce delle cause che hanno visto Faina soccombere?
Non era il caso di approfondire le problematiche sollevate dal curatore, Eros Faina, peraltro già affrontare ed ampiamente illustrate nei due verbali di assemblea del 14 gennaio 2016 e del 29 aprile 2016 da parte del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Perugia sotto la direzione del responsabile dell’ufficio?
Infine, Il Pubblico ministero Casucci e gli uomini della Guardia di Finanza di Perugia sapevano del dissesto? Ah a saperlo…


