QUANDO LE BANCHE POSSONO ANCHE AFFOSSARE LE IMPRESE
(AGENPARL) – Roma, 30 settembre 2020 – L’Italia è un Paese davvero strano. Generalmente gli istituti di credito salvano le imprese dal fallimenti, o almeno dovrebbero.
Oggi le banche sono al centro del dibattito politico e anche al centro dell’aiuto alle imprese in difficoltà. Ma a volte gli istituti di credito danneggiano ed inquinano il mercato violando i principi di leale concorrenza tra imprese
E visti i continui fallimenti della Politica solo la Magistratura potrà salvare il sistema economico italiano e dire stop a questa fallimentare gestione da parte delle banche.
Ci sono stati casi nella storia italiani che banche abbiano fatto pressione affinchè proprietari di aziende floride o marchi molto importanti siano ceduti ad altri soggetti vicini agli stessi istituti di credito a causa di improvvise crisi economiche dovute ad acquisti inopportuni.
Può capitare che imprese prestigiose e rappresentative dell’inventiva italiana e del Made in Italy nel mondo siano in rovina dalle speculazioni finanziarie di una banca senza scrupoli.
Può capire – e capita- che a seguito di tale situazione siano state presentate alcuni esposti/querela per truffa, usura, estorsione ed altre circostanze aggravanti depositate presso la Procura della Repubblica di Bologna e presso la Procura della Repubblica di Ancona.
Può capitare che la truffa si è concretizzata attraverso una numerosissima serie di operazioni di investimento in derivati finanziari, organizzate forse con il chiaro intento di ottenere un arricchimento doloso, a danno dei poveri malcapitati imprenditori.
Può capitare che le operazioni in derivati erano eseguite senza alcuna strategia visto che investivano, contemporaneamente su tutte le tipologie di mercato o divise (swap, forward su valute, currency option, ecc. ecc) a testimonianza che l’importante per la Banca, non era “proteggere” e rispettare il risparmio del cliente attraverso una corretta “Gestione di Investimenti”, ma produrre un unico arricchimento: il proprio.
Può capitare che le operazioni che la Banca dichiara di aver svolto sotto il continuo controllo degli investitori siano state nella realtà difficoltose ed incomprensibili anche dal più bravo Professore Universitario in Economia.
Può capitare che la maggior parte delle operazioni, infatti, siano avvenute su conti tecnici interni, impossibili da verificare e mai contabilizzati.
Infatti può capitare che i CTU nominati presso il Tribunali Competenti, e chiamati alla verifica di tali operazioni, hanno infatti dichiarato, l’impossibilità alla ricostruzione di detti investimenti, proprio a causa dei mancati riferimenti fondamentali, necessari alla ricostruzione di quanto accaduto nelle operazioni avvenute su valute estere.
Può capitare che le persone coinvolte sono talmente tante che ci si chiede: ma la Consob, si sarà mai accorta della modalità con cui alcune banche esercitano la propria attività di Banche d’Investimento?
Può capitare che interessata alla verifica di quanto accaduto, anche la Banca d’Italia, che con Ispezione effettuata nell’anno 2008, relazionava nel merito e attribuiva pene pecuniarie severe agli Amministratori di una banca, per aver esercitato l’attività in derivati senza la giusta ed adeguata struttura di supporto e controllo necessaria alla gestione delle attività di investimento in derivati.
Immaginiamo per un attimo – ovviamente è sempre un sogno – che la Banca non plachi la sua “fame” neanche rastrellando tutti i soldi dei Clienti e, una volta compensate tutte le perdite e, azzerate tutte le posizioni, continui a comprare e vendere derivati, facendo sconfinare i Clienti oltre i loro averi, portando le posizioni a debito e segnalandole a sofferenza presso la Centrale Rischi Banca d’Italia.
Avete idea di cosa significhi per un’azienda finire nella Black list Banca Italia? E’ la morte civile di un imprenditore.
Si chiudono tutti i rubinetti del credito ed il soggetto segnalato, diventa da evitare come colui che ha commesso il peggior crimine possibile.
Immaginiamo che una società, come sicuramente ce ne potrebbero essere delle altre, si è vista revocare le linee di credito esistenti, allertate dalla posizione segnalata dalla Banca, rendendo così l’Azienda vulnerabile e impossibilitata a continuare nella stessa capacità produttiva.
Una situazione allettante per chi vuole arricchirsi sulle disgrazie altrui e che si siano fatte avanti le solite merchant bank e Private.
Può capitare che a volte viene da pensare che certe operazioni di “disgregazioni aziendali” siano pilotate e/o studiate ad arte da certe banche per poi spianare la strada o la scalata a speculatori che comprano a prezzi stracciati.
Può capitare e purtroppo capita nella nostra amata Italia.