(AGENPARL) – mar 25 ottobre 2022 II COMMISSIONE/ MERCOLEDÌ 26 OTTOBRE ALLE 9.30 LA SEDUTA
La II commissione consiliare Bilancio si riunisce nella sala del Consiglio di Palazzo dei Priori mercoledì 26 ottobre, alle 8.30 in prima convocazione e alle 9.30 in seconda, per trattare l’ordine del giorno del consigliere Riccardo Mencaglia (FdI) su: “Ufficio postale di Solfagnano – richiesta attivazione tavolo di confronto con Poste italiane per aumento personale”.
IV COMMISSIONE/ APPROVATE DUE PRATICHE: MOZIONE “PERUGIA PER LA PACE” E “PROMUOVERE LA GENTILEZZA”
La IV commissione Cultura, presieduta da Michele Cesaro, ha trattato due pratiche.
È stata in primo luogo esaminata la mozione urgente “Perugia per la pace: adesione alle manifestazioni pacifiste – Una bandiera della Pace a Palazzo dei Priori”, presentata dai consiglieri Francesca Tizi (Movimento 5 Stelle), Emanuela Mori (Italia Viva), Sarah Bistocchi, Nicola Paciotti, Marko Hromis, Francesco Zuccherini (Partito Democratico), Lucia Maddoli, Fabrizio Croce (Idee Persone Perugia). La mozione è stata approvata a maggioranza con 8 voti favorevoli (Valigi, Bonifazi, Morbello, Ranfa, Paciotti, Maddoli, Tizi, Borghesi), 2 contrari (Fioroni, Vignaroli) e 4 astenuti (Cesaro, Volpi, Puletti, Befani).
Di seguito il testo dell’atto, illustrato dalla consigliera Tizi (M5s).
La situazione della guerra Russia-Ucraina sta raggiungendo una preoccupante escalation con il rischio non solo di ricorso a testate nucleari e armi non convenzionali, ma anche di una severa recessione economica che può ulteriormente schiacciare le nostre economie. Tale situazione sta inducendo moltissimi cittadini ad organizzarsi in una manifestazione nazionale per la Pace che si terrà a Roma nel prossimo 5 novembre per invocare una svolta negoziale che ponga fine al conflitto bellico. Già da ora sta partendo un tam tam che “Europe for peace” raccoglie e rilancia: sulla piattaforma di Europe for peace-Rete per la pace e il disarmo stanno arrivando continue adesioni e aggiornamenti per le mobilitazioni a favore della pace che, al di là delle fratture politiche, si terranno nei prossimi giorni 21, 22 e 23 ottobre, coinvolgendo diverse Piazze tra cui Torino, Napoli, Palermo, Genova, Bologna, Verona, Ancona, ma anche la nostra Perugia. Dunque il sentire collettivo è particolarmente forte in ordine al tema della Pace.
Ogni guerra – prosegue la mozione – deve essere sempre condannata perché capace di incidere fortemente e in senso negativo ed irrimediabile sulla società. Un conflitto nucleare su larga scala non avrebbe altro risultato che la devastazione totale della civiltà umana e il rischio di un’estinzione con un’elevata probabilità di cancellare la vita sulla terra. L’Umbria è conosciuta in tutto il mondo perché patria di San Francesco di Assisi uno dei più grandi uomini di pace di tutti i tempi. Perugia, grazie all’eredità di Aldo Capitini, organizzatore della prima marcia ormai più di sessanta anni fa, è famosa per la Marcia della Pace Perugia-Assisi, che costituisce annuale appuntamento finalizzato ad unire sensibilità diverse intorno all’unico obiettivo di diffondere un messaggio di pace. Per cui noi perugini abbiamo la parola pace alla base del nostro stesso Dna cittadino.
Qualche mese fa, in occasione dell’approvazione di un ordine del giorno presentato dalla maggioranza, lo stesso assessore Giottoli in Commissione IV ha riferito che l’amministrazione comunale sta “lavorando con la Tavola della pace e numerose altre organizzazioni anche per un obiettivo che andrà oltre il nostro mandato: il riconoscimento come patrimonio immateriale dell’umanità della Perugia-Assisi” e dunque che è importante valorizzare l’identità pacifista della nostra città. La mozione formula quindi due impegni: dare adesione formale alle manifestazioni locali e nazionali per la pace promosse da Europe for Peace e dalle associazioni aderenti alla “Rete pace e disarmo”; apporre sulla facciata di Palazzo dei Priori una bandiera della Pace con l’intento di trasmettere al mondo un importante messaggio pacifista e riaffermare l’identità pacifista e non-violenta della nostra città.
La consigliera Tizi ha riferito di aver partecipato alla manifestazione del 23 ottobre a Perugia; ha aggiunto che ad essa ha partecipato anche l’assessore Giottoli, il quale ha comunicato parere favorevole sulla mozione. Tizi ha ribadito stupore per quanto accaduto in Consiglio il 17 ottobre, quando è stata respinta l’urgenza della mozione; allora, invece, si poteva fissare un’altra seduta e deliberare l’adesione alle manifestazioni del 23 ottobre e del 5 novembre. Il Comune, ad ogni modo, può ancora aderire alla seconda. A tal fine, si potrebbe fissare una seduta del Consiglio per il 3 novembre e dare così un segno di quanto è importante per la città il valore della pace.
Ai lavori della commissione hanno partecipato Vanda Scarpelli della segreteria provinciale Cgil e il presidente regionale Acli Umbria, Bruno Chiavari.
Scarpelli ha invitato il Consiglio comunale di Perugia a essere presente il 5 novembre alla grande manifestazione che si sta costruendo a Roma. Sarebbe un vulnus – ha detto – non essere presenti nella Capitale come città di Perugia, che vanta una storia antica legata al tema della pace. Tanto più che il permanere del conflitto sta causando ricadute per tutti: basti pensare all’inflazione che colpisce i lavoratori, i pensionati, le persone più deboli. A suo avviso, l’ente dovrebbe anche esporre la bandiera della pace, simbolo di un valore trasversale.
Chiavari ha ricordato che la città di Perugia resta legata a due grandi periodi storici: quelli segnati dalle figure di San Francesco e di Aldo Capitini. Considerate tali “radici”, il Consiglio comunale non si può esimere dal partecipare alla manifestazione del 5 novembre. Acli sarà presente, come in piazza Italia già domenica scorsa, quando la partecipazione è stata trasversale. La pace – ha affermato il presidente – è un valore superiore che non si può discutere.
IL DIBATTITO
Elena Ranfa (Pd) ha informato di aver sottoscritto a sua volta la mozione. A suo avviso tutti dovrebbero tenere presente la trasversalità della parola pace. Perugia, poi, ha il dovere specifico di portare avanti l’eredità di Capitini, il suo percorso riconosciuto a livello internazionale. L’amministrazione – ha concluso – dovrebbe pertanto partecipare coesa a una manifestazione scevra da qualsiasi contrasto politico.
Emanuela Mori (Italia Viva), ricordando che la mozione è stata sostenuta subito da tutti i gruppi di opposizione, incluso Italia Viva, ha affermato che esporre a palazzo dei Priori la bandiera della pace sarebbe un segnale importante per rispondere all’appello del Papa affinché si fermino le armi in Ucraina. Molte amministrazioni stanno aderendo a tale appello a favore di un immediato cessate il fuoco e per porre fine alle distruzioni che interessano vasti territori, così come al terrore che affligge troppe famiglie e bambini. L’esposizione della bandiera della pace – ha continuato la consigliera – è un gesto simbolico ma importante per testimoniare un impegno senza sosta a favore della soluzione diplomatica del conflitto tra Russia e Ucraina. Mori ha quindi auspicato il sostegno della maggioranza sulla mozione.
Francesco Vignaroli (Progetto Perugia), nell’intervento fatto a titolo esclusivamente personale, ha sostenuto che il movimento pacifista non si è attivato sempre con la stessa tempestività o forza in relazione alle varie vicende (ad esempio nel caso della invasione dell’Afghanistan da parte dell’Urss). A suo avviso, nel caso del conflitto tra Russia e Ucraina, le manifestazioni per la pace sono emerse quando l’Occidente ha deciso di sostenere anche militarmente il Paese invaso. Pur ribadendo che nessuno è a favore della guerra e auspicando una soluzione diplomatica, Vignaroli si è detto non convinto rispetto all’adesione a manifestazioni pacifiste da parte del Comune: il timore è che l’ente si allinei a una posizione che mette sullo stesso piano l’aggressore e l’aggredito. Il consigliere ha infine ricordato che una bandiera della pace è in realtà già esposta: quella dell’Unione europea che rappresenta una pace raggiunta, voluta, per cui popoli diversi hanno lottato. E se l’inflazione è un problema per tutti, ora – secondo il consigliere – c’è in gioco qualcosa di più grande del benessere, cioè la libertà, quella a cui aspirano anche gli ucraini.
Secondo Luca Valigi (Lega), l’approfondimento in commissione era necessario. Il tema peraltro era già stato discusso a seguito di una proposta della consigliera Morbello e già allora Maddoli, come lo stesso Valigi, avevano evidenziato che tutti si devono adoperare per contrastare ogni guerra, e non solo quella tra Russia e Ucraina. Il consigliere si è personalmente detto contrario all’invio di armi all’Ucraina, tenuto conto che devono essere valorizzate tutte le possibili soluzioni diplomatiche per arrivare quanto prima alla cessazione del conflitto.
Lucia Maddoli (Idee Persone Perugia), in replica a Vignaroli, ha sostenuto che il movimento pacifista è stato sempre coerente agendo sulla base di quanto affermato dall’art. 11 della Costituzione e dal diritto internazionale. Il conflitto tra Russia e Ucraina, in particolare, è iniziato il 24 febbraio e il 5 marzo, dopo appena nove giorni, si è svolta una manifestazione nazionale con quasi 100mila persone a Roma. Per il resto, Perugia non può non ascoltare un appello ormai condiviso dalla grande maggioranza della popolazione. Ciò non significa essere equidistanti: nell’appello alla base delle manifestazioni citate dalla mozione – ha sostenuto ancora Maddoli – si dice che c’è un aggressore e un aggredito, si ribadisce solidarietà al popolo ucraino oltre che alle vittime di tutte le guerre e si esprime rispetto per la resistenza ucraina. Secondo la consigliera, mentre sullo sfondo incombe l’incubo di una possibile guerra atomica, continuare a fornire armi all’Ucraina significa mettere benzina sul fuoco. L’unica via d’uscita possibile è chiedere un immediato cessate il fuoco e un ruolo più attivo dell’Ue, che rappresenta, come indicato dallo stesso Vignaroli, una grandissima esperienza di pace da valorizzare.
Massimo Pici (Perugia Civica), dal canto suo, ha ricordato che la cultura del rispetto include il concetto di legittima difesa, previsto anche dal codice penale. Un soggetto aggredito ha bisogno di potersi difendere. Di fronte a un popolo invaso e bombardato, un sostegno concreto non può che passare per l’invio di armi; limitarsi solo a manifestare solidarietà nei suoi confronti è poca cosa.
Secondo Gino Puletti (Progetto Perugia), se la pace è un obiettivo comune, ci sono tuttavia opinioni diverse su come realizzarlo. E se il Papa invita a far tacere le armi, ha anche detto che un popolo ha diritto di difendere la propria libertà. Puletti ha anche citato il presidente della Repubblica, secondo il quale non può esserci pace senza giustizia. E anche se le nostre economie sono in sofferenza non significa che gli ucraini debbano essere abbandonati a un ineluttabile destino, perché ciò contrasterebbe con il concetto di solidarietà tra popoli.
Secondo Alessio Fioroni (FI), non bisogna confondere l’attività diplomatica con quella dei movimenti pacifisti e le istituzioni devono muoversi sul piano della diplomazia. Ha poi preannunciato voto contrario sull’atto, non in relazione al merito, ma al metodo.
Lorenzo Mattioni (Lega) come capogruppo si è associato a Valigi.
Per Fabrizio Croce (IPP) il movimento pacifista non si è mosso a corrente alternata, ma si è sempre dimostrato a favore di un principio generale come la pace; niente di strano che una istituzione locale prenda posizione a favore del medesimo principio.
Paolo Befani (FdI), pur ribadendo che la pace è un valore da condividere, al di là degli schieramenti politici, ha preannunciato astensione.
Tizi ha ringraziato gli ospiti per i loro interventi che dimostrano quanto il tema sia sentito. In commissione, ha tuttavia rilevato, è emersa una distinzione tra campo diplomatico e movimento pacifista, come se l’uno non volesse raggiungere lo stesso scopo dell’altro. Ha poi sostenuto che il M5s non ha certo appoggiato certe manifestazioni a livello locale e nazionale per interesse politico: non c’è nessuna dietrologia dietro una bandiera della pace e nel chiedere che i negoziati abbiano la priorità. La consigliera ha anche detto che non si può parlare di “guerra giusta”, come se fosse “giusto” inviare armi perché c’è un soggetto aggredito.
In secondo luogo è stato discusso e poi approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal gruppo Progetto Perugia e dal consigliere Massimo Pici del gruppo Perugia Civica: “Promuovere la gentilezza. Un piccolo manuale come ausilio educativo per i giovani, per le scuole, per le famiglie”.
Di seguito il testo dell’atto, illustrato da Gino Puletti (Progetto Perugia).
Tra i problemi emergenti c’è quello dell’uso della violenza che si sta diffondendo in maniera preoccupante anche nel mondo dei giovani, talvolta degenerando fino al livello della cosiddetta “criminalità giovanile”.
Anche nei nostri territori di provincia sono purtroppo sempre più frequenti fatti di violenza gratuita, su cose e su persone, dove i protagonisti sono gruppi di giovani che, per noia o per il brivido di nuove emozioni, si lasciano andare ad azioni talvolta incomprensibili.
L’aspetto della violenza verso gli altri è quello che fa più clamore, quello più citato nelle cronache, ma non è quello più grave.
La violenza più diffusa e preoccupante è quella rivolta verso sé stessi, motivata talvolta da disagi psicologici, insicurezze, mancanza di relazioni stabili e rassicuranti, assenza di modelli e testimoni credibili; tutto questo genera una percezione di fragilità, rispetto alla quale si danno risposte inadeguate, di fuga dalla realtà o di ribellione.
Ciò spiega anche la diffusione tra i nostri giovani e giovanissimi dell’assunzione di droghe leggere e pesanti, dell’alcoolismo, del bullismo, dell’autolesionismo anche fisico “grazie” alla presenza di messaggi veicolati dalle reti social sempre più violenti e deleteri.
Anche comportamenti apparentemente meno importanti, come la semplice scortesia e la maleducazione, sempre più frequenti, determinano situazioni di sofferenza dove il bersaglio è sovente la fragilità.
“Tuttavia è ancora possibile scegliere di esercitare la gentilezza. Ci sono persone che lo fanno e diventano stelle in mezzo all’oscurità”, come si legge nella Lettera Enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti”.
La nostra società nuclearizzata ha perso quella dimensione di “comunità educante”, dove i sentimenti e gesti collaborativi, la solidarietà, la condivisione e la sussidiarietà di vicinato costituivano la struttura portante con il baricentro rappresentato dalla famiglia, nucleo di un organismo molto più grande, la società. Ma questo nucleo oggi ha perso la sua energia, le sue peculiarità, la sua forza educativa e di riferimento.
E’ mancata da parte dello Stato, nonostante anche alcuni provvedimenti che rivelano le buone intenzioni del legislatore, la coerenza e la capacità di sostenere in maniera decisa il nucleo della famiglia, sempre meno tutelata e valorizzata, con la conseguenza di un tessuto sociale sempre più debole e rarefatto.
Nel panorama delle iniziative con le quali varie agenzie educative e associazioni di volontariato operano nell’ambito sociale, risulta essere di particolare interesse quella realizzata dal Gruppo Caritas di San Martino in Campo, in quanto mossa dal desiderio di difendere e valorizzare la fragilità.
Proprio per questo è stato redatto un “piccolo manuale della gentilezza”, con il quale oltre a stigmatizzare gli atteggiamenti violenti, di arroganza e maleducazione, si promuovono e si testimoniano atteggiamenti basati sulla gentilezza, sull’attenzione verso l’altro, al fine di migliorare le relazioni e la convivenza sociale.
Il testo è ricco di riflessioni e testimonianze su temi come la violenza del linguaggio e la volgarità, la tentazione della supremazia attraverso l’egocentrismo e la ricerca del successo, la pericolosità dei modelli vincenti, le insidie della diffidenza, il dialogo come terapia, l’importanza delle parole e dei gesti della gentilezza, la gentilezza come dono per sé stessi e per gli altri.
La gentilezza è una liberazione dalla crudeltà che a volte penetra le relazioni umane, dall’ansietà che non ci lascia pensare agli altri, dall’urgenza distratta che ignora che anche gli altri hanno diritto ad essere felici.
Tale opera editoriale può costituire un valido strumento didattico a disposizione delle scuole e degli insegnanti, nonché delle famiglie, per sollecitare i giovani, con la lettura dei temi trattati e il confronto, ad acquisire la capacità di creare relazioni con gli altri in maniera sempre più matura e positiva.
Pertanto l’odg impegna l’esecutivo a farsi parte attiva, nei limiti delle risorse economiche ritenute disponibili, per promuovere l’utilizzo di questo libro quale strumento didattico nelle nostre scuole primarie e secondarie, partendo dall’Istituto Comprensivo n. 9 di San Martino in Campo come progetto pilota, lasciando alla dirigente e agli insegnanti la piena discrezionalità sulla scelta delle classi più idonee ad essere coinvolte.
In commissione sono stati sentiti l’assessore alle politiche sociali, Edi Cicchi, la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo n. 9 di San Martino in Campo, Morena Passeri, la referente Bullismo dell’Istituto Comprensivo n. 9, Benedetta Ponti, la coautrice del Piccolo Manuale della Gentilezza, Antonella Ubaldi, già dirigente scolastica, e il rappresentante Caritas di San Martino in Campo, Nando Ricci.
Cicchi, dopo aver ricordato che il consigliere Puletti ha una delega alla gentilezza conferita dal sindaco, ha sostenuto che spesso si parla dei problemi dei giovani, ma quando si parla di comunità educante spesso c’è il rischio che resti un concetto astratto. Il manuale di cui parla l’odg, molto interessante e da promuovere, si presta a essere adoperato in tutte le scuole. Di fronte ai giovani e all’isolamento che oggi vivono – ha continuato l’assessore – tutti noi, comunque, dovremmo essere portatori di gentilezza e di messaggi positivi. I giovani, infatti, devono essere educati da tutta la comunità. L’assessore ha ricordato l’importante attività sussidiaria svolta da Caritas, ente che riesce a raggiungere in maniera capillare persone in difficoltà che a volte restano fuori dal raggio di azione delle istituzioni.
Passeri ha spiegato che il progetto è nato da un incontro fortuito con Ubaldi. Il manuale poteva rispondere a un bisogno: colmare la mancanza, riscontrata nei ragazzi, di una consapevolezza rispetto all’uso di un linguaggio sgarbato o sgradevole. La scuola aveva creato una commissione per il bullismo e il manuale si presentava anche come uno strumento utile ad affrontare questo tema. Il progetto è stato esteso alla primaria con l’obiettivo di riportare bambini e ragazzi a una consapevolezza della gentilezza.
Ubaldi, a nome del gruppo Caritas di San Martino in Campo, ha detto che il manuale è nato per riflettere sul tema dell’assenza di gentilezza. Il libricino è diviso in capitoli e per un utilizzo in ambito scolastico è significativo soprattutto quello dedicato alla violenza del linguaggio. Oggi, secondo Ubaldi, i ragazzi vivono una povertà di linguaggio allarmante. Riscoprire la gentilezza nel linguaggio è arricchirlo nella semplicità, cioè riscoprire le parole giuste al momento giusto, accettando che una parola può ferire e un’altra può salvare.
Ponti ha parlato degli spazi fisici creati a scuola per mettere in risalto le parole gentili; ne sarà introdotto uno anche per parlare di fragilità. Sulla base del manuale si stanno dunque strutturando varie iniziative.
Ricci, diacono dell’unita pastorale Santa Famiglia di Nazareth, ha raccontato la sua personale scoperta, per vicende familiari e professionali, del valore della gentilezza e dell’importanza di praticarla sempre.
DIBATTITO
Elena Ranfa (Pd) ha espresso soddisfazione per la sinergia tra scuola e altre realtà del territorio preannunciando voto favorevole sull’odg e auspicando che il Comune si faccia carico di diffondere il manuale anche in altre scuole della città.
Massimo Pici (Perugia Civica) ha detto che dell’argomento purtroppo si parla poco. La gentilezza, invece, è il modo giusto per dire la parola giusta, quindi è fondamentale anche per arginare fenomeni come il bullismo. Punto di forza del manuale, poi, è la proposta di modelli positivi, di esempi concreti praticabili dai ragazzi.
Anche Lorenzo Mattioni, Luca Valigi (Lega) e Paolo Befani (FdI) hanno espresso soddisfazione per quanto proposto dall’odg.
Secondo Cristina Morbello (Tesei Presidente per l’Umbria) in un momento storico come quello attuale, complesso e violento, può sembrare singolare parlare di gentilezza. La violenza, tuttavia, non è mai innata e per questo l’educazione è cruciale. Ha quindi espresso pieno appoggio all’iniziativa di diffusione della cultura della gentilezza.
In chiusura, Michele Cesaro si è detto convinto che l’ascolto delle realtà del territorio rappresenti un esempio di buona politica, non distante dai cittadini, e ha ringraziato Puletti per aver creato l’occasione.
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