(AGENPARL) – Roma, 10 settembre 2020 – La società Amazon.com Inc. Japan si è impegnata a restituire circa 2 miliardi di yen (18,8 milioni di dollari) ai 1.400 fornitori dopo aver sostenuto parte dei costi per coprire gli sconti che il rivenditore online ha applicato sulle merci, ha detto giovedì l’antitrust.
L’impegno faceva parte delle riforme proposte da Amazon Japan GK presentate alla Japan Fair Trade Commission alla fine di agosto.
La commissione aveva indagato sulla società rivenditrice online nel 2018 per sospetta violazione della legge antitrust. Giovedì Amazon Japan ha accettato un piano di riforma approvato dalla commissione, dove è esonerata da sanzioni e non si deciderà se ha violato la legge antitrust.
La legge giapponese vieta alle aziende di abusare delle loro posizioni superiori per guadagnare illecitamente profitti da altre parti facendo richieste, anche in denaro.
Si ritiene che i fornitori abbiano soddisfatto la richiesta di Amazon di coprire i costi di sconto per continuare a vendere i loro prodotti attraverso la sua ampia rete di vendita.
Amazon Japan ha iniziato a chiedere loro di assumersi una parte dei costi intorno al 2016. Il rimborso, che copre un periodo fino a tre anni, è insolito per le sue dimensioni.
Secondo la commissione, Amazon Japan ha costretto i fornitori di 10 settori, tra cui prodotti elettronici e articoli per animali domestici, a sostenere parte del costo per coprire gli sconti che il rivenditore online ha applicato sui prodotti.
Inoltre, Amazon Japan ha chiesto ai fornitori di pagare tariffe per l’utilizzo del sistema e i costi di marketing che ammontavano fino al 10% dei loro prezzi di consegna, senza fornire una motivazione dettagliata dietro le richieste.
Ci sono stati anche casi in cui Amazon Japan ha restituito le scorte quando erano in eccesso e ha confiscato i risparmi inutilizzati ai fornitori che è stato detto loro di accumulare ogni mese come spese pubblicitarie.
Amazon Japan ha promesso di correggere le pratiche nelle riforme proposte, secondo la commissione.
Facciamo ogni sforzo per rispettare le leggi in tutte i Paesi in cui operiamo e, per quanto ne sappiamo, non è stata riconosciuta alcuna condotta illecita (dal comitato)”, ha affermato Amazon Japan in una dichiarazione.
Le preoccupazioni sono aumentate a livello globale per il potere che i giganti digitali tra cui Google LLC, Apple Inc., Facebook Inc. e Amazon detengono sulle informazioni private degli individui e sulla concorrenza commerciale, spingendo le leggi e le normative in tutto il mondo a essere rafforzate.
I giganti dell’IT sono stati criticati per aver raccolto e divulgato le informazioni personali degli utenti senza un chiaro consenso e abusato del loro crescente dominio nel mercato digitale facendo richieste illegittime alle aziende più piccole che fanno affari sulle loro piattaforme.
E in Italia?