(AGENPARL) – Roma, 07 ottobre 2020 – Il Gruppo delle 20 principali economie probabilmente rinuncerà ad accettare quest’anno le nuove regole di tassazione internazionale per i giganti digitali come Google LLC e Apple Inc., hanno detto fonti familiari con il piano.
I ministri delle finanze del G-20 e i governatori delle banche centrali, che avevano l’obiettivo di pubblicare un rapporto finale entro il 2020, dovrebbero ora esprimere il loro impegno a continuare i negoziati per un accordo il prossimo anno in una dichiarazione che sarà rilasciata dopo la teleconferenza del 14 ottobre, riferiscono sempre le fonti.
La mossa riflette le lacune tra gli Stati Uniti, che si oppongono a prendere di mira i giganti della tecnologia americana, tra cui anche Facebook Inc. e Amazon.com Inc., e membri europei che insistono per tassare tali società in modo appropriato laddove realizzano enormi profitti.
I paesi del G-20 hanno avuto difficoltà a venire a patti con gli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali di novembre, affermano le fonti.
Le nazioni avevano inizialmente fissato l’obiettivo di raggiungere un accordo di base sulle nuove regole a luglio, ma il loro lavoro è stato ritardato a causa della pandemia da coronavirus.
Le nuove regole, proposte dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, sono oggetto di discussione in risposta alle critiche secondo cui alcune aziende non stanno pagando la loro giusta quota di tasse.
Le regole esistenti si basano più sul luogo in cui si trovano gli uffici permanenti e gli stabilimenti delle imprese piuttosto che sul luogo in cui effettuano le vendite.
Secondo le regole previste, i giganti tecnologici globali che generano entrate offrendo prodotti di consumo o servizi digitali saranno tassati in base alle loro vendite anche in paesi in cui non sono fisicamente presenti.
L’OCSE ha affermato a gennaio che oltre 130 paesi e regioni avevano ampiamente concordato uno schema di nuove norme fiscali per le aziende che operano nello spazio digitale a livello globale.
Ma l’organizzazione con sede a Parigi ha anche affermato che “divergenze significative” sono rimaste tra i suoi membri, dopo che gli Stati Uniti hanno cercato di stabilire una condizione di “approdo sicuro”, che consentirebbe alle aziende di scegliere ancora di operare secondo le attuali norme fiscali.
Secondo l’organizzazione, altri paesi OCSE hanno espresso la preoccupazione che tale disposizione possa “aumentare l’incertezza e non riuscire a soddisfare tutti gli obiettivi politici del processo globale”.
L’OCSE ha dichiarato che lunedì pubblicherà un rapporto sugli ultimi negoziati sulle sfide della tassazione digitale.