(AGENPARL) – lun 17 ottobre 2022 797/2022 G.M.
COMUNICATO STAMPA
Sindaco e rappresentanti dell’Esecutivo visitano Casa di reclusione di Orvieto e i laboratori del ferro, del legno e dei tessuti attivi al suo interno
·Sindaco, Roberta Tardani: “un caso unico a livello nazionale e un modello virtuoso per le economie che genera a livello centrale e per la funzione sociale che svolge. Un’esperienza che va consolidata e sviluppata dando certezze all’istituto”
·Comune di Orvieto ha aderito al progetto “I luoghi della giustizia”. Presto l’avvio del percorso lavorativo per un detenuto destinato al Centro Servizi Manutentivi per la cura del verde, la pulizia e il restauro del decoro urbano di parchi e giardini pubblici della Città
Accompagnata dal comandante del Reparto di Polizia Penitenziaria, Enrico Gregori, e dal segretario regionale del Sappe, Fabrizio Bonino, la delegazione del Comune di Orvieto ha effettuato una visita all’interno della struttura di via Roma soffermandosi in particolare sulle officine per il lavoro del ferro, del legno e dei tessuti dove vengono impiegati i detenuti.
Si tratta del progetto “Lavoro quindi produco” avviato negli anni scorsi dalla Casa di reclusione di Orvieto per promuovere e potenziare il lavoro intramurale e favorire il recupero sociale e il reinserimento lavorativo dei detenuti stessi. Nell’istituto orvietano si trovano una falegnameria e un’officina per la produzione di armadi, letti in ferro e scaffalature metalliche, un sartoria e una tessitoria per la produzione di lenzuola.
Il materiale realizzato è commissionato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) e destinato a coprire il fabbisogno di tutti gli istituti penitenziari italiani. Nelle officine vengono attualmente impiegate 43 unità alle quali se ne aggiungono 17 che si occupano dei cosiddetti lavori domestici per un totale di 60 detenuti lavoranti sui 75 ospitati dalla struttura.
“L’iniziativa che porta avanti la direzione della Casa di reclusione di Orvieto – commenta il Sindaco, Roberta Tardani – rappresenta un unicum a livello nazionale. Non esistono infatti in Italia altri istituti che garantiscono questa attività a livelli praticamente paragonabili a quelli industriali. Un progetto virtuoso non solo per le economie che genera a livello centrale ma soprattutto per la funzione sociale che svolge. Si parla molto della necessità di percorsi efficaci di recupero e reinserimento, ovvero l’obiettivo della pena, ma qui a Orvieto si ha la testimonianza concreta e quotidiana di quello che è possibile fare per recuperare le professionalità delle persone detenute o trasmetterne delle nuove necessarie a garantire loro una continuità lavorativa nel momento del ritorno alla libertà. Per questo – conclude – tale esperienza va consolidata e sviluppata dando certezze all’istituto. In questo senso, proprio in occasione della visita, ho potuto conoscere le tre nuove unità del personale amministrativo della Casa di reclusione che nel recente passato ha dovuto far fronte a problemi di organico”.
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