(AGENPARL) – Roma, 15 ottobre 2020 – Il Centro nazionale libico per il controllo delle malattie (NCDC) ha segnalato oggi 836 nuovi casi di Coronavirus, con 294 guarigioni e 13 morti.
Ciò porta il totale del paese a 45.821 casi, con 19.851 casi attivi, 25.301 recuperi e 669 decessi.
Durante una conferenza stampa tenutasi ieri a Tripoli dal presidente del Comitato Scientifico Consultivo per Combattere la Pandemia di Coronavirus, la dott.ssa Khalifa Al-Bakoush, ha fornito una panoramica della situazione del Coronavirus nel Paese.
Al-Bakoush ha affermato che le recenti attività sociali e l’apertura delle sale per matrimoni e funerali nonostante il divieto fatto dal suo comitato, ha significato un ulteriore aumento dei casi.
Ha detto che il ritorno a lavorare nel settore pubblico ha raggiunto l’81% e che le auto, i ristoranti e i bar non hanno rispettato le prescrizioni, come la consegna di cibo e bevande e la chiusura dei padiglioni, e ciò ha contribuito all’aumento del Casi di covid19.
Al-Bakoush ha proseguito affermando che c’è stato un certo lassismo da parte dei funzionari del Ministero dell’Istruzione, soprattutto con l’inizio degli esami, e abbiamo notato una mancanza di disciplina con i controlli precauzionali in alcune moschee, in coincidenza con il permesso di riaprire le moschee.
Ha detto che la Libia può convivere con questo virus se il pubblico partecipa ai controlli precauzionali. Ha avvertito che se le autorità non riusciranno a controllare, il comitato sarà costretto a consigliare un blocco totale.
Al-Bakoush ha rivelato che i test PCR hanno raggiunto 4.500 e non vedeva l’ora di aumentare questo numero nonostante gli alti costi dell’analisi PCR, poiché un’analisi costa almeno 200 dollari.
Per quanto riguarda la riduzione del numero di morti, ha detto che ciò si ottiene solo aumentando i luoghi di isolamento e cura, e abbiamo raggiunto un numero elevato di punti di controllo e abbiamo raggiunto circa 1.400 posti letto in tutto il paese.
Alla fine, ha detto che la Libia ha raggiunto una situazione in cui o convive con questa malattia o non convive e che quindi ci troveremmo in una situazione epidemica critica.