DPCM, SI RILEGGA IL PENSIERO DI FRIEDMAN: LA PROSPERITÀ ATTRAVERSO L’ESPANSIONE DEI DIRITTI DI PROPRIETÀ PRIVATA E PROMUOVENDO IL LIBERO MERCATO
(AGENPARL) – Roma, 26 ottobre 2020 – Tutti o quasi tutti conoscono l’economista statunitense Milton Friedman vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 1976.
Prima dell’annuncio del premio Nobel, quasi un mese prima che fosse divulgato, Mao Zedong morì.
Nel 1980, Friedman ha visitato per la prima volta la Cina e al suo ritorno aveva predetto che la aveva il potenziale per rispecchiare una rapida crescita economica osservata in Giappone e Germania dopo la seconda guerra mondiale.
A quel tempo, Friedman era quasi il solo nel fare una valutazione così chiaramente positiva del futuro economico della Cina. Da tenere presente che nel 1980, l’88% della popolazione cinese viveva ancora in condizioni di estrema povertà. Solo quattro decenni dopo, il tasso di povertà estrema è sceso a meno dell’1 per cento.
Mai nella storia così tante persone sono sfuggite alla povertà in un lasso di tempo così breve.
Ma allora cosa è successo?
Questa è una delle più grandi domande del secolo e la risposta dipende in gran parte da come una persona vede il ruolo del mercato e dello Stato.
Milton e Rose Friedman nel libro Free to Choose (liberi di scegliere) sostengono le politiche economiche del laissez-faire, spesso criticando le politiche governative interventiste e il loro costo in libertà personali ed efficienza economica negli Stati Uniti e all’estero. Sostengono che il libero scambio internazionale è stato limitato dalle tariffe e dal protezionismo, mentre il libero scambio e la libertà interni sono stati limitati da una tassazione e una regolamentazione elevate.
I Friedman sostengono che la Federal Reserve abbia esacerbato la Grande Depressione trascurando di impedire il declino dell’offerta di moneta negli anni precedenti. Sostengono inoltre che il pubblico americano ha erroneamente percepito la Depressione come il risultato di un fallimento del capitalismo piuttosto che del Governo, e che la Depressione ha permesso al Federal Reserve Board di centralizzare il suo controllo del sistema monetario nonostante la sua responsabilità.
In tema di welfare, i Friedman sostengono che gli Stati Uniti hanno mantenuto un più alto grado di libertà e produttività evitando le nazionalizzazioni e gli estesi sistemi di welfare dei paesi dell’Europa occidentale come il Regno Unito e la Svezia.
Oggi in Occidente e soprattutto in Italia c’è un enorme malinteso di fondo specie sui fattori che hanno maggiormente contribuito all’enorme successo economico della Cina.
Troppe persone credono che la Cina abbia scoperto una “Terza Via”, un percorso tra socialismo e capitalismo.
Molti credono addirittura che l’incredibile successo della Cina sia stato possibile solo perché lo stato ha mantenuto un’influenza così forte sull’economia.
Pochi – pochissimi – credono che l’ascesa economica della Cina non è dovuta allo Stato, ma a dispetto dello Stato.
Oggi, come confermato da un documento di lavoro del World Economic Forum, il settore privato è la forza trainante in Cina: “Il settore privato cinese è ora il motore principale della crescita economica della Cina. La combinazione dei numeri 60/70/80/90 è spesso utilizzata per descrivere il contributo del settore privato all’economia cinese: contribuiscono al 60% del PIL cinese e sono responsabili del 70% dell’innovazione, dell’80% dell’occupazione urbana e forniscono 90 % di nuovi posti di lavoro. La ricchezza privata è anche responsabile del 70% degli investimenti e del 90% delle esportazioni.
Friedman è stato, ovviamente, critico del fatto che la Cina non abbia introdotto le libertà politiche per eguagliare le sue libertà economiche.
In Cile, aveva visto le riforme del libero mercato aiutare a porre fine alla dittatura militare del paese. Sperava che una maggiore libertà economica avrebbe portato anche a una maggiore libertà politica in Cina.
In linea con gli insegnamenti di Friedman, il miracolo economico cinese conferma che una maggiore prosperità per le persone può essere raggiunta solo espandendo i diritti di proprietà privata e promuovendo il libero mercato.
Al Governo suggerisco una vecchio proverbio latino «Rem tene, verba sequentur» , cioè comprendi la cosa, seguiranno le parole.
Ogni tanto a Palazzo Chigi si leggano i quotidiani esteri e i premi Nobel dell’Economia…